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Furfaro, Di Biase e Boccia: tutti i nomi forti del “nuovo” Pd targato Elly Schlein

Elly Schlein Boccia Zan

Elly Schlein si mette al riparo dalle correnti e lavora alla riorganizzazione del Partito: nuovi nomi per i ruoli chiave alla Camera e al Senato

Smaltita la sbornia per la vittoria ora arriva la parte più difficile per Elly Schlein, la nuova segretaria del Partito democratico: mettere ordine all’interno di un partito che, negli ultimi anni, sembra aver perso la bussola. Indeciso tra la postura “governista” e quella più autenticamente socialista, gli elettori del Pd che hanno scelto di affidarsi alla ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna chiedono un deciso cambio di rotta.

CHI HA VOTATO PER ELLY SCHLEIN

Lo studio “Le primarie del partito democratico 2023” della Società Italiana di Scienza Politica ha analizzato gli elettori che si sono espressi in favore di uno dei due candidati alla segreteria del Pd. I due elettorati appaiono agli studiosi più simili di quanto di potrebbe immaginare. I relativi elettorati sono “relativamente simili rispetto ad età, livello di istruzione, interesse per la politica e partecipazione a precedenti primarie”. Anche rispetto al genere non ci sono differenze significative sebbene “tra coloro che hanno votato Schlein, la componente femminile è più numerosa” ma la differenza rispetto agli elettori di Bonaccini non è così marcata.

ELETTORATI DIVISI NEL CAMPO DELLE IDEE

La differenza principale riguarda proprio il campo delle idee. Gli elettori di Elly Schlein si “collocano decisamente più a sinistra di quelli di Bonaccini. Inoltre, alle elezioni parlamentari del 2022, i sostenitori di Schlein hanno votato in misura relativamente maggiore Alleanza Verdi Sinistra e Movimento Cinque Stelle. Inoltre, tra i selettori di Schlein è molto più diffusa l’idea secondo cui l’Italia potrebbe accogliere facilmente molti più immigrati”. Un altro elemento che allontana i due gruppi di sostenitori è l’iscrizione al partito. “Tra i votanti di Schlein, la percentuale di non iscritti al PD è superiore rispetto ai votanti di Bonaccini – si legge ancora nello studio -. Ma le diversità non finiscono qui: il selettorato di Bonaccini si dichiara più fedele al PD di quello di Schlein in termini di iscrizione al partito in caso di sconfitta del proprio candidato”. Ma la differenza principale, secondo gli analisti della Società Italiana di Scienza Politica riguarda le motivazioni che hanno portato alle urne i due gruppi elettorali. Se dal lato della nuova segretaria “è più frequente la motivazione connessa alla sua capacità di rappresentare al meglio i valori politici di chi l’ha votata”, dal lato di Bonaccini c’è chi ha scelto il rappresentante più in grado di “vincere le prossime elezioni politiche”. Prospettive diverse.

L’ABBANDONO DI GIUSEPPE FIORONI

Lo scontro che si è rappresentato alle urne è il riflesso di quello presente all’interno delle correnti del partito. Se appena reso noto il successo di Elly Schlein Giuseppe Fioroni, tra i fondatori del PD e rappresentate dell’anima cattolica, ha deciso di abbandonare il partito, altri potrebbero seguire la sua strada. La neo segretaria ha aperto al dialogo. “Tenere insieme la comunità è fondamentale, senza rinunciare a una linea politica chiara – ha detto -. Ci confronteremo su scelte importanti che segnano un nuovo metodo: condiviso e plurale”. Non della stessa opinione Mattia Santori, uno dei suoi più strenui sostenitori. “Per un Fioroni che se ne va penso che avremo cento nuovi entranti”, ha detto l’ex leader delle Sardine.

SERRACCHIANI PRONTA A RIMETTERE L’INCARICO DOPO L’ELEZIONE DI ELLY SCHLEIN

Ma battute e cadute di stile a parte si iniziano ad avvertire i primi movimenti. La vicepresidente del partito e capogruppo alla Camera Debora Serracchiani, un tempo renziana, poi “martiniana” e infine sostenitrice di Bonaccini, nel corso di un’intervista all’emittente ligure Telenord ha affermato che sarebbe disposta a rimettere il suo mandato alla Camera. “Posso parlare solo per me: è naturale che sia così – ha affermato -. Con l’elezione del nuovo segretario troverei normale che venisse rimesso il mandato, lo avrei fatto anche se avesse vinto Bonaccini. Ed è vero che i gruppi parlamentari sono il luogo dove il partito farà l’opposizione più dura e determinata”.

GORI (RIFORMISTI): “VALORIZZARE LE DIVERSE ENERGIE INTERNE AL PD”

Anche dal campo dei riformisti si alza la richiesta di ascolto. A portarla è il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. “Ora Elly dovrà avere le capacità di valorizzare le diverse energie che si trovano nel Pd – ha detto ai microfoni di La7 -. Un partito con diverse fratture, con forti differenze territoriali tra Nord e Sud, generazionali, di cultura politiche che sarà importante tenere insieme e tutto questo dipende da lei, da come affronterà alcuni nodi fondamentali”. Questi nodi sono la posizione atlantista, la linea sull’Ucraina e sulle politiche del lavoro. “Se sarà così il Pd sarà il mio partito – continua Gori -. Io le faccio molti auguri, vedo anche gli aspetti delle potenzialità di quello che è riuscita a fare”.

L’APPARATO ALLE SPALLE DI ELLY SCHLEIN

Del resto è stata la stessa Schlein a sottolineare che nel voto per lei “c’è un chiaro mandato per cambiare”. Un cambiamento che potrebbe partire dall’azzeramento dell Nazareno e dal ridimensionamento delle correnti interne al Pd. È pur vero che a sostenere la nuova segretaria c’erano nomi forti, e storici, del Pd. Dall’ex ministro Franceschini all’ex presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, agli ex ministri Andrea Orlando, Francesco Boccia e Giuseppe Provenzano. “Si respira un’aria nuova e di chiarezza. C’è un’alternativa che comincia ad avere un profilo – ha detto Nicola Zingaretti a Metropolis sul sito di Repubblica -. Credo che Elly abbia raccolto molto di quella voglia di rinnovamento che era contenuta in quella denuncia. Qui non c’è solo la distinzione tra vecchio e nuovo, ma tra giusto e ingiusto ed è qui che noi dobbiamo tornare a ragionare. Il riformismo è fare leggi per rendere l’Italia più giusta”. Anche l’ex segretario è consapevole che Elly Schlein rischia di essere stritolata tra le spire delle correnti che animano il Partito democratico. “Io darò una mano perché questo non avvenga. Il rischio c’è ma io sono fiducioso – ha concluso -. E dai gazebo viene un messaggio di immensa fiducia che ci chiede di costruire un’alternativa alla destra”.

I RUOLI ALLA CAMERA E ALLA SEGRETERIA PER FURFARO, BOCCIA E DI BIASE

A sostituire Debora Serracchiani a Montecitorio potrebbe essere Marco Furfaro, deputato toscano amico e tra i primi sostenitori di Elly Schlein. In alternativa quel ruolo potrebbe essere coperto dalla deputata romana Michela Di Biase, mentre al Senato al posto della Capogruppo Malpezzi potrebbe andare Francesco Boccia. Analogamente anche l’organigramma del gotha Pd potrebbe subire un ringiovanimento forzato. A concorrere per una poltrona nella nuova segreteria ci sarebbero Chiara Gribaudo, deputata di Cuneo alla terza legislatura e possibile futura candidata alla Regione Piemonte, e Chiara Braga.

STEFANO BONACCINI: “CHI LASCIA SBAGLIA”

Ancora incerto il ruolo per il Stefano Bonaccini, che nell’imminenza del risultato elettorale si è detto disponibile a dare una mano. “Sono convinto che chi esca sbaglia, anzi dobbiamo chiamarne di nuovi – ha detto il presidente dell’Emilia-Romagna -. L’obiettivo è di costruire le condizioni per tornare a essere il primo partito alle prossime elezioni europee e vincere nei comuni”.

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