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Ecco come la crisi tedesca risucchia l’industria italiana

Automotive Transizione Auto

La correlazione tra le economie di Germania e Italia si legge nel rallentamento coordinato tra le due economie. Secondo le analisi di Confindustria qualcosa è cambiato rispetto a qualche anno fa ma la Germania resta il nostro principale partner commerciale 

Italia e Germania sono più connesse di quanto si potrebbe immaginare. Gli ultimi dati dell’Eurostat segnano un calo della produzione industriale europea su base annua, a luglio, del 2,2%. I peggiori della classe sono proprio i complessi manifatturieri tedesco e italiano con calo rispettivo del -3,3% e -5,5%. È quasi tutto il motore produttivo europeo ad essersi ingolfato: segno negativo per la Francia (-2,3%) e per la Spagna (-0,9%). Nota positiva, invece, per la Danimarca (quasi +20%) grazie alla buona performance delle multinazionali farmaceutiche

LA DIFFICOLTÀ AD ACQUISTARE BENI DUREVOLI

A pesare è la difficoltà degli europei ad acquistare beni durevoli, -4,4%, (non a caso uno dei settori più in difficoltà è quello dell’automotive), i beni d’investimento (-5,5%), -2,9% gli intermedi. “La recessione industriale della Germania ha nelle quattro ruote il suo cuore – scrive Repubblica -: dopo Volkswagen, che ha disdetto il patto di salvaguardia occupazionale, è stata Bmw a tagliare le stime. Le esportazioni dei subfornitori italiani valgono cinque miliardi l’anno, cui si sommano le vendite ad aziende tedesche negli altri Paesi”.

SITUAZIONE ITALIANA MIGLIORE DI QUELLA TEDESCA

Tuttavia, secondo gli economisti e le stime di Confindustria, per il nostro paese la situazione potrebbe essere migliore di quella tedesca. Secondo ‘Congiuntura Flash’ di Confindustria, “dopo il +0,2% registrato dal Pil italiano nel secondo trimestre 2024, con l’export che perde quota, le indicazioni per il terzo sono di minore crescita nei servizi” a anche di “un’attenuazione nel calo dell’industria”.

SI ALLENTA L’INTERDIPENDENZA TRA L’ECONOMIA DI ITALIA E GERMANIA

E non è un caso. Già qualche anno fa Confindustria aveva segnalato come la correlazione tra le due economie si sia fatta più lasca, pur rimanendo tra le più strette nel panorama europeo. La correlazione, o codipendenza, “tra la crescita italiana e quella tedesca nel quinquennio pre-crisi finanziaria (quella del 2008) era molto significativa (0,60)”, si legge nell’analisi di Confindustria, ancor più elevata “rispetto a quella con gli altri partner europei (poco più di 0,20 tra Italia e Spagna o Francia)”. A seguire, nel “periodo 2014-2019, dopo la crisi dei debiti sovrani, la sincronizzazione tra Italia e Germania è diminuita molto (0,25), mentre si è rafforzata quella italiana con Spagna (0,50) e Francia (0,66)”. La correlazione tra le due economie è tornata a crescere dopo il 2020 la “ma rimane bassa (0,40). Oggi il PIL dell’Italia tende a muoversi maggiormente insieme a quello di Francia e Spagna (0,80)”.

GERMANIA, PARTNER COMMERCIALE PIÙ IMPORTANTE PER L’ITALIA

Tuttavia “La Germania resta il partner più importante per l’Italia”, dice Alessandro Fontana, direttore del Centro studi di Confindustria a Repubblica. Questo è vero soprattutto per i distretti produttivi del Nordest e per settori come automotive, metallurgia, meccanica e chimica. Come scrive il Sole 24 ore, secondo le ultime rilevazioni pubblicate dall’Istat nel 2023 le esportazioni italiane verso la Germania sono diminuite del 3,6% attestandosi a 74,65 miliardi di euro rispetto all’anno precedente; mentre le importazioni dalla Germania ammontano a 89,68 miliardi di euro, sostanzialmente invariate rispetto al 2022. I principali prodotti esportati in Germania restano gli autoveicoli, macchinari e parti di autoveicoli (tutte voci in crescita). In particolare, le esportazioni di autoveicoli verso la Germania sono aumentate del 28%. Anche per questo tocca da vicino il nostro paese quello che sta accadendo nelle elezioni regionali tedesche. O meglio, ci toccano le possibili ripercussioni in termini economici.

SECONDO GLI ECONOMISTI DELL’IFO L’ECONOMIA IN GERMANIA POTREBBE ANCORA PEGGIORARE

Intanto, secondo gli economisti sentiti dall’Ifo – Institute for Economic Research, uno dei più grandi think tank economici della Germania, nel corso del 47esimo Ifo e FAZ Economists Panel, i successi elettorali di Alternative für Deutschland (AfD), il partito populista, ultraconservatore, euroscettico e anti-immigrazione tedesco e di Bündnis Sahra Wagenknecht (Bsw), partito populista di estrema sinistra, in Sassonia e Turingia avranno effetti negativi sull’economia tedesca. Con il 30,6% dei voti, Alternative für Deutschland (AfD) in Sassonia sta tallonando la CDU del governatore della Sassonia Michael Kretschmer al 31,9%.

Molto buoni anche i risultati della Sahra Wagenknecht Alliance (BSW) che ha raccolto l’11,8% dei consensi. Per continuare a governare la CDU dovrebbe, dunque, puntare sulla collaborazione con la BSW e la SPD. A più della metà degli economisti partecipanti al Panel questa eventualità suona come preoccupante per gli esiti dello sviluppo economico della Sassonia. In particolare, le politiche sostenute dall’AfD renderebbero questi stati meno attraenti per le aziende e i lavoratori qualificati rispetto agli stati federali della Germania occidentale: il 54% valuta le conseguenze dei risultati elettorali dell’AfD come molto negative e un ulteriore 30% come negative.

METALMECCANICA, RISCHIO STOP IN ITALIA PER QUATTRO IMPRESE SU 10

Nel frattempo, come scrive il Sole24ore, si accentuano in Italia le difficoltà della metalmeccanica. Nel secondo trimestre, secondo l’indagine di Federmeccanica, il settore ha registrato un calo produttivo tendenziale del 3,4%. Le prospettive per il futuro sono tutt’altro che rosee, con quasi quattro imprese su dieci  (il 38% per l’esattezza) che paventa il rischio d’interruzione dell’attività. Nel complesso il primo semestre vede una contrazione tendenziale del 3,7% per la metalmeccanica  e del 2,8% per il complesso dell’industria.

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