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Il barometro della crisi volge al brutto: sempre più in bilico il governo Draghi

Conte Ddl Zan

Accelerazione verso la crisi: Lega e Forza Italia chiedono un nuovo governo senza 5S. Draghi esclude il bis. Mattarella sente tutti i leader di partito per un giro di “consultazioni” prima della frattura

Nel primo pomeriggio, quando prendono la parola gli esponenti di Lega, Forza Italia e Movimento 5 Stelle, si capisce che il Senato proietterà la visione di un altro film: non un susseguirsi di lodi sperticate nei confronti del presidente del Consiglio, attese un po’ da tutti a eccezione dei grillini, ma una corsa delle varie forze a mettere paletti ben precisi, in segno di una parola che verrà brandita a turno da tutti: discontinuità.

L’ULTIMATUM DI DRAGHI E IL MAL DI PANCIA NEL CDX

Il discorso della mattina pronunciato da Mario Draghi, riassumibile in un ferale e spazientito “o con me o contro di me”, sulla base del medesimo programma di 17 mesi fa (il premier, anzi, ha colto l’occasione per richiamare tutti i partiti a smetterla di impallinare le riforme meno piacevoli, in quanto il pacchetto è unico e indissolubile), sembra aver scontentato un po’ tutti, dalle parti del centrodestra, soprattutto Silvio Berlusconi, che finora aveva frenato le intemperanze dell’alleato Matteo Salvini.

COSA C’E’ NELLA RISOLUZIONE CALDEROLI

I partiti, insomma, hanno inteso il discorso di Draghi come un atto di sfida e mostrano i muscoli. Il primo a muoversi è la Lega con una risoluzione a firma di Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato, in cui si chiede che “nella compagine governativa siano compresi esclusivamente” le forze politiche “espressione dei partiti che hanno votato a favore della fiducia nella seduta del senato del 14 luglio” tenendo quindi fuori i Cinque Stelle.

ANCHE FI CHIEDE GOVERNO SENZA M5S

Del medesimo avviso Maurizio Gasparri, di Forza Italia che in Aula sottolinea come “Un nuovo patto di fiducia” voglia dire “discontinuità con il governo precedente. Non siamo qui per sapere se a Casalino rinnovano il contratto o se pagano i 300mila euro del blog di Grillo. Noi non ci stiamo alle pagliacciate, cari senatori di M5S. Vogliamo la discontinuità rispetto alle sceneggiate”, ha concluso chiudendo la porta ai grillini e sancendo l’uniformità di vedute tra Lega e Fi.

M5S PRONTO A SOSTENERE IL GOVERNO DRAGHI SE…

Non strappa ma chiede discontinuità, che come si anticipva è la parola della giornata, anche il Movimento 5 Stelle: “Non possiamo non chiederle un cambio di passo, non possiamo non chiederle come davanti a questa emergenza occorrano azioni concrete”, ha detto il senatore del M5S Ettore Licheri parlando a nome del gruppo in Senato e rivolgendosi al premier Mario Draghi. “Quello che è stato detto stamattina nei nostri confronti – ha aggiunto – non è nulla rispetto a quello che abbiamo dovuto subire perché siamo l’unica forza politica che sta incalzando il governo sulla crisi. Ma non chiediamo poltrone come ha fatto Romeo, della Lega, non chiediamo rimpasti. Solo di poter dare risposte ai nostri cittadini, cercando di capire cosa è di destra e cosa di sinistra. L’intervento di Iv lo avrebbe potuto scrivere Forza Italia, e quello della Lega lv”, ha stilettato il senatore del M5s, Licheri.

IL SALVAGENTE DI CASINI

Viene lanciato da un democristiano di vecchio corso come Pierferdinando Casini un salvagente utile a trovare un accordo mandando sotto al tappeto i passaggi del discorso di Draghi più indigesti per il centrodestra. La risoluzione dell’ex Presidente della Camera prevede: “Ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio, il Senato le approva”. In questo modo la risoluzione verrà posta ai voti in Aula indipendentemente dalle firme e dalle adesioni dei capigruppo del centrodestra.

SOLO IL PD CON DRAGHI SENZA ‘SE’ E SENZA ‘MA’

Intanto dal Pd si rinnova l’appoggio all’esecutivo: “Serve un governo autorevole e credibile per affrontare i passaggi che abbiamo di fronte in Europa. Noi La sosterremo perché vogliamo completare il Pnrr e le riforme necessarie che sono ancora diverse. Siamo d’accordo al patto che ci ha proposto e siamo ancora più convinti di prima” così in Aula, il vice presidente dei senatori dem Franco Mirabelli – Tutti dovrebbero fare lo stesso, dire con chiarezza se si condivide o no questa proposta. Tutti dobbiamo avere la responsabilità di dire Sì o No, non è serio inventare altre strade o altre soluzioni”.

Il mosaico sembra insomma difficilmente ricomponibile e Draghi, contro ogni pronostico, pare destinato a raccogliere meno voti di quelli che aveva ottenuto lo scorso giovedì sul dl Aiuti. Anche per questo la senatrice forzista Alessandra Gallone ha chiesto e ottenuto una pausa utile a trovare una quadra: “Chiediamo in accordo con gli altri gruppi, una sospensione di un’ora e trenta dei lavori, anche due ore”. “Visto che la maggioranza è d’accordo, sospendo l’aula per un’ora e trenta”, ha deciso la presidente Casellati. La ripresa solo per le 17, seguirà la replica di Mario Draghi e si comprenderà il destino della legislatura.

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