Da autostrade a dehors, da pubblicità indesiderate a più libertà per assicurati, i punti principali…
Il PPE va verso destra? Tutte le mosse di Meloni & Co. in Europa
Gli scenari possibili per il posizionamento del centrodestra in Europa alle prossime elezioni del Parlamento europeo. Il PPE andrà verso destra?
“Una maggioranza di centrodestra in Europa sarebbe una svolta importante e darebbe nuovo impulso al funzionamento delle istituzioni europee, superando ogni residua forma di scetticismo verso la casa comunitaria”. Con queste parole Silvio Berlusconi ha dato la sua “benedizione” a quel progetto di replicare in Europa la coalizione del centrodestra unito: dai popolari e liberali ai sovranisti. L’idea, alla quale sta lavorando sottotraccia Giorgia Meloni, prevede la costruzione di un gruppo che possa essere la casa di tutte le anime del centrodestra e di tutti coloro che non si riconoscono nell’alleanza di centro sinistra tutt’ora maggioritaria in Europa.
LA DIVISIONE DEL CENTRODESTRA IN EUROPA TRA PPE, ECR E ID
Oggi i tre partiti di centrodestra appartengono a tre gruppi politici europei diversi: Forza Italia è nel Partito popolare europeo (Ppe), Fratelli d’Italia nei Conservatori e Riformisti europei (ECR), di cui Giorgia Meloni è anche alla guida, e la Lega è nel gruppo Identità e Democrazia (ID) fondato insieme al Rassemblement national di Marine Le Pen di cui fanno parte anche i tedeschi dell’AfD. Il PPE è la forza che conta più parlamentari con 176 membri, il gruppo guidato da Meloni, ECR, ne conta 64 come quello cui appartiene la Lega (ID). Il PPE vorrebbe essere il perno anche della prossima maggioranza a Strasburgo. Il centrodestra europeo immaginato da Berlusconi dovrebbe includere anche componenti liberali che oggi si trovano nel gruppo Renew Europe di Macron e Renzi-Calenda (102 membri).
BERLUSCONI: LANCIA IL CENTRODESTRA IN EUROPA
L’analisi di Berlusconi, nella prima intervista dopo il suo ricovero in ospedale, parte dalla considerazione che la maggioranza fra popolari, liberali e socialisti avrebbe fatto il suo tempo. “Aveva un senso quando l’Europa era soprattutto un accordo fra gli Stati, e rappresentare nelle istituzioni europee tutte le grandi famiglie politiche dell’epoca ne garantiva una certa neutralità – dice Berlusconi ad Augusto Minzolini -. Ma man mano che l’Europa ha acquisito una soggettività politica autonoma, processo che io considero necessario e fondamentale, è diventato sempre più importante che la sua guida assuma una connotazione politica chiara”.
ANDARE OLTRE LA COALIZIONE URSULA
Il leader di Forza Italia, in una risposta molto diplomatica, enuclea tutti i punti di cui dovrà tenere conto la leder di FdI per provare a portare a casa un risultato tutt’altro che scontato. A partire dalla stasi della cosiddetta coalizione Ursula. “Tenere insieme forze che hanno visioni ed obbiettivi diversi porta solo alla paralisi o a soluzioni pasticciate – aggiunge Berlusconi -. In Europa, come nei singoli Stati, occorre una chiara assunzione di responsabilità politiche”. Il presidente Berlusconi fa un assist alla leader di FdI e di ECR quando dice che il tempo dei tentennamenti è terminato e che le alternative, dicotomiche, “sono due, il centrodestra e la sinistra, lasciando fuori naturalmente su entrambi i fronti le frange estremiste inaffidabili ed irresponsabili”. “I cittadini europei hanno il diritto di scegliere. Io credo che noi popolari, con i liberali e i conservatori, rappresentiamo la maggioranza degli europei, una maggioranza con un’idea ben chiara dell’identità d’Europa, delle sue radici liberali e giudaico-cristiane, del suo ruolo attivo nel mondo – conclude Berlusconi -. Ovviamente considero indispensabile che i nostri alleati italiani siano di questa partita. Se dentro o fuori dal PPE lo devono decidere prima di tutto loro”.
LE TRATTATIVE TRA PPE E GIORGIA MELONI PER AVVICINARSI ALLE PROSSIME ELEZIONI EUROPEE
L’operazione non è affatto semplice. Sebbene un avvicinamento tra il PPE e Meloni sia in corso da tempo. Qualche tempo fa Maurizio Molinari, direttore de La Repubblica, ha scritto di una trattativa in corso tra Giorgia Meloni e il Partito popolare europeo per togliere la fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia in occasione del voto europeo del 2024. L’obiettivo sarebbe quello di costruire una grande coalizione di popolar-conservatrice nel nuovo Parlamento di Strasburgo. La fiamma, simbolo voluto da Giorgio Almirante per il costituendo MSI nell’immediato dopoguerra, imbarazza i tedeschi della CDU. Manfred Weber, leader dei popolari all’Europarlamento, ha chiesto a Meloni un segnale di apertura politica ai moderati per rendere possibile un patto con i conservatori alle prossime elezioni europee. Ipotesi che Meloni sta vagliando anche per attrarre gli elettori di Forza Italia. In caso di vittoria nelle urne della coalizione di centrodestra a guida della Commissione potrebbe andarci il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani.
L’ONDA LUNGA DEI SUCCESSI DELLE FORZE CONSERVATRICI IN EUROPA
Un contributo a questa alternativa potrebbe arrivare dai risultati che le forze conservatrici stanno raccogliendo in tutti i Paesi dell’Ue. Onda lunga che dovrebbe arrivare fino alle prossime elezioni europee e che potrebbe fornire alla componente di destra del popolarismo europeo solidi argomenti per un riposizionamento strategico del partito verso destra.
LE FRATTURE ORIZZONTALI E VERTICALI NEL CENTRODESTRA EUROPEO
Come scrive l’editorialista Cristofaro Sola sull’Opinione le divisioni in Europa sono solo verticali, rispetto alle diverse famiglie politiche, ma anche orizzontali “generate dalla frammentazione delle posizioni assunte dai partiti nell’ambito degli specifici contesti nazionali”. Esplicitando meglio “il popolarismo della Cdu (Unione Cristiano-Democratica di Germania) è modellato sulla società tedesca, per come si è evoluta nel corso dei decenni. Altrettanto, il conservatorismo degli svedesi, dei polacchi o degli spagnoli di Vox non è propriamente il medesimo di FdI”. Questa è un altro elemento da tenere in considerazione per la realizzazione di un progetto comune che coinvolga i Conservatori e il Partito Popolare Europeo.
SALVINI VUOLE IL CENTRODESTRA IN EUROPA MA NON ENTRA NEL PPE
A questo quadro contribuisce anche Matteo Salvini che, nel corso di un’intervista al quotidiano trentino “Il T”, ha dichiarato che la Lega non aderirà al partito dei Popolari europei. Il capo del Carroccio ha escluso questa possibilità, che ha, in realtà, tra i suoi estimatori alcuni ‘big’ leghisti come il vicesegretario Giancarlo Giorgetti, e i governatori Attilio Fontana e Luca Zaia. Nell’intervista Salvini conferma che intende “continuare a lavorare per un accordo tra tutti i partiti di centrodestra a Bruxelles, con l’obiettivo di rendere ancora più incisive alcune battaglie”. Nel 2021, da leader della prima forza della coalizione di centrodestra, Salvini provò, senza successo, a creare un gruppo di centrodestra in Europa con i polacchi del Pis (nei Conservatori europei, Ecr, insieme a Giorgia Meloni) e con il primo ministro ungherese Viktor Orban. “Negli ultimi anni abbiamo assistito all’asse tra Ppe e socialisti: non credo piaccia gli elettori moderati di centrodestra – dice Salvini -. Il Ppe cosa pensa dell’utero in affitto, che io ritengo un abominio, oppure delle restrizioni al settore automotive, che mettono in ginocchio imprese e lavoratori europei?”