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Stellantis, cosa ha detto la premier in Parlamento

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Interrogazione sugli stabilimenti italiani di Stellantis a Giorgia Meloni durante il question time. La premier: “Il Governo difenderà l’interesse nazionale”. Ecco tutti i passaggi

Il dossier Stellantis arriva in Parlamento. E ancora una volta a puntare l’indice contro la questione che coinvolge anche la famiglia Elkann sono Azione di Carlo Calenda e Giorgia Meloni. L’occasione è il question time alla Camera dei Deputati con la premier.

L’interrogazione è quella posta dal deputato calendiano Matteo Richetti, con l’obiettivo di sapere quali iniziative il Governo sta mettendo in atto per garantire la continuità produttiva e occupazionale presso gli stabilimenti italiani di Stellantis e di Magneti Marelli, nell’ambito di un piano di rilancio del comparto automobilistico.

La premier non ha lesinato critiche al gruppo Stellantis, ha ripercorso alcune tappe che hanno riguardato Fiat e Fca, ribadendo l’intenzione del Governo di difendere l’interesse nazionale.

MELONI: “IL GOVERNO DIFENDERA’ L’INTERESSE NAZIONALE”

Cosa sta facendo e cosa intende fare il Governo? La Meloni va subito dritta al punto: “Noi vogliamo come sempre difendere l’interesse nazionale, instaurare un rapporto equilibrato con Stellantis per difendere la produzione in Italia, i livelli occupazionali e tutto l’indotto dell’automotive”.

“Il gruppo automobilistico Fiat e i marchi italiani collegati – ha spiegato  – rappresentano una parte importante della storia industriale nazionale, sia in termini occupazionali che di ricchezza prodotta. E’ un patrimonio economico che merita la massima attenzione. E credo che questo significhi anche avere il coraggio di criticare alcune scelte fatte dalla proprietà e dal management del gruppo quando sono state distanti dagli interessi italiani”.

LA PREMIER: “FUSIONE FCA-PSA CELAVA ACQUISIZIONE FRANCESE”

“Penso – ha puntualizzato la premier – allo spostamento della sede fiscale e legale fuori dai confini nazionali, all’operazione di presunta fusione fra Fca e Psa che celava un’acquisizione francese dello storico gruppo italiano, tanto che oggi nel cda di Stellantis siede un rappresentante del governo francese e non è un caso se le scelte industriali del gruppo tengono in considerazione molto più le istanze francesi rispetto a quelle italiane”.

MELONI: “SE SI VENDE ‘GIOIELLO ITALIANO’, VA PRODOTTO IN ITALIA”

“Se si vuole vendere un’auto sul mercato mondiale pubblicizzandola come gioiello italiano – ha ammonito Meloni – allora quell’auto deve essere prodotta in Italia. Queste sono le regole con l’attuale Governo e valgono per tutti. Abbiamo modificato le norme, da una parte incentivando chi torna a produrre in Italia e dall’altra scoraggiando chi delocalizza, che dovrà restituire ogni beneficio o agevolazione pubblica ricevuta negli ultimi dieci anni. Vogliamo tornare a produrre in Italia almeno un milione di veicoli l’anno con chi vuole investire davvero sulla storica eccellenza italiana”.

AZIONE: “DOSSIER STELLANTIS DIVENTI PRIORITA’ PER TUTTI”

Dopo le parole della premier Meloni, anche la replica del rappresentante di Azione: “La questione Stellantis – ha affermato Richetti – non è un elemento di puntiglio verso un’azienda, una proprietà o un organo di informazione. Qui siamo di fronte al fatto che, a fronte di garanzie ricevute con vincoli precisi, un’azienda non ha mantenuto poi gli impegni presi. Negli ultimi mesi Carlo Calenda è stato abbastanza isolato nel tentare di porre un tema che non è contro qualcuno, ma riguarda la manifattura e l’industria italiana. Io spero che diventi priorità di tutte le forze politiche”.

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