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La Lega di Salvini sta per finire. Parla Gianluca Pini (Lega Nord)

Lega Salvini

Conversazione con Gianluca Pini, fiero oppositore di Matteo Salvini, che valuta fallimentare il progetto di Lega nazionale e che crede che questo sia “l’ultimo giro di giostra” del “Capitano”

La Lega di Salvini “è un partito personale e verticistico, una sorta di via di mezzo tra la Turchia e la Corea del Nord in termini di rispetto della democrazia interna”. Ad usare questi toni è Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega Nord. Un disamore, tra il Capitano Matteo Salvini e il partito, manifestato anche dallo “strappo” dei cinque consiglieri regionali della Lombardia che hanno lasciato la Lega per il Comitato Nord.

Ma cosa sta succedendo nel partito che ha “tentato” la trasformazione da partito territoriale in partito nazionale? Lo abbiamo chiesto all’on. Gianluca Pini, romagnolo, rappresentante dell’area federalista e autonomista della Lega Nord.

Cosa sta succedendo all’interno della Lega di Salvini?

Sta esplodendo in tutta la sua drammatica comicità il bluff creato da Salvini che si è finto il super-uomo che sistema tutto, il genio della politica con tutte le soluzioni. Si sta ridicolizzando sempre più. Chi lo aveva seguito, anche credendoci, e chi lo aveva seguito facendo buon viso a cattivo gioco, dopo aver chiesto più democrazia e partecipazione ora si è stancato di prendere le briciole. Ogni tanto ha fatto fare qualche congresso a livello provinciale, ma non servono a nulla da un punto di vista funzionale, nessuna decisione viene presa più a livello territoriale. Prima tutto veniva deciso dal territorio, poi andava in alto, Bossi dava l’ultima parola ma ascoltava i territori. Ora i territori non vengono ascoltati. Secondo me lo scenario politico cambierà dopo le elezioni.

Quali sono gli errori più grandi secondo lei?

Niente congressi e tutta cooptazione, Salvini ha creato l’ennesimo cerchio magico di miracolati, scappati di casa e gente dal passato politico ambiguo. Ha stravolto i principi cardine dell’agire politico della Lega Nord. È andato a sud e non ha raccolto consensi. Ha fallito, in buona sostanza. Anche se è al governo non conta più un tubo. La Meloni l’ha sopravvalutato, gli ha concesso troppo sui collegi. E la redazione del maxiemendamento di maggioranza sulla legge di stabilità è l’ulteriore bollinatura sulla sua inconsistenza politica.

Secondo lei il Comitato Nord costituito da Umberto Bossi in Lombardia può diventare un partito? 

Di fatto lo è già. Per ora limitato alla Lombardia visto che ci sono le scadenze elettorali. È stato costituito un gruppo, faranno sicuramente una lista, vediamo se sosterranno Fontana o la Moratti.

Ci sono dubbi?

Allora: Bossi è una persona di parola, ha dato la sua parola ad Attilio Fontana che è un amico e una persona che stimo ma mi sembra un po’ troppo schiavo di logiche politiche salviniane. Secondo me lui si è pentito di ricandidarsi con tutto questo casino. Perché candidarsi con questo caos politico non fa bene. Anche perché non vanno a eleggere il presidente della bocciofila, ma il presidente della regione che ha il 20% della popolazione e 1/3 del Pil.

Il fronte della sinistra sembra essersi compattato intorno alla figura di Majorino.

Il M5S in Lombardia ha percentuali da prefisso telefonico. È una candidatura a perdere, onore delle armi a lui che si va a immolare. È una candidatura debole dal punto di vista dell’appeal politico perché il Lombardia una persona di estrema sinistra fa perdere voti alla coalizione. La Lombardia non è via Montenapoleone a Milano o quelli che abitano nel Bosco Verticale. La Lombardia è il motore produttivo e chi fa certe dichiarazioni, come le sue sul mondo produttivo, i voti li vede con il binocolo. Vedo un tentativo del Pd che è in confusione totale, senza leader, di contenere un po’ la botta. La sfida è a due tra Moratti e Fontana.

Una parte di ex leghisti, parlo dell’area che fa riferimento all’on. Fava, ha espresso volontà di appoggiare la Moratti. Potrebbe essere invogliato anche chi è appena uscito dalla Lega di Salvini?

Sì, è assolutamente uno scenario plausibile. Bossi, da signore qual è e da animale politico qual è, si è offerto a Fontana. Questa cosa mette in enorme difficoltà Salvini perché se gli dice di sì esplode il partito. Il Comitato Nord è interno alla Lega di Salvini, sarebbe come legittimare una corrente. Se invece Salvini dice di no, tutti i leghisti veri, quelli che arrivano dalla Lega Nord, non i “salviniani”, vanno a sostenere la Moratti.

E secondo lei cosa succederà?

Per come lo conosco Salvini dirà di no. È facile che ci sia un bel contenitore di stampo nordista che andrà a sostenere Letizia Moratti. Al momento i leghisti o ex leghisti che sostengono Letizia Moratti sono all’interno della lista civica. Poi Bossi, che è amico personale di Attilio Fontana, potrebbe anche decidere di non candidare nessuno. Ecco nulla è escluso secondo me, la variabile impazzita è la solita follia di Salvini. Ma secondo me come sceglie sceglie l’ha presa nei denti.  La Lega di Salvini non durerà molto ancora.

La perdita di pezzi in Lombardia secondo lei causerà una slavina per la Lega di Salvini anche nelle altre Regioni?

Assolutamente sì. Un dato al quale bisognerà fare attenzione è il risultato che farà la lista Fedriga in Friuli e quella che farà la Lega. Perché si replicherà quello che è successo in Veneto con lista Zaia e Lega: la lista di Fedriga prenderà tre volte i voti della Lega. Queste elezioni regionali cambieranno lo scenario della politica nazionale perché si sta aprendo una voragine al centro al Nord perché non c’è più una rappresentanza politica che porti avanti le istanze del Nord che ha esigenze diverse rispetto al resto del territorio nazionale.

Cosa intende?

Non sto parlando di secessione o di autonomia. Sto parlando di necessità diverse e particolari. Se qui viene prodotto un terzo del PIL avremo bisogno di regole differenti. Le peculiarità delle regioni vanno tutelate. Del resto l’unità d’Italia è stata una scelta forzata, voluta ma forzata perché ci sono caratteristiche diverse. Oggi c’è un grande contenitore politico che rappresenta il sud, il M5S, ma nessuno che rappresenta il nord. E poi il M5S propone politiche solo assistenzialiste ma il plusvalore da qualche parte deve essere generato. L’ha capito anche la Meloni: la maggior parte dei ministri arriva dal nord, questa è un’attenzione. Ha dato quasi più attenzione al nord la Meloni che non Salvini.

Alle prossime elezioni politiche potremmo non vedere più la Lega di Salvini?

Assolutamente. Per Salvini questo è l’ultimo giro di giostra. La mazzata arriverà dalle prossime regionali. Ma pensi, lui è ministro delle infrastrutture e l’unica cosa di cui parla è il Ponte sullo Stretto, e non lo vuole nessuno, solo chi deve fare affari. Il suo fallimento, al di là della sua bulimia politica e della volontà di occuparsi di tutto senza conoscere niente, è la distanza siderale tra quello che vive lui e il mondo reale. Non riesce più a usare a suo vantaggio i social, prima c’era Morisi che era l’unico a tenere in equilibrio la narrativa politica rispetto alle scelte politiche perché sapeva ben analizzare le informazioni dai social. Ora secondo me se lo gestisce da solo e fa un casino, è imbarazzante.

Secondo lei Letizia Moratti quali garanzie dà alle politiche care al Nord.

Beh so che ha redatto il suo programma insieme a leghisti o ex leghisti su temi economici, sociali, autonomia. Le garanzie le ha date sin dal primo momento quando ha aperto il suo programma alle istanze dei leghisti. La Moratti arriva dal mondo dell’impresa, una delle prime cose che ha fatto in campagna elettorale è stato andare nella City di Londra, dove ci sono i maggiori fondi di investimento internazionali, a presentarsi e a invitarli a investire in Lombardia. È chiaro che sta crescendo nei sondaggi perché è una persona concreta, pragmatica e in Lombardia il pragmatismo è tutto. Non che Fontana non lo sia ma è ingabbiato in un sistema che non lo fa lavorare come potrebbe. Tra l’altro un conto è governare con il partito di maggioranza relativo, un altro è se il tuo partito è il secondo o, peggio, il terzo della coalizione. Perché il primo partito sarà Fratelli d’Italia, il secondo potrebbe essere Forza Italia che in Lombardia è ben rappresentata, e la Lega potrebbe arrivare al terzo posto. La vedo male per Salvini e la cosa non mi dispiace, prima si toglie dallo scenario politico e prima torna un po’ di serietà.

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