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Forza Italia e il pasticciaccio in commissione Bilancio

Perché il governo è andato sotto ieri pomeriggio in una votazione su alcuni emendamenti del relatore di maggioranza al decreto legge sul lavoro

         Che al Senato, andando sotto in commissione Bilancio in una votazione chiusasi a parità di voti su alcuni emendamenti del relatore di maggioranza al decreto legge sul lavoro, il governo sia incorso in un “incidente”, come ha detto il nuovo capo di Forza Italia Antonio Tajani, quasi scusandosene per le assenze decisive dei suoi amici di partito, non c’è dubbio. Un incidente che, senza arrivare alla catastrofe denunciata dalla segretaria del Pd Schlein e dai grillini, è qualcosa in più, obiettivamente, dello “scivolone” su cui ha preferito titolare il Corriere della Sera, o dello “sbandamento” preferito da Repubblica. O degli “intoppi”, al plurale, o “pasticci”, sempre al plurale, indicati dal Giornale e dalla Verità includendo anche i pareri diversi emersi alla Camera fra il ministro leghista dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla ratifica del trattato che ha riformato il meccanismo europeo di sviluppo, o fondo salva-Stati. il famoso Mes.

IL PASTICCIACCIO IN COMMISSIONE BILANCIO E ALTRE INCONGRUENZE DEL GOVERNO

         Su questa storia del Mes ha forse ragione Il Foglio a scherzarci sopra con una vignetta che attribuisce alla Meloni la proposta a Giorgetti di chiamarlo in un altro modo per renderle più facile, sul piano personale oltre che politico, una conversione al sì anche su questo problema, dopo altri ripensamenti avuti rispetto agli anni in cui lei e i suoi fratelli d’Italia erano all’opposizione.

– Leggi anche: Il Mes della discordia, il Governo va sotto sul Lavoro: le prime pagine

         Ma torniamo all’incidente -ripeto- verificatosi in commissione al Senato, e peraltro rapidamente rimediato con un’altra votazione, per ammettere, rilevare, persino denunciare, come preferite, una curiosa coincidenza che ha tinto un po’ troppo di giallo la vicenda. E che la rende un pò più grave, o inquietante, della bocciatura rimediata qualche tempo fa dal governo nell’aula di Montecitorio, sempre per assenze nella maggioranza, addirittura sul documento di economia e finanza. Essa rovinò una festa politica che si stava rivelando una visita della Meloni a Londra con tanto di incontro e accordi bilaterali col primo ministro inglese.

– Leggi anche gli altri Graffi di Damato, qui

        Questa volta le assenze in commissione sono state, come accennato, tutte di una sola parte: quella di Foza Italia. I cui senatori si sono attardati, secondo quanto ha comunicato e lamentato lo stesso presidente del Senato Ignazio La Russa, in una festicciola di compleanno. Si dà il caso, direi diabolico, che il gruppo forzista del Senato sia ancora presieduto da Licia Ronzulli, scampata negli ultimi mesi di vita di Silvio Berlusconi a rimaneggiamenti nel partito per rafforzare i rapporti con Meloni, che non l’aveva voluta ministra alla formazione del governo. La Ronzulli in dichiarazioni riprese dal Corriere della Sera ha diffidato dal ricamare “dietrologie” contro di lei, cioè su presunti dissensi da Tajani. Ma la politica, si sa, volente o nolente, è anche un processo continuo alle intenzioni, ogni volta che questo esercizio fa dannatamente comodo a qualcuno, all’interno anche di uno stesso schieramento o partito.

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