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DL Semplificazioni: cosa ha detto Guindani di Asstel al Senato su tlc e 5G
Sviluppo delle reti 5G nel rispetto dell’ambiente e collaborazione fra tlc e amministrazioni locali. Per il presidente di Asstel il DL Semplificazioni è buono e non si tocca. Ecco cosa ha detto in audizione al Senato
Pietro Guindani, presidente di Assotelecomunicazioni, nel corso dell’audizione appena conclusa presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici del Senato ha dichiarato: “Auspichiamo che nel corso dell’iter parlamentare non vengano apportate modifiche che incidano sull’equilibrio raggiunto nel DL Semplificazioni che fornisce una risposta chiara all’interno del percorso di sviluppo delle reti 5G in Italia”.
TLC E SALUTE
“Per la filiera delle Telecomunicazioni è di primaria importanza continuare a collaborare con le Amministrazioni Locali nella realizzazione delle reti di telecomunicazioni. Il DL Semplificazioni chiarisce le rispettive competenze istituzionali per assicurare il rispetto delle esigenze urbanistiche e dell’ambiente, in linea con quanto già previsto dalla legge quadro, n.36 del 2001, che ha lo scopo di tutelare la salute della popolazione dall’esposizione ai campi elettromagnetici ed è stata attuata dal DPCM 8 luglio 2003 definendo assai stringenti le norme vigenti in Italia. I principi e le competenze contenuti in tali norme di validità nazionale sono stati costantemente ribaditi dalla giurisprudenza amministrativa e costituzionale negli ultimi 20 anni” – ha aggiunto Guindani.
ISTITUZIONI E OPERATORI PER LA BANDA ULTRALARGA
Le disposizioni del Decreto legge relative alla semplificazione delle procedure per la realizzazione delle reti di comunicazione elettronica a banda ultralarga fissa e mobile appaiono in grado di razionalizzare i procedimenti autorizzativi e di renderne certi i tempi di conclusione, elementi di fondamentale importanza per disporre di riferimenti normativi coerenti con i programmi di ingenti investimenti attuali e del prossimo futuro. Su tali basi è possibile costruire un sistema di rapporti tra istituzioni e operatori basato sulla fiducia reciproca, che consenta al Paese di ottenere nei tempi più brevi possibili e nel rispetto delle prerogative di ognuno un’infrastruttura di telecomunicazioni adeguata a sostenere le sfide dello sviluppo nel prossimo futuro.
GLI EFFETTI DELLA SEMPLIFICAZIONE LEGISLATIVA
Questi interventi di semplificazione legislativa sono funzionali ad assicurare a tutti i cittadini la possibilità di accedere a parità di condizioni ad un adeguato servizio internet a banda ultralarga, indispensabile per consentire di lavorare, di studiare e di fruire di servizi essenziali scegliendo liberamente il luogo e il tempo. Il percorso verso la digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici e privati è il fondamento per il reale rilancio dell’economia italiana, assicurando nuove opportunità di occupazione e di competitività al Paese nel contesto europeo. Rimane il dato (aprile 2020) che gran parte del Paese non è ancora raggiunta dalla banda larga – il 26% delle famiglie – e che secondo l’Istat, il 12,3 % dei ragazzi tra i 6 e i 17 anni non ha accesso alla didattica a distanza perché non ha un pc o un tablet a casa.
L’ACCESSO A INTERNET COME DIRITTO UMANO
Come ha recentemente scritto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli: “Mai come in questi mesi di lockdown migliaia di persone in Europa e nel mondo hanno dovuto lavorare, studiare, acquistare cibo e comunicare con le persone care utilizzando una connessione Internet. Al tempo stesso, l’impossibilità di accesso alla rete, per ragioni geografiche, economiche o sociali, si è rivelata un pesante elemento di marginalizzazione. Per molti bambini non avere accesso a Internet ha significato in questi lunghi mesi vedersi negare il diritto fondamentale all’istruzione e alla conoscenza. Ma non solo. Per tante donne e uomini, l’impossibilità a connettersi ha prodotto mancanza di informazioni e messo a rischio la loro vita”. Per questo secondo Sassoli l’accesso a internet deve essere riconosciuto come un nuovo diritto umano. Si discute infatti già da tempo se sia opportuno inserire il diritto all’interno della Costituzione, ma anche su come intendere il termine “accesso”, in senso materiale, come disponibilità di idonei strumenti tecnologici, oppure immateriale, come raggiungimento di adeguati standard cognitivi e culturali.