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Il ritorno di Di Battista in politica può scuotere il M5S? Intervista a Paolo Becchi

Di Battista

Conversazione con il prof. Paolo Becchi su “Schierarsi”, la nuova associazione politico-culturale di Alessandro Di Battista

Una nuova associazione si affaccia nel panorama italiano. È “Schierarsi” la nuova associazione culturale di cui Alessandro Di Battista è vicepresidente e che ha l’obiettivo di “coinvolgere gruppi di cittadini nella costruzione di proposte e progetti per la collettività”. Il presidente di Schierarsi è il giovanissimo Luca Di Giuseppe, classe 1997, “facilitatore” salernitano del M5S che nel 2021 organizzò via Facebook il V-Day contro il governo Draghi.

Dai suoi primissimi passi “Schierarsi” ricorda da vicino quello che fu il M5S delle origini, com’era nelle aspettative e nei progetti di Gianroberto Casaleggio.

Ne abbiamo parlato con chi quel Movimento lo conosceva molto bene, il prof. Paolo Becchi, ordinario dell’Università di Genova.

Secondo lei perché Alessandro Di Battista ha deciso di fondare un’associazione?

Per prendere tempo, per verificare se ancora quell’appeal che aveva nel passato, insomma bisogna vedere se Alessandro Di Battista richiama ancora il pubblico che aveva quando era vicino al Movimento 5 stelle, da cui è uscito, oppure se nel frattempo questo appeal è andato scemando. Prima di fondare qualsiasi nuovo movimento è meglio partire da un’associazione e vedere, per esempio, quante persone si iscrivono. Mi pare che nei primi giorni abbia già un buon successo, vuol dire che effettivamente Di Battista conta, ecco, quindi bisogna vedere nei prossimi giorni che cosa succede. Ci sono già in programma alcune iniziative, una Marina di Massa, se non vado errato, l’altra sarà a Torino, bisognerà vedere quante persone riesce a raccogliere in queste manifestazioni, è un soggetto da seguire anche se mi pare che nella politica italiana non si sia dato abbastanza peso. Credo che si sia mosso con prudenza, nessuno gli può riporre rimproverare nulla perché si è comportato sempre correttamente a differenza di molti personaggi del Movimento 5 stelle, ha dimostrato veramente che cosa vuol dire l’onestà di cui tanto parlavano, forse uno dei pochi che ha dimostrato onestà e quindi adesso si valuterà.

Quali sono i punti di contatto e di differenza rispetto ai primordi del M5S?

Una premessa: Conte ha completamente snaturato il M5S, quello che vediamo oggi non è più il M5S. Ora vado al cuore della sua domanda. I punti di contatto riguardano la democrazia partecipata, la democrazia che parte dal basso e probabilmente anche il riferimento alla rete, questo bisognerà verificarlo. Io credo che un accordo tra Davide Casaleggio e Di Battista, di cui forse anche lo stesso Di Battista ha bisogno, potrebbe funzionare. Ecco bisognerà vedere quello che succederà, Io credo che i due si incontreranno, credo eh, non ho nessuna sicurezza, ma credo che si incontreranno ad Ivrea e si parleranno.

E quali sono, invece, le differenze con il primo M5S?

Nel disegno di Gianroberto Casaleggio il M5S era più trasversale, qui sicuramente andiamo verso un movimento più di sinistra. Tenendo presente che una sinistra in Italia non c’è, giustamente lui potrebbe cercare di occupare quello spazio. Il Movimento 5 stelle voleva essere oltre la sinistra e la destra ma i tempi sono cambiati e potrebbe giocarsela così. Insomma, in ogni caso, è un grosso rischio per Conte perché lui non ha nessuno a supportarlo. Il suo bacino elettorale è formato da chi ha preso il reddito di cittadinanza ma sicuramente non basta, Di Battista di potrebbe fare una grande concorrenza.

C’è la possibilità di un riavvicinamento di Di Battista al M5S in occasione delle elezioni europee del 2024?

Allora Conte, per provare a difendersi, potrebbe reagire al solito modo quindi di offrirgli un posto per le prossime europee e, a questo punto, il pericolo sarebbe scongiurato. Bisogna vedere cosa Di Battista deciderà di fare. Ecco lui probabilmente ha capito che questa offerta da parte di Conte ci sarà e chissà, magari, lo vuole anche sollecitare. Non so cosa abbia in testa di preciso Di Battista, però la mossa secondo me è azzeccata. Ha lanciato l’amo vediamo se qualcheduno abbocca, in quanti abboccano e nel caso andrà avanti oppure tornerà indietro.

In che modo questa nuova associazione, che magari un giorno diventerà un movimento, si può inserire nella dinamica tra Partito democratico e Movimento 5 stelle in un’alleanza che non sembra decollare?

Io non credo che a Di Battista interessi questo argomento, semmai questo sarebbe un elemento di continuità rispetto al passato. Credo che andrà da solo, se decide di correre correrà da solo. Se decide, invece, a un certo punto di utilizzare l’associazione per fare pressione su Conte e ottenere un posto, ahimè, fallisce tutto. Non so che cosa ci sia nella testa di Di Battista se, semplicemente, quello di utilizzare strumentalmente questa cosa per avere un posto ma se il progetto va avanti non si pone il problema di alleanze, va avanti per la sua strada.

La leadership di Giuseppe Conte è davvero in pericolo, considerando anche i risultati alle ultime regionali?

Lo vedremo a metà di marzo quando Di Battista incontrerà Davide Casaleggio, a questo incontro che ha organizzato nel bosco di Ivrea del papà vedremo che cosa può nascere. Mi pare che si stia sottovalutando molto quello che sta succedendo, perché effettivamente può rappresentare un grosso rischio soprattutto per Conte perché chiaramente il bacino di riferimento è quello del Movimento 5 Stelle e Conte deve essere preoccupato. L’idea di fare l’associazione è stata un’ottima idea per verificare quello che succederà tenendo presente, anche, i risultati non soddisfacenti del Movimento 5 stelle nelle regionali, anche nelle ultime del Friuli.

Insomma, Di Battita è una novità nel panorama politico italiano.

Sì, la situazione politica italiana si è un po’ irrigidita: abbiamo un centrodestra ormai consolidato che governa, Conte che non può aspirare a essere, con i voti che prende, il punto di riferimento per la sinistra, mentre invece il Pd recupera, però insomma sono vecchie forze che ormai non interessano più a nessuno. Chiaramente un’uscita di Di Battista potrebbe coagulare molte forze di opposizione su argomenti forti come quello della guerra.

Però M5S ha una posizione chiara sulla guerra.

Sì, è un tema che Conte sta cavalcando ma, insomma, Conte non ha credibilità, Di Battista potrebbe averla.

La leadership giovane e progressista di Elly Schlein, che è diversa da quella degli ultimi segretari del PD, non basta a dare rappresentanza agli elettori delusi dalla piega governativa del Movimento 5 stelle?

No, direi proprio di no. Lei incarna proprio quei movimenti globalisti e movimenti appunto LGBTQ ma che non che non hanno niente a che fare con uno spirito di sinistra legato al mondo del lavoro, al mondo dei diritti sociali, non solo civili. Io direi che la diversità sarà proprio questa: lei che insiste su un vecchio modello globalista dall’altra parte, invece, Di Battista che potrebbe incidere sui diritti sociali e soprattutto su un altro aspetto fondamentale.

Quale?

La guerra. Oggi è uscito un italiano su due è contro la guerra e non ha rappresentanza parlamentare perché tutti praticamente sono per la guerra. E Conte si capisce che lo fa solo per opportunismo. Chi oggi dovesse fondare un movimento semplicemente contro la guerra e si presenta alle elezioni europee fa il botto.

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