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I nuovi indignati speciali

M5s

I Graffi di Damato. I soliti indignati speciali, sotto le stelle, per i vitalizi di Formigoni e Del Turco

Divisi ormai su tutto, anche sul modo di continuare a vivere da separati in casa, per cui è ripreso il conto alla rovescia verso la scissione, mentre Giuseppe Conte studia e ristudia anche da avvocato le carte della rifondazione del movimento consegnatogli personalmente da Beppe Grillo, i pentastellati ritrovano la loro unità solo contro i vitalizi degli altri. Ora si sono mobilitati di nuovo gridando vergogna e quant’altro contro la decisione appena presa non da qualche passante ma all’unanimità da un organismo della giustizia interna del Senato, chiamato Commissione Contenziosa, per restituire il vitalizio all’ex presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, cui era stato evidentemente sospeso in modo arbitrario.

Ma ancor più che contro i settemila euro mensili restituiti a Formigoni con gli arretrati, i grillini di ogni tendenza, anima e quant’altro si sono levati contro i cinquemila euro che a questo punto ha riacquistato il diritto di ricevere anche Ottaviano Del Turco, pure lui ex senatore ed ex presidente di regione. Ma che, rispetto a Formigoni, ha l’aggravante politica di essersi sempre sentito e dichiarato socialista, almeno sino a quando un bel po’ di malattie, fra cui l’Alzheimer, non ne hanno compromesso l’attendibilità. E socialista, si sa, per un certo tipo di politici e di pubblico significa ladro, corrotto e simili.

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Uniti nel solito fotomontaggio di prima pagina come ricercati sull’altrettanto solito Fatto Quotidiano, con didascalie laterali, diciamo così, tradotte in soldoni dal casellario giudiziario, i due pensionati praticamente più pericolosi d’Italia sono stati liquidati anche come “il lombardo” e “l’abruzzese” di origini evidentemente controllate e forse anche biasimevoli.

L’argomento giuridico opposto alle proteste dal presidente della Commissione senatoriale, disgraziatamente forzista, meritevole quindi anche lui di biasimo pregiudiziale, è stato ignorato dai grillini per la loro ormai provata incompatibilità, ignoranza e quant’altro in materia di norme di legge, comprese quelle ch’essi stessi hanno approvato, voluto e quant’altro.

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È il caso della norma che nella legge istitutiva del cosiddetto reddito di cittadinanza – quello che doveva abolire la povertà in Italia, secondo l’annuncio di Luigi Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi affacciato su Piazza Colonna – consente di intervenire sul trattamento pensionistico solo dei condannati in via definitiva per reati di terrorismo e di mafia, di cui Formigoni e Del Turco non sono stati ancora neppure accusati. Ed anche per gli altri condannati, come appunto i due “ricercati” dal Fatto Quotidiano, non si può intervenire se non sono latitanti o evasi: condizioni in cui non si trovano né l’uno né l’altro dei mostri di giornata.

Qui la “vergogna”, per ripetere il grido di sdegno della vice presidente grillina del Senato Paola Taverna, è solo di chi non conosce la legge o non vuole applicarla: una vergogna pari solo a quella dell’ex accusatore di Del Turco, imprenditore privato della sanità abruzzese, appena condannato in via definitiva per truffa alla regione, e confiscato di beni per più di trenta milioni di euro.

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