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Il centrodestra a 3 punte si spacca in Trinacria. E Meloni parte alla conquista del Nord

Cerasa Centrodestra

In Sicilia il centrodestra va in frantumi: Fratelli d’Italia  sostiene l’ex rettore, Roberto Lagalla, mentre Forza Italia e Lega l’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio. Sul continente Berlusconi e Salvini guardano con preoccupazione all’Opa che Meloni lancia da Milano, candidandosi di fatto alla presidenza del Consiglio

Che nel centrodestra ci siano tensioni non è certo una novità. Soltanto qualche settimana fa la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, aveva sibilato che non sente il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, dall’elezione del presidente della Repubblica. Partita che il centrodestra avrebbe dovuto giocare compatto e che invece aveva visto Salvini nel ruolo del solista, anzi, a giudicare dal numero di nomi fatti e subito bruciati, del fantasista. E ora c’è un’altra partita che richiederebbe unità ma che rischia di essere condotta quasi casualmente: quella delle amministrative.

LA CONFUSIONE DEL CENTRODESTRA IN SICILIA

Le divisioni interne al centrodestra, ben documentate dal fatto che alle ‘non nozze’ di Silvio Berlusconi fosse presente solo Salvini, sono altrettanto visibili in Sicilia. “A Palermo non possono esserci due, tre, quattro candidati di centrodestra”, tiene il punto il leader del Carroccio, che poi evoca ancora una volta quel vertice evocato domenica dal Cav ma che, per un motivo o per l’altro, è stato posticipato ripetutamente: “Conto che entro settimana prossima tutto il centrodestra si ritrovi. Siccome la legge elettorale non cambierà ci sarà la coalizione centrodestra”. “È stato più facile organizzare la conferenza di Yalta – sbotta Ignazio La Russa, delegato meloniano per la questione isolana – Di certo è impossibile pensare che la nostra convention si blocchi per il vertice. Io non posso fermare i nostri dirigenti siciliani: se nel frattempo a Palermo vogliono decidere di andare avanti lo faranno”.

DA PALERMO A MUSUMECI

Nelle ultime ore Carolina Varchi, deputato di Fratelli d’Italia, aveva provato ad abbassare la temperatura interna al centrodestra siciliano e non solo ritirando la sua candidatura a sindaco di Palermo, salvo poi rivendicare: “Mi dispiace che il nostro beau gestè non sia servito e che il centrodestra si sia trasformato in un ring per questioni non strettamente collegate alle amministrative”. Ma, proprio sul fronte amministrative, non si registrano avvicinamenti di sorta, con Fratelli d’Italia da un lato, a sostegno dell’ex rettore, Roberto Lagalla, Forza Italia e Lega dall’altro, a sostegno dell’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio. E non è nemmeno la sola divisione: com’è noto in Sicilia il partito di Giorgia Meloni è fermo nel chiedere con forza che insieme alla scelta del candidato sindaco a Palermo il centrodestra ricandidi Nello Musumeci alla presidenza della Regione.

MELONI A MILANO PRESENTA “I FUTURI MINISTRI”

Oltre la Sicilia, c’è la tre giorni di Fratelli d’Italia al Nord a far crescere le fibrillazioni nel centrodestra, proprio in quella Milano che è sempre stata terreno di gioco di Berlusconi e di Salvini. È chiaro che Meloni, sull’onda dei sondaggi che la danno in testa, punti a Palazzo Chigi.

 

Una convention in grande stile, che vedrà alternarsi sul palco anche personaggi dal profilo ‘tecnico’ come Stefano Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale di Terna, che probabilmente parlerà di caro bollette, Cesare Pozzi, docente di Economa dell’Impresa alla Luiss cui verrà affidato quasi certamente il compito di fotografare la situazione finanziaria contingente e di Stefano Pontecorvo, diplomatico di lungo corso. “Tra gli ospiti gli italiani troveranno diversi futuri ministri”, scherzano, ma nemmeno troppo, alcuni esponenti di FdI mentre fumano fuori dal Mi.Co.

Sul fronte politico, diversi i volti e i nomi vicini a FdI chiamati a presenziare tra la folla dei 28mila metri quadri del Milano convention center, a iniziare dall’ex magistrato Carlo Nordio, che qualche mese fa Meloni candidò al Quirinale, mentre sono destinati a fare notizia pure Giulio Tremonti, che si è allontanato dalla Lega appena è arrivato Salvini e l’ex presidente del Senato di Forza Italia Marcello Pera, anch’egli probabilmente in cerca di collocazione da quando non orbita più attorno a Berlusconi. Resta un dato di fatto: la presenza di Meloni a Milano avrebbe dovuto agevolare un incontro tra i tre leader, incontro che al momento ancora non è stato messo in agenda. Salvini si è limitato a dire che “passerà per fare un saluto”.

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