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Gentiloni dopo Conte?

Gentiloni

I Graffi di Damato. La crisi partorisce parlamentari in affitto, prestito e comodato d’uso…

Come per riscattare il suo partito dal sospetto di fare il doppio gioco da una parte chiedendo al capo dello Stato il reincarico del presidente del Consiglio dimissionario per un governo più solido e dall’altra sostenendo il recupero di Matteo Renzi, che tornerebbe a destabilizzare la maggioranza per la sua natura di scorpione sulla rana della celebre favola, Nicola Zingaretti ha prestato la senatrice di cui avevano bisogno i “volenterosi” ed “europeisti” per costituire a Palazzo Madama il nuovo gruppo voluto da Giuseppe Conte. Che aspira a diventare così numeroso da rendere non più determinanti i parlamentari renziani.

La senatrice prestata da Zingaretti a Conte è la triestina Tatjana Roic. Che si è improvvidamente vantata del suo patriottismo politico, diciamo così, parlando di un “sacrificio” compiuto per “il bene del Paese” e assicurando che la sua “casa” continuerà ad essere il Pd. Dove quindi conta di tornare dalla trasferta non appena saranno arrivati al nuovo gruppo i senatori mancati sinora.

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La franchezza della Roic, che ha raccontato anche date e modalità della missione affidatale dal partito, è stata pari allo sgomento che deve provare adesso lo stesso Zingaretti. Il quale rischia di passare non dico alla storia, addirittura, ma alle cronache parlamentari sì per l’introduzione dell’affitto o del comodato d’uso dei rappresentanti del popolo. Costoro, oltre ad essere da tempo nominati, adesso possono essere anche prestati da una parte all’altra. Ormai c’è una sconcertante gara a demolire la credibilità dell’istituto parlamentare.

A questo punto temo che Silvio Berlusconi farà sempre più fatica a smentire i maliziosi che gli hanno già attribuito una spintarella d’incoraggiamento, sotto sotto, alla sua ex segretaria di fiducia Mariarosaria Rossi: la senatrice unitasi alla maggioranza nell’ultima votazione di fiducia a Conte e affrettatasi naturalmente ad arruolarsi nel nuovo gruppo degli europeisti del Maie-Centro Democratico, contribuendo con la Roic a farlo nascere in tempo per esordire al Quirinale nelle consultazioni per la soluzione della crisi. E al tempo stesso riuscendo ad impedire di fatto, e a grande sorpresa, l’adesione della senatrice Alessandrina Lonardo, la moglie di Clemente Mastella che pretendeva il nome del movimento di famiglia “Noi campani” nella intestazione del nuovo gruppo.

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Persino il navigatissimo Eugenio Scalfari in un intervento eccezionalmente feriale su Repubblica ha dato ormai a Conte ben poche possibilità di rimanere a Palazzo Chigi. E intrufolandosi a suo modo nelle consultazioni di Sergio Mattarella ha proposto una sua soluzione alla crisi che Marco Travaglio ha definito sul Fatto Quotidiano “la più demenziale del mondo” per la piega che sta prendendo, ben diversa dalle sue indicazioni, speranze, direttive ai grillini e quant’altro. In particolare, Scalfari per sottrarre la crisi alle “carezze e ceffoni” di Renzi ha proposto al presidente della Repubblica di richiamare da Bruxelles Paolo Gentiloni, ora commissario europeo all’Economia, e restituirgli il palazzo consegnato a Conte nel 2018.

Avremmo così un magico ritorno alla legislatura scorsa, quando sottraendosi alle spinte dell’amico Renzi, ristrettosi nei panni di segretario del Pd dopo la sconfitta referendaria sulla riforma costituzionale firmata come presidente del Consiglio, il conte – stavolta al minuscolo – Gentiloni spalleggiò Mattarella nel rifiuto delle elezioni anticipate. Che avrebbero scongiurato la cocente sconfitta elettorale dell’anno successivo al Pd rimasto a Renzi dopo la scissione dei Bersani, D’Alema, Speranza e compagni.

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