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Ecco perché Salvini non si dimetterà. Parla Becchi

Paolo Becchi Salvini

Parla il prof. Becchi: dalle elezioni emergono due vincitori, Giorgia Meloni e Giuseppe Conte, Berlusconi riemerge sempre dalle ceneri, Letta è il grande perdente, Salvini perde ma non si dimetterà

Le elezioni appena concluse hanno decretato un vincitore nel campo del centrodestra e uno in quello progressista.  A destra Giorgia Meloni ha realizzato un capolavoro politico portando al Governo la “generazione Tolkien” e realizzando quello che nessuno prima di lei, da destra, era riuscito a realizzare. A sinistra se il Partito Democratico ne esce con le ossa rotte e con un leader dimissionario, il M5S può gioire per un risultato che a poche settimane dal voto era del tutto insperato.

Dei risultati elettorali e degli scenari futuri ne abbiamo parlato con il prof. Paolo Becchi, ordinario dell’Università di Genova.

Professore iniziamo dalla vincitrice di queste elezioni: Giorgia Meloni con Fratelli d’Italia.

È nato il nuovo partito della Nazione. Tutti ne hanno parlato, da Renzi, a Berlusconi a Salvini. Ce lo siamo ritrovato senza che Meloni ne abbia mai parlato. Ha vinto da tutte le parti, a nord, a sud.

Giorgia Meloni ha convinto perché è stata la più coerente?

Sì, paga la coerenza. La sua opposizione, che poi è stata un’opposizione finta perché sulle cose principali era sempre collaborativa, pensiamo alla guerra o alle sanzioni. Però ha premiato la coerenza ed è riuscita ad assumere quella credibilità che Salvini non è riuscito a conservare. Teniamo presente il voto fluido però, perché si passa facilmente dal 4% al 24% ma si può tornare con la stessa facilità al 4%. Ormai non siamo più nella Prima Repubblica, il voto non dipende più dalle tradizioni familiari o dalle ideologie. Sono convinto che molti del PD hanno votato Meloni, in segreto, nel segreto dell’urna senza raccontarlo. Questo è il risultato, gli italiani le hanno dato un grosso consenso. Teniamo presente che avrà un bel da fare con gli alleati, Forza Italia non è finita e la Lega neanche, entrambe hanno una forza dell’8%, insieme superano il 16%. Però hanno una maggioranza solida, sia alla Camera che al Senato.

Il rapporto con l’Europa potrebbe essere scricchiolante?

Il centrodestra ha una maggioranza solida per governare. Di quello che dirà la Ursula von der Leyen possiamo “infischiarcene” allegramente.

L’altro vincitore di questa tornata elettorale è Giuseppe Conte…

Il risultato Il M5S per come l’ho conosciuto io è finito, non esiste più, esiste il partito di Conte. Lui ha capito perfettamente come doveva giocarsi la partita delle elezioni, sapeva che bacino elettorale, per via del Reddito di Cittadinanza, era al Sud, ha battuto quelle zone e ha ottenuto quel risultato che era la natura delle cose. Il Reddito è stato effettivamente d’aiuto ma possiamo dire, tra virgolette, che è stato un voto di scambio.

Eppure, professore, molti cittadini, soprattutto al sud, non sono andati a votare.

Esatto hanno ringraziato e questo, tra virgolette, è un voto di scambio. Il Sud è stato riconoscente nei confronti del M5S e di Conte che ha capito perfettamente l’aria che tirava e ha spostato tutta l’attenzione sul Sud, l’ha attraversato in tutti i versi ed è riuscito ad evitare che Di Maio entrasse in Parlamento battendolo in casa sua, in Campania.

Passiamo agli sconfitti. Letta ha annunciato che non si ricandiderà al congresso del PD dopo aver portato il partito al 19%.

Questa è una sconfitta storica, non solo della “coalizione”, che non aveva nemmeno un programma unitario, quindi era un’armata Brancaleone rispetto al centrodestra, ma anche del PD.

Qualche anno fa lei aveva detto che il M5S sarebbe diventato una costola del PD. Lo confermerebbe oggi?

Beh mi ero sbagliato perché a questo punto forse se la giocano a chi farà la costola. Secondo me il risultato del M5S era del tutto prevedibile. Io conosco quell’ambiente e nei giorni scorsi avevo fatto qualche telefonata in Calabria e in Sicilia. Ormai il voto è fluido e quelli che erano passati dal M5S ad altri raggruppamenti ora sono tornati e, anzi, altri ne sono arrivati dal PD.  Avremo una Lega del Sud che si contenderà la leadership di partito di sinistra con il PD.

Nel centrodestra si registra il fallimento della “quarta gamba”, quella di “Noi moderati” che si è fermata allo 0.9%.

Io ero convinto che Sgarbi perdesse contro Casini, è proprio il segno che Noi moderati non servissero a niente, bisogna partire da lì. Finendo sotto l’1% i loro voti non saranno divisi all’interno delle coalizione, è stato controproducente. Sgarbi ha fatto una campagna elettorale pazzesca, sui social, in tv, chiamando poeti, artisti, musicisti, belle donne, Casini non si è nemmeno mosso da casa sua e ha vinto.

Una grande sorpresa è stato il risultato di Forza Italia, che quasi tallona la Lega all’8,3%.

Possiamo dire una cosa, Forza Italia morirà quando fisicamente morirà Berlusconi. Fino a quando Berlusconi sarà vivo, anche in stato vegetativo, e gli auguriamo altri mille anni in salute, quel partito ha uno zoccolo duro dell’8%. Berlusconi può fare quello che vuole, dire che è per la guerra, che è contro la guerra, anche all’interno della stessa frase, lui ha uno zoccolo duro dell’8%. È un risultato buono se si pensa che la Lega è poco più avanti.

La Lega, infatti, nel centrodestra è quella che è andata peggio. Si è fermata all’8,9%.

Matteo Salvini è il grande sconfitto. Letta è il primo, e probabilmente darà le dimissioni, ma Salvini è il secondo ma non si dimetterà perché probabilmente non si saprebbe nemmeno chi mettere al suo posto. Però dovrebbe cominciare una riflessione seria, interna. Poteva anche andare peggio. Se nelle ultime settimane non avesse insistito sulle autonomie sarebbe potuta andare peggio, si è salvato in corner per lo meno al nord.

Ha perso al Sud.

Sì, dovrebbe ripensare il progetto nazionale. Non c’è più una Lega nazionale, quel progetto che secondo me era giustissimo, è fallito. Bisogna domandarsi perché è fallito. Dire semplicemente che la Lega ha perso perché è stata al Governo con Draghi non sarebbe corretto.

Anche perché anche il M5S per un certo periodo è stato al governo con Draghi.

Esatto. La Lega ha perso perché Salvini ha fatto una campagna elettorale oscillante, al contrario di Conte che ne ha fatto una ottima. Non si può dire di essere d’accordo con la guerra e poi contrari, favorevoli alle sanzioni e poi contrari. Salvini ha perso di credibilità, è questo il suo problema oggi.

C’è la possibilità che si pensi a un cambio di leadership a via Bellerio?

Non ci sarà alcun tentativo di rinnovare la leadership della Lega con Zaia o Giorgetti. Secondo me Salvini sbaglierebbe se non facesse una riflessione sul perché è fallito il progetto di Lega nazionale, per ripartire e perché alternative alla sua leadership non ce ne sono. Quello che può fare è insistere con le autonomie, questo è l’unico modo per non perdere quell’8%. Poi aggiungo che Salvini potrà avere delle discussioni all’interno del partito ma in Parlamento si è creato un gruppo di persone fidatissime sia alla Camera che al Senato. Perché tutti gli eletti sono stati scelti da lui, avrà un controllo totale del partito, non prevedo transfughi.

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