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Regionali, in Lombardia vince Fontana ma Conte non sta sbagliando nulla. Parla Becchi

Pd M5s Becchi

Conversazione con il prof. Paolo Becchi che vede il tramonto del “campo largo” tra Pd e M5S e la trasformazione del Movimento nel “partito di Conte” che vuole occupare lo spazio di sinistra

Dopo un’indecisione durata diverse settimane il M5S di Giuseppe Conte ha finalmente scelto la persona da candidare alla presidenza della Regione Lazio. È Donatella Bianchi, giornalista Rai e conduttrice di Linea Blu, trasmissione alla quale, complice la passione per i temi ambientali, ha legato il suo volto dal 1994.

Originaria di La Spezia, Donatella Bianchi è stata presidente del Wwf Italia e da tre anni è Presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre e del Parco Letterario Eugenio Montale e delle Cinque terre. “Incarna perfettamente i nostri valori, rappresenta al meglio il nostro programma politico, sociale ed ambientale”, ha detto Conte mentre dal Pd le hanno chiesto di lasciare la conduzione del suo programma.

La scelta di Donatella Bianchi, del resto, mette fine alle speranze del Partito Democratico di far convergere il M5S sul suo candidato, Alessio D’Amato, l’assessore uscente alla Salute della Regione Lazio.

Di tutto questo e delle eventuali ricadute sulle elezioni regionali Lombarde ne abbiamo parlato con il prof. Paolo Becchi, ordinario dell’Università di Genova.

Professore, il M5S ha scelto di candidare la giornalista Rai Donatella Bianchi. I parlamentari del M5S hanno serrato i ranghi ma pare che più di qualcuno si lamenti non per la persona ma perché è stata una scelta calata dall’alto.

Mi scusi ma gli altri partiti da dove fanno arrivare le candidature? Dal basso? Non mi sembra una novità. Dovete smetterla di pensare che il M5S sia quello del 2013, questo non è più il Movimento 5 stelle, si chiama così ma dovrebbe cambiare nome. Questo è un partito della sinistra che spera di sostituire il Pd che sta navigando in acque particolarmente limacciose. La candidatura l’ha scelta Conte e non capisco la critica. Il M5S non è il M5S.

In che senso?

Nel senso che non è più, ormai da tempo, quello che conoscevamo. È un partito che aspira a diventare la sinistra in Italia visto che il Pd non riesce più ad occupare quello spazio. Quindi nel Lazio, dove poteva, ha proposto una candidatura autonoma, non discussa con il Pd. Conte fa benissimo, è il leader di questo nuovo partito e se lo gestisce lui come vuole. Non mi sembra una novità. Cos’avrebbero dovuto fare? Lo streaming? Le elezioni in rete? No, no, non ha senso.

Se nel Lazio il M5S non è riuscito a trovare un accordo con il Pd e correrà da solo, in Lombardia la sintesi si è trovata nella persona di Pierfrancesco Majorino.

Allora, non è che il M5S non è riuscito a trovare un accordo nel Lazio. Conte ragiona in questi termini: “Nel Lazio sono forte, posso farcela da solo. In Lombardia non conto un tubo, sono costretto ad allearmi”. Nel Lazio ha forza a sufficienza per puntare sul candidato che ha scelto. In Lombardia il M5S non conta nulla, perde comunque e a quel punto ha preferito fare l’alleanza con il Pd. Scemi quelli del Pd che ci stanno. Conte sta facendo il segretario di un partito e non lo sta facendo male, solo che dovrebbero cambiargli il nome.

Come dovrebbero chiamarlo?
Non so, qualcosa tipo “le bimbe di Conte”, sarebbe perfetto.

L’intraprendenza di Conte e la volontà di occupare lo spazio di sinistra rendono possibile parlare ancora di “campo largo” come fa qualcuno dalle parti del Pd?

Ma no, sono cose superate, io non so chi aveva tirato fuori questo discorso, forse Letta ma Letta ha sbagliato tutto. Finito lui adesso bisognerà vedere chi ci metteranno lì al suo posto e basta. Niente più campo largo, campo lungo forse meglio campo minato. Conte non sta sbagliando una mossa, si gioca le regionali dove può. Quando il Pd capirà che Conte vuol sono occupare il suo posto a sinistra sarà troppo tardi.

Quindi l’alleanza Pd–M5S in Lombardia può essere come un sintomo di debolezza del Partito Democratico?

Si, sicuramente. Il Pd non è in grado di costruire un’alternativa alla Meloni che continua a crescere e che vincerà in Lombardia. Quello che succederà nel Lazio non lo so di preciso ma sicuramente in Lombardia vincerà il centrodestra di Fontana, in queste condizioni vince comunque. Nel Lazio se la può giocare il M5S, la persona che ha scelto, Donatella Bianchi, ha una sua visibilità, va benissimo.

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