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Di Maio lascia M5S: “Dovevamo scegliere da che parte stare della storia”

Di Maio Lascia M5S

“Da oggi inizia un nuovo percorso. Per costruire un futuro servono soluzioni e idee realizzabili. Per avere un modello vincente da nord a sud abbiamo bisogno di aggregare le migliori capacità e talenti. Perché uno non vale uno”. Di Maio lascia M5S

“Dovevamo scegliere da che parte stare della storia”. Tira in ballo il conflitto ucraino, Luigi Di Maio, per spiegare la sua fuoriuscita dal Movimento cui pure deve ogni suo successo politico. E poco importa se lui e Giuseppe Conte, in realtà, non avessero mai legato. Se quello stesso palco, un tempo condiviso a fatica con Alessandro Di Battista, gli stesse da tempo stretto. ” I dirigenti del Movimento hanno rischiato di indebolire l’Italia, di mettere in difficoltà il governo per ragioni legati alla propria crisi di consenso. La guerra non è uno show mediatico, è da irresponsabili picconare il governo”.

DI MAIO LASCIA IL M5S. COSA HA DETTO

“Lascio il Movimento, è una scelta sofferta che non avrei mai pensato di fare”, spiega il titolare della Farnesina nella conferenza stampa serale, circondato dai giornalisti ma, soprattutto, dai grillini che hanno deciso di seguirlo e che applaudono con convinzione qualsiasi cosa dica, anche alcune cadute di stile, come quando tira in ballo i bambini vittime del conflitto, che nulla c’entrano con le beghe interne del Movimento.

“Da oggi inizia un nuovo percorso. Per costruire un futuro servono soluzioni e idee realizzabili. Per avere un modello vincente da nord a sud abbiamo bisogno di aggregare le migliori capacità e talenti. Perché uno non vale uno”, dice rinnegando uno dei capisaldi del partito forgiato da Grillo. Il prossimo comandamento intaccato, con ogni probabilità, sarà il vincolo dei due mandati: del resto la nuova avventura politica gli permette di ricostruirsi la propria verginità politica.

“DA DOMANI IL M5S NON È PIU’ PRIMA FORZA IN PARLAMENTO”

Quindi, prima di lasciare i giornalisti, senza rispondere ad alcuna domanda, l’ex enfant prodige di Grillo rivolge una stoccata a Giuseppe Conte: “Da domani il Movimento non è più la prima forza politica in Parlamento”.  La lista dei fuoriusciti pentastellati non è ancora ufficiale, ma sarebbero oltre 50 tra Camera e Senato ( Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana e Filippo Gallinella, Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto, Primo Di Nicola e Simona Nocerino ) gli ex grillini decisi a seguirlo, tra cui 5 esponenti di governo, come il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, la sottosegretaria al Mef, Laura Castelli, il sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, alla Giustizia, Anna Macina e al Sud, Dalila Nesci.

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