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Giochi, posti di lavoro a rischio con legge regionale pugliese. Ma spunta la proroga
Secondo uno studio dell’Eurispes sono a rischio l’80% delle sale gioco legali e novemila posti di lavoro. Se il Consiglio approverà il rinvio della legge si dovrà attendere una legge quadro nazionale
Chiusura dell’80% delle sale gioco legali e novemila posti di lavoro a rischio e in Puglia con la Legge regionale sul gioco che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 20 dicembre. A certificare il problema è uno studio dell’Eurispes, presentato a Bari, dal titolo “Gioco legale e dipendenze in Puglia”, realizzato nel quadro delle attività dell’Osservatorio Permanente su giochi, legalità e patologie.
IL DISTANZIOMETRO COLPISCE ANCHE LE VECCHIE ATTIVITÀ DAL 20 DICEMBRE
La legge pugliese impone a partire da fine dicembre la chiusura di circa 700 punti gioco, collocati al di sotto dei 500 metri dai punti sensibili senza di fatto ridurre i rischi legati alle ludopatie, osserva l’Eurispes. Nelle ultime ore è intervenuta però la richiesta di proroga da parte della Commissione sanità della Regione Puglia che ha approvato all’unanimità una proposta di modifica della legge regionale contro il gioco patologico, elaborata dopo un lungo confronto tra istituzioni e associazioni degli operatori, che riguarda proprio il rinvio dell’entrata in vigore di quanto stabilito nella legge regionale approvata nel 2013. In tale disposizione sono contenute misure che dispongono una distanza di almeno 500 metri tra sale da gioco e luoghi sensibili come scuole, luoghi di culto e impianti sportivi. Il testo originario prevedeva l’immediata applicazione del “distanziometro” per le nuove attività, mentre per quelle già esistenti troppo vicine ai luoghi sensibili concedeva cinque anni di tempo – in scadenza appunto il 20 dicembre – prima dello stop definitivo.
PROROGA DOVRÀ PASSARE IL VAGLIO DELL’AULA DURANTE IL PROSSIMO CONSIGLIO REGIONALE
Con il via libera della Commissione sanità regionale si è deciso di non procedere sulla base di alcuni emendamenti che posticipavano l’entrata in vigore della legge al 2020 ma di attendere l’emanazione di un Testo Unico in materia di prevenzione e trattamento del gioco d’azzardo patologico a livello nazionale. Ma l’ok della Commissione Sanità non è ancora risolutivo dell’intera questione visto che il provvedimento dovrà passare il vaglio dell’Aula durante il prossimo Consiglio regionale, ancora da fissare.
COSA DICE LO STUDIO EURISPES SULLA PUGLIA
Gli “esercizi dedicati” nella Regione Puglia ad oggi sono 856: 6 sale Bingo, 330 sale dedicate (VLT), 395 negozi di gioco (agenzie di scommesse con Awp / Vlt), 125 agenzie scommesse (senza Awp / Vlt). L’occupazione media stimata per le singole categorie è di 40 addetti per ogni sala Bingo, 4 addetti per ciascuna sala dedicata, negozio di gioco e 3 addetti per ogni agenzia di scommesse. Facendo un calcolo, si arriva a quantificare il totale di persone occupate in 3.615 unità. Ipotizzando la chiusura dell’80% di loro, si avrebbe una perdita di 2.891 posti di lavoro.Bisogna poi prendere in considerazione l’indotto degli “esercizi dedicati” e di quelli “generalisti”, in particolare, le aziende di noleggio che gestiscono e manutengono gli apparecchi AWP e VLT, circa una trentina in Puglia. Per questa attività, sono occupati, nelle funzioni amministrative, gestionali e tecniche, 1085 addetti: anche in questo caso, ipotizzando il taglio dei volumi del gioco paro all’80%, si avrebbe una ulteriore perdita occupazione di 868 addetti. Passando poi all’area degli “esercizi generalisti” che offrono gioco legale, si sono potuti calcolare quelli che ospitano almeno un apparecchio slot, che sono 4.293 (soprattutto bar e tabacchi). La media degli addetti per esercizio è di 3,5 persone: quindi il volume occupazionale complessivo è di 15.025 addetti. I ricavi mensili, ascrivibili alla quota che rimane all’esercente dalla vendita di gioco legale, sono valutabili tra i 1.500 e i 3.000 euro. Ipotizzando la cessazione dell’80% dell’offerta del gioco legale, la riduzione del guadagno degli esercenti potrebbe generare l’espulsione di circa 1,5 addetto per ogni esercizio, ovvero un calo occupazionale di 5.151 lavoratori. In sintesi, arriviamo alla cifra di 8.911 lavoratori che stanno rischiano di perdere il posto di lavoro.
DISTANZIOMETRO INEFFICACE PER CONTRASTARE IL “PROBLEM GAMBLING” SECONDO L’ISS
Tra l’altro è anche tutta da verificare l’utilità di norme come il distanziometro nel contrasto alle ludopatie. L’Istituto superiore di Sanità (ISS) ha infatti bocciato il modello Di Maio evidenziando come gli 1,5 milioni di giocatori problematici – che non necessariamente sono giocatori patologici ma coloro che faticano a gestire il tempo da dedicare al gioco e a controllare la spesa -, non troverebbero nessuno scoraggiamento da misure quali il distanziometro. Il distanziometro, infatti, secondo l’indagine dell’ISS non è uno strumento efficace per contrastare il “problem gambling”. Anzi. Dal rapporto emerge che il giocatore problematico predilige i luoghi lontani da casa e dal lavoro, quelli che garantiscono la maggior privacy o con un’area fumatori. Quest’ultimo aspetto è direttamente legato ai giocatori problematici perché tra loro è maggiore la percentuale di chi fuma o di chi consuma alcolici 4 o più volte a settimana. Anche l’Eurispes, nel tentativo di fornire un contributo di riflessione sulla validità dello strumento del distanziometro, ha elaborato i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo l’istituto di ricerca l’11,3% dei giocatori “problematici” preferisce giocare in luoghi lontani da casa, contro il 2,5% di quelli “sociali”, e il 10,7% dei “problematici” ha una predilezione per gli esercizi che garantiscono maggior privacy, rispetto all’1,5% dei giocatori “sociali”. Dunque, il giocatore problematico ricerca luoghi lontani che garantiscono privacy e che, in qualche misura, occultano la loro condizione di giocatori. (Qui la ricerca Eurispes)