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Il Parlamento riprende le attività: tutti i primi compiti degli eletti

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I nuovi eletti entrano in Parlamento per la prima volta. Oggi tutte le incombenze burocratiche per i primi parlamentari post riforma

Oggi il Parlamento con i nuovi eletti riprende gradualmente le sue attività. Per la prima riunione bisognerà aspettare il 13 ottobre ma, intanto, tutti i parlamentari eletti, per i quali è arrivato il bollino della Corte di Cassazione, iniziano ad assolvere i primi compiti. Successivamente la Camera e il Senato si riuniranno con la costituzione dell’Ufficio provvisorio di Presidenza, della Giunta delle elezioni provvisoria e la proclamazione dei deputati subentranti e, infine, le Camere procederanno all’elezione, per scrutinio segreto, dei presidenti dei due rami del parlamento.

Cosa faranno oggi i nuovi eletti in Parlamento

Oggi i deputati e senatori, in particolare gli eletti per la prima volta, si recheranno in Parlamento per adempiere alle incombenze burocratiche: dalla registrazione alla foto per il tesserino parlamentare fino all’assegnazione dell’account personale. Un vero e proprio debutto per il primo Parlamento eletto dopo la riforma sul taglio dei parlamentari.

Il primo Parlamento eletto dopo il taglio dei parlamentari

Introdotta con la legge costituzionale 19 ottobre 2020, n. 1, la riforma, modificando gli articoli 56 e 57 della Costituzione, ha previsto il passaggio da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori eletti.L’obiettivo della riforma è stato duplice. Da un lato ridurre il costo della politica. Per il taglio di 345 parlamentari è stato stimato un risparmio di circa 500 milioni di euro per ogni Legislatura. Dall’altro lato, la riforma ha l’ambizione di favorire il miglioramento del processo decisionale delle Camere per renderle più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini. La riduzione del numero di deputati e senatori ha permesso al nostro Paese si allinearsi al resto d’Europa. L’Italia, con una popolazione di meno di 60 milioni di persone, era il Paese con il numero più alto di parlamentari direttamente eletti dal popolo. A seguire c’erano la Germania, con circa 700 parlamentari, per più di 83milioni di tedeschi, e la Francia con 577 parlamentari demoeletti, per 67milioni di francesi.

Il restyling di Camera e Senato

La riforma ha avuto anche una ricaduta pratica sui palazzi parlamentari: sia alla Camera che al Senato sono state archiviate diverse postazioni adibite al voto (non sono state eliminate del tutto perché potrebbero tornare utili nel corso delle sedute comuni). Inoltre a Montecitorio è stato installato un nuovo display elettronico, posto alle spalle dello scranno più alto riservato alla presidenza, che, oltre a rendicontare le votazioni, mostrerà ogni singolo documento che sta per essere approvato o bocciato e proietterà l’immagine video del deputato che sta intervenendo in Aula.

Finalmente pronta la lista degli eletti in Parlamento

Solo sabato 8 ottobre l’ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha ultimato i controlli sui voti comunicati dai seggi e stilato la lista di tutti i parlamentari eletti. La Corte di Cassazione ha, quindi, inoltrato alle Camere il verbale dell’ufficio elettorale centrale nazionale con la lista definitiva delle assegnazioni. Le lungaggini sono state determinate dal funzionamento della legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum. Particolarmente complessi i calcoli e l’assegnazione dei seggi relativi alle pluricandidature, cioè ai candidati che si sono presentati sia nei collegi uninominali sia in quelli proporzionali. L’esito dei riconteggi ha determinato che dei 245 eletti con il sistema proporzionale, 19 sono stati eletti in sostituzione di candidati vincitori nei collegi uninominali e 18 in sostituzione degli eletti in più collegi proporzionali.

Il caso Campania: pochi candidati M5S per i seggi in palio

Tra le problematiche emerse dopo le elezioni si è verificato che, in alcuni territori, le liste dei candidati erano troppo corte rispetto ai seggi vinti. Per esempio nella circoscrizione Campania 1 il Movimento 5 Stelle ha vinto tutti i sette collegi uninominali insieme a 6 seggi nei collegi proporzionali. Il buon risultato dei pentastellati ha fatto sì che il numero dei candidati non fosse sufficiente a coprire i 6 seggi vinti. In questi casi la legge elettorale prevede che, con i voti eccedenti, siano eletti i candidati dello stesso partito perdenti nei collegi uninominali. Nel caso della Campania questo non è stato possibile, perché, avendo conquistato tutti i seggi uninominali, non c’erano candidati del M5S perdenti. In questo caso i voti degli elettori campani hanno permesso di eleggere parlamentari di altre regioni. Questo è il cosiddetto “effetto flipper”, che può portare un deputato a essere eletto in una Regione spostando gli equilibri e gli eletti in altri territori. Tra gli eletti del M5S con i voti di altre regioni ci sono Alessandra Todde, eletta in Lombardia, Giorgio Lovecchio e Daniela Morfino, ed Elisa Scutella che diventerà parlamentare grazie all’elezione di Federico Cafiero de Raho in Emilia-Romagna.

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