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Ecco il Pd di Elly Schlein tra sondaggi, nomine interne e unità di intenti con la Cgil

Schlein

Unità è la parola d’ordine del Pd di Elly Schlein. Dai bonacciniani alla Cgil, la guerra della neo segretaria a correnti e divisioni 

Riparte dalla piazza il Pd di Elly Schlein. Dopo la manifestazione di Firenze, al fianco del M5S, il palco di Rimini al congresso della CGIL, la manifestazione arcobaleno dei Sentinelli di Milano, la neosegretaria dem è scesa in piazza al corteo organizzato da Libera per la “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Questa strategia che prova a ricercare l’unità delle anime della sinistra (meno del centro), sondaggi alla mano, pare essere profittevole.

SONDAGGI: CRESCE IL PD, FRENA IL M5S

Secondo le ultime rilevazioni di SWG per La7 i dem guidati da Elly Schlein continuano a crescere: hanno guadagnato lo 0,6% rispetto alla scorsa settimane, raggiungendo il 20,4% delle preferenze espresse. Il primo partito è sempre FdI che resta ben lontano al 30,3%. A perdere quota, com’era prevedibile visto che il bacino elettorale è il medesimo del Pd, è il M5S che ha perso quasi un punto, -0,8%, arrivando al 15,3%. Stabile, invece, Verdi e Sinistra italiana al 3,2%.

LA RICERCA DELL’UNITÀ È PARTITA DALL’ELEZIONE DI BONACCINI ALLA PRESIDENZA DEL PD

La ricerca dell’unità parte dal rapporto con lo sconfitto, Stefano Bonaccini. Non è possibile rendere il Pd una casa per tutti i progressisti, e quanti si riconoscono nei valori della sinistra, senza includere il più votato tra gli iscritti. La direzione verso la collaborazione e una gestione unitaria del Pd era emersa già nel corso dell’assemblea dem del 12 marzo, quando Stefano Bonaccini è stato eletto Presidente del Pd. Del resto, il voto delle primarie ha assegnato alla segretaria 333 delegati tra i membri nell’assemblea nazionale, secondo quanto indicato nello statuto l’unico organo del partito che può sfiduciare il segretario, 267 a Bonaccini e 20 a Gianni Cuperlo su 20. E proprio grazie alla forza dei numeri Bonaccini aveva potuto offrire pubblicamente la disponibilità a entrare in segreteria. Proposta sulla quale la segretaria non ha ancora sciolto il riserbo.

LA PRESIDENZA DELLE DUE CAMERE: BRAGA ALLA CAMERA E BOCCIA AL SENATO

La ricerca dell’unità sarà un leitmotiv anche per le nomine interne al partito. La partita della scelta dei “colonnelli” dei dem inizia dal cambio dei capigruppo, primo passo verso la costruzione del nuovo Pd di Elly Schlein. Alla Camera ci andrà Chiara Braga che sostituirà Deborah Serracchiani, mentre per il Senato il favorito è Francesco Boccia, tra i primi dei componenti della “vecchia guardia” a scegliere il campo di Elly Schlein.

LE PREOCCUPAZIONI DEI BONACCINIANI

Se la linea “esterna” impone di comunicare unità, in realtà le acque del Pd sarebbero parecchio agitate dalle preoccupazioni dei “bonacciniani” incerti sul futuro del loro partito. Del resto in Emilia-Romagna, regione di provenienza della segretaria e del presidente, i sindaci e gli amministratori, a parte Matteo Lepore di Bologna, sono tutti bonacciniani. E proprio per costruire un ponte con gli sconfitti resta valida, però, la possibilità che una delle due presidenze delle camere vada ai “bonacciniani”, con più probabilità la presidenza della Camera, con la conferma di Debora Serracchiani o con Simona Bonafè. Oltre al voto dei capigruppo dovrà essere votato anche l’ufficio di presidenza dove i “bonacciniani” potrebbero trovare posto.

LA SEGRETERIA PD DI ELLY SCHLEIN CHE GUARDA A BONACCINI

La segretaria Schlein non ha ancora sciolto le riserve sulla composizione della segreteria. I nomi in lizza sono quelli dei “compagni di viaggio” della campagna elettorale di Elly Schlein: Marco Furfaro, Marco Sarracino, Stefania Bonaldi, Alessandro Zan, Alfredo D’Attorre, Marta Bonafoni, Antonio Misiani, Michela De Biase e Peppe Provenzano, Sandro Ruotolo. Tuttavia, proprio nell’ottica dell’unità, potrebbero trovare posto anche personalità dell’area Bonaccini. Tra i papabili ci sono Pina Picierno, Alessandro Alfieri, Andrea Rossi ed Elisabetta Gualmini. Quest’ultima è una delle possibili candidate alle prossime elezioni in Emilia-Romagna nel 2025, gli altri sono: la sindaca di San Lazzaro di Savena, Isabella Conti e l’assessore regionale Andrea Corsini. Tutti nomi “bonacciniani” che la segretaria potrebbe voler rivedere.

L’UNITÀ DI INTENTI TRA IL PD DI ELLY SCHLEIN E LA CGIL

La ricerca dell’unità travalica gli steccati di partito e arriva a includere l’intesa con il sindacato. L’obiettivo è azzerare la distanza, mai del tutto colmata, dopo lo strappo causato dal Jobs Act. Il palco del congresso della Cgil ha parlato chiaro, gli applausi alla nuova segretaria anche. “Se siamo qui è anche per capire come possiamo nel rispetto dei reciproci ruoli riannodare questi fili per evitare che molte persone pensino che la politica non serva più per migliorare le condizioni di vita – ha detto la leader del Pd -. Ci sono battaglie comuni da portare avanti insieme nel Parlamento e nel Paese, il governo ha deciso di colpire i poveri anziché la povertà, c’è il Sud, la difesa della scuola pubblica che vuol dire diritto allo studio ma anche pagare di più tutti gli insegnanti, la sanità pubblica per garantire il diritto alla salute, e il mercato del lavoro per spezzare la precarietà”.

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