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L’Italia per la prima volta alla guida del G20

Italia G20

Dal 1° dicembre l’Italia è alla guida del G20, ma con i media concentrati sul Covid e sui vaccini, oltre che sulle regole da seguire tra Natale ed Epifania passando per Capodanno, quest’evento è passato quasi del tutto sotto silenzio

Dal 1° dicembre l’Italia è alla guida del G20, il gruppo dei 20 Paesi – in realtà, 19 più l’Unione europea – più ricchi al mondo. Con i media concentrati sul Covid e sui vaccini, oltre che sulle regole da seguire tra Natale ed Epifania passando per Capodanno, quest’evento – per la prima volta la presidenza di turno è italiana – è passato quasi del tutto sotto silenzio.

Il G20 è nato nel 1999, è diventato il principale forum internazionale di coordinamento per le politiche economiche con l’obiettivo di rispondere alla grande recessione del 2008-2009. A differenza del G8, ridotto a G7 dopo l’espulsione della Russia, ci sono un po’ tutti: i paesi europei, gli Usa, la Cina, per l’appunto la Russia, l’Australia, la Turchia, l’Arabia Saudita. Ai primi incontri tra ministri economici e governatori delle banche centrali hanno fatto seguito summit tra leader e altri incontri settoriali (come salute, agricoltura, cultura e turismo); ormai viene coinvolta anche la società civile, con think tank ed esperti.

Sua caratteristica principale è l’alto grado di informalità: non è una organizzazione internazionale con personalità giuridica come l’Onu, non emette decisioni vincolanti ma si limita a dichiarazioni d’intenti, non dispone neanche di un segretariato permanente. Però i suoi membri rappresentano insieme l’80% del Pil e i due terzi della popolazione mondiale: quindi i meccanismi di consultazione e concertazione che facilita hanno una rilevanza forte nel decidere l’agenda globale. Anzi, è forse questa sua natura flessibile e non rigida – oltre all’inclusività maggiore – ad averne decretato l’apparente successo.

La presidenza italiana – annuale, fino al 30 novembre del 2021 – è iniziata in sordina, con un breve videomessaggio del premier Giuseppe Conte pubblicato sul sito web dedicato. Lo sfondo è il Colosseo, perché a Roma si svolgerà il summit annuale dei capi di Stato e di governo, il 30 e 31 ottobre (se il Covid verrà messo definitivamente in condizioni di non nuocere).

Il logo nasce da una rielaborazione dell’uomo vitruviano di Leonardo: un gioco tra cerchio e quadrato, con l’azzurro e il tricolore. La scelta è scontata, l’elaborazione sciatta; i promotori – o chi per loro – spiegano sulle pagine del sito che “il logo evoca il ruolo che il G20 a guida italiana potrà svolgere per definire le nuove proporzioni del mondo”: un’evocazione forzata, di non si sa bene cosa.

Lo stesso sito è banale, troppo essenziale, visivamente piatto, con materiali scarni e pochissime immagini; manca persino una pagina coi contatti, a parte i social network. Sembra fatto in fretta, senza troppa cura. Magari è una versione preliminare, che prenderà forma in seguito: ma il confronto con quello della precedente presidenza saudita è al momento imbarazzante. In compenso, la Zecca già ha emesso una moneta celebrativa da 5 euro, in serie limitata: sul verso viene però riprodotto il logo, quindi l’estetica risulta compromessa.

La homepage evoca comunque le tre parole chiave della presidenza italiana: Persone, Pianeta, Prosperità; anzi, direttamente in inglese, People, Planet, Prosperity. Nella presentazione dello sherpa italiano, l’ambasciatore Pietro Benassi, l’obiettivo di fondo della presidenza italiana è quello di “prenderci cura del pianeta e delle persone con un approccio integrato, assicurando una forte ripresa economica che sia al contempo inclusiva, resiliente e sostenibile”.

Ovviamente, il tentativo di promuovere forme più sofisticate ed efficaci di governance globale riguarderà direttamente le conseguenze della pandemia, sia sanitarie sia economiche e sociali. Le sfide da affrontare da parte della comunità internazionale sono lo sviluppo di terapie e vaccini da distribuire in tutti i Paesi, l’adozione di contromisure per il Covid e anche di precauzioni per la prevenzione di pandemie in futuro, la risposta alla recessione globale provocata dall’interruzione delle attività economiche puntando immediatamente alla ripresa e al rilancio. Non vengono proposti provvedimenti concreti, che saranno invece frutto di elaborazione e di decisioni condivise.

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