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Debito europeo: cosa propone il Governatore Panetta contro la stagnazione
Il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta stila il suo programma per dare una scossa all’economia europea: unione bancaria europea e titolo pubblico europeo privo di rischio
La costruzione di un mercato unico dei capitali in Europa passa dalla creazione di un “titolo pubblico europeo privo di rischio”. Il suggerimento arriva dalla massima autorità in termini di finanza e politica economica italiana, il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta.
LE TRANSIZIONI DI PORTATA STORICA DELL’EUROPA
Nel corso del XX Foro di dialogo Spagna-Italia a Barcellona, il Governatore Panetta ha sottolineato come l’Europa stia affrontando trasformazioni di portata storica. Tra queste, la doppia transizione digitale e climatica, le crescenti pressioni geopolitiche, i cambiamenti demografici e migratori, e la frammentazione del commercio globale. Secondo Panetta, tali sfide richiedono risposte coordinate e innovative, capaci di rilanciare la crescita economica, generare benessere diffuso e preservare i valori fondamentali dell’Unione. I numeri dell’economia europea sono mediamente positivi. Le previsioni d’autunno della Commissione europea prospettano una crescita del PIL nel 2024 pari allo 0,9% nell’UE e allo 0,8% nella zona euro. L’attività economica dovrebbe accelerare e raggiungere l’1,5% nell’UE e l’1,3% nella zona euro nel 2025, e salire ancora rispettivamente all’1,8% e all’1,6% nel 2026.
PANETTA SOSTIENE LA NECESSITÀ DI UN TITOLO EUROPEO PRIVO DI RISCHIO
Il Governatore Panetta ritiene che l’introduzione di un titolo europeo privo di rischio rappresenti una garanzia finanziaria comune, utile per stabilire un benchmark per i mercati finanziari e attrarre investimenti esteri. “Un titolo comune è essenziale per il funzionamento dei mercati dei capitali sviluppati – ha sottolineato Panetta -. La possibilità di scambiare un benchmark privo di rischi faciliterebbe la determinazione del prezzo di prodotti finanziari quali le obbligazioni societarie e i derivati, stimolandone lo sviluppo. Inoltre, costituirebbe una forma di garanzia finanziaria utilizzabile in ogni paese e in tutti i segmenti di mercato, agevolando gli scambi interbancari collateralizzati e migliorando la capacità di diversificare i rischi per gli intermediari”. Inoltre, un titolo privo di rischio “attrarrebbe anche investimenti esteri, rafforzando il ruolo internazionale dell’euro”.
BANCHE EUROPEE IN SALUTE MA SERVE UNIONE BANCARIA
La seconda barriera che vede il Governatore della Banca d’Italia alla creazione di un mercato unico dei capitali è la frammentazione del sistema bancario, dovuta a un’Unione bancaria ancora acerba. Solo pochi giorni fa l’Eba, l’Autorità bancaria europea, nel Rapporto autunnale sulla valutazione dei rischi (RAR, Risk Assessment Report), aveva sottolineato che il sistema bancario europeo è solido e ben capitalizzato, con il coefficiente patrimoniale CET1 al massimo storico del 16,1% (le banche italiane sono al 16,3%). La sua redditività è vicina ai massimi storici, con un Roe annualizzato del 10,9% al giugno 2024 e con un indice di copertura della liquidità al 163,2%. Tuttavia, non è esente da fibrillazioni, a iniziare da quelle geopolitiche, che possono danneggiare sulla sua salute.
PANETTA: “PER LA BANCHE EUROPEE LA POLITICA DEI PICCOLI PASSI HA FALLITO”
L’istituzione del “Meccanismo di vigilanza unico e del Meccanismo di risoluzione unico ha rappresentato un importante passo in avanti” ma non risolutivo per “creare un mercato bancario europeo pienamente integrato”. a politica dei piccoli passi, secondo il Governatore, non ha funzionato. “Le banche svolgono un ruolo cruciale nei principali mercati dei capitali: dalla gestione del risparmio alla sottoscrizione e collocamento di titoli obbligazionari e azionari, dalle operazioni di quotazione in borsa fino alla consulenza finanziaria e al market-making”. L’assenza di un mercato unico dei capitali costringe le banche europee a operare principalmente in mercati nazionali e questa situazione ostacola il pieno sviluppo di un mercato bancario integrato, essenziale per sostenere la crescita e l’innovazione.
OCCORRE FINANZIARE IL WELFARE STATE CON LA PRODUTTIVITÀ
L’economia europea, secondo il Governatore Panetta, deve essere funzionale a sostenere il tenore di vita e il welfare cui sono abituati i cittadini europei. Per farlo deve spingere l’acceleratore della produttività, preservando il modello economico e sociale europeo, che si è consolidato sui principi di libertà, uguaglianza e solidarietà, oltre che sulla cooperazione internazionale. “In molti ambiti si è rivelato vincente, come emerge dai dati sulle aspettative di vita” e per supportarlo “serve un’economia capace di crescere e di generare benessere diffuso”. L’Oil che oltre della metà della popolazione del mondo non dispone di alcuna misura di contrasto alla povertà e alle vulnerabilità sociali. L’Europa, invece, considera il welfare state uno dei pilastri fondamentali alla base dell’Unione, come riportato nella carta europea dei diritti sociali, e spende, ogni anno, circa 8.777 € pro capite (secondo stime dell’Eurostat riferite al 2019). A sostenere le esigenze del welfare state più imponente e di una popolazione che sta invecchiando (e che quindi avrà bisogno di sempre più politiche sociali) serve un patto sulla produttività. “Non è solo una risposta alla necessità di colmare i nostri ritardi, ma una prospettiva per il futuro – ha concluso Panetta -. Significa rafforzare la sovranità tecnologica, creare posti di lavoro, migliorare la qualità della vita dei cittadini e proteggere valori fondamentali come la libertà e il pluralismo”.