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Draghi e sultani: cosa succede ora con Erdogan

Draghi Erdogan

La verità fa male, ed Erdogan lo sa. Dopo lo schiaffo ricevuto da Draghi, il presidente turco è andato su tutte le furie

“Dittatore”. Una parola che non si sente troppo spesso tra capi di Stato. Chissà se il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è saltato sulla sedia, o forse trono trattandosi di un sultano, alle parole del presidente del Consiglio Mario Draghi che non ha usato mezzi termini nella conferenza stampa di ieri rispondendo a una domanda sul ‘sofagate’ che ha riguardato la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen.

L’EQUILIBRIO DI DRAGHI

Il premier, che ha detto di non condividere assolutamente il comportamento del presidente turco Erdogan nei confronti di Von der Leyen e di essere molto dispiaciuto per l’umiliazione che dovuto subire, ha poi affondato il colpo.

“Qui la considerazione da fare è che di questi, chiamiamoli per quel che sono ‘dittatori’”, – prosegue il premier andando a braccio come per tutta la conferenza stampa – “si ha bisogno per collaborare”. Draghi, sempre così composto ed equilibrato con il suo aplomb così british, mette da parte la diplomazia. Non nega l’evidenza dei fatti ma mantiene una posizione ferma e chiara. Sono dittatori ma ne abbiamo bisogno.

Prima dice per ‘collaborare’ ma poi si corregge e preferisce usare ‘cooperare’. “Uno deve essere franco nell’esprimere la propria diversità di vedute, di opinioni, di comportamenti, di visioni della società e deve essere anche pronto a collaborare, a cooperare più che a collaborare, a cooperare per assicurare gli interessi del proprio Paese. Questo è importante secondo me, bisogna trovare l’equilibrio giusto”.

Un equilibrio che vuole giustificare anche i troppi riguardi che sono stati contestati proprio a Draghi nella sua recente visita in Libia.

INTANTO AD ANKARA…

La Turchia, dal canto suo, continua ad affermare di aver rispettato il protocollo nell’incontro ad Ankara con Von der Leyen e Michel e si difende dalle accuse sessiste. Ma intanto, dopo le parole di Draghi, il ministero degli Esteri turco ha convocato l’ambasciatore italiano, Massimo Gaiani, nella capitale.

“Condanniamo con forza le affermazioni senza controllo del primo ministro italiano nominato Mario Draghi sul nostro presidente eletto”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu. Attenzione: il Ministro sottolinea ‘nominato’, ovvero ‘non eletto dal popolo’, come invece è da tempo Erdogan (trascurando come si siano svolte le elezioni…).

Una nota del ministero degli Esteri di Ankara fa sapere che all’ambasciatore italiano “è stato sottolineato che ci aspettiamo che queste brutte e sfacciate affermazioni” del premier Draghi sul presidente turco Erdogan, “che non sono conformi allo spirito di amicizia e di alleanza tra Italia e Turchia, vengano immediatamente ritirate”.

Leggi anche: Le cose turche di Erdogan con Von der Leyen

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