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Il caro bollette rischia di non farci bastare il PNRR. Giovannini ipotizza revisione, l’Ue frena

Infrastrutture Giovannini

Dialogando col Corriere, il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili si lascia scappare che se il caro bollette ipotecasse la ripresa si potrebbe sempre aggiornare il Piano di ricostruzione ma l’Ue replica a stretto giro: “PNRR non si toccano”

Il governo doveva disinnescare il caro bollette, invece il caro bollette rischia di disinnescare la ripresa. Morale: se la crisi economica si aggravasse, tenendo conto che a breve entreremo nel terzo anno di pandemia, i soldi e le poste del PNRR, deciso nell’estate del 2020, potrebbero non bastare.

PNRR E RECOVERY INVECCHIATI PER IL CARO BOLLETTE?

L’ipotesi che il Recovery Fund fosse destinato a invecchiare anzitempo, era già stata presa in considerazione dagli analisti e pare fosse già pure sul tavolo del governo. Eppure, anche per tranquillizzare i mercati e non inasprire i rapporti con l’Europa, finora nessun ministro l’aveva ufficializzata. Finora, appunto.

Enrico Giovannini, ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ammette la possibilità di attuare variazioni al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, a fronte del caro energia e dell’aumento generalizzato dei prezzi che rischiano di sopprimere qualsiasi segnale di ripresa e propensione al consumo: “Ricordo che il Next generation Eu, come il resto del bilancio europeo, giù contiene un meccanismo automatico di revisione annuale delle risorse legato all’inflazione, con un tetto del 2%. Inoltre, se ricorrono condizioni eccezionali, il Consiglio europeo può valutare entro il 2022 eventuali proposte di revisione dei Pnrr nazionali. Vedremo come andrà nei prossimi mesi”.

Subito, però, è arrivata una replica europea in cui si sottolinea che i Piani potranno essere rivisti solo in casi eccezionali. Vedremo appunto se l’incremento di energia potrà essere considerato tale dalla Commissione e come argomenterà l’Italia nel caso servissero più fondi o spostarli da un progetto ad altri.

GLI INTERVENTI IN ATTO PER CONTRASTARE L’AUMENTO DELL’ENERGIA

Per Giovannini “I costruttori hanno ragione a lamentarsi dell’aumento dei prezzi, ma il governo ne è consapevole, è già intervenuto due volte nel 2021, mentre nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana e che sta per andare in Gazzetta ufficiale sono previsti nuovi meccanismi di adeguamento dei prezzi di aggiudicazione”.

In un’intervista al Corriere della Sera il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili osserva che l’intervento avviene su due aspetti: “Il primo è quello dei prezzi a base d’asta. La norma prevede che l’Istat faccia una rilevazione dei prezzi dei materiali e che, entro aprile, previo accordo con la conferenza delle Regioni, e mani linee guida sulla definizione dei prezziari regionali. Il secondo prevede un meccanismo di aggiustamento dei prezzi in corso d’opera molto meno penalizzante per le imprese. Oggi l’aumento dei prezzi è assorbito fino al 10% dalla stessa impresa e per l’eventuale parte eccedente lo Stato interviene riconoscendo solo la metà. Ora col decreto questi parametri vengono rivisti a favore delle imprese”.

 

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