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La Rai una e trina sul caso Bortone

rai bortone

Dopo le dichiarazioni e i provvedimenti annunciati dall’ad Rai Sergio e il dg Rossi sulla giornalista Bortone, arriva la presa di distanza della presidente Soldi sul caso Scurati 

Dopo due settimane di polemiche per la mancata partecipazione dello scrittore Antonio Scurati a ‘CheSarà…’ su Rai3, arrivano le prime decisioni aziendali e riguardano la conduttrice del programma, Serena Bortone, che ha denunciato il caso sui social. Proprio quel post del 20 aprile ha spinto l’amministratore delegato della Rai Roberto Sergio a inviare una lettera di contestazione disciplinare nei confronti della giornalista, provocando la reazione dell’opposizione e del sindacato, che hanno parlato di una decisione ‘inaccettabile e minacciosa’.

Nelle ultime 24 ore abbiamo assistito a una girandola di dichiarazioni dei massimi vertici dell’azienda del servizio pubblico, con distinguo e precisazioni che hanno riguardato non solo l’ad Sergio ma anche il direttore generale Giampaolo Rossi e la presidente Marinella Soldi. Sicuramente non devono essere giornate semplici per l’ufficio stampa della Rai.

L’AD RAI: CONTESTAZIONE A BORTONE ATTO DOVUTO

In commissione di Vigilanza, Sergio ha spiegato che “è stato contestato a Bortone come avvenuto in analoghi casi, il post pubblicato sui social in violazione della normativa della policy aziendale. La contestazione è un atto dovuto e seguirà l’iter previsto dal regolamento. Non è stata vietata né la partecipazione dello scrittore Scurati né la lettura del monologo, poi autorizzata e effettuata dalla stessa Bortone”.

“Non è un provvedimento disciplinare – ha sottolineato l’ad Rai -, ma una richiesta di chiarimenti e spiegazioni che verranno valutati e poi si deciderà quale tipo di decisioni eventualmente intraprendere”, per poi ribadire: “in attesa delle controdeduzioni, si precisa che si tratta di un atto dovuto, puramente gestionale e di esclusiva competenza dell’Ad”.

SERGIO, BORTONE HA VIOLATO POLICY AZIENDALE, DANNO REPUTAZIONALE

Sulla vicenda “è stato avviato un procedimento di audit interno, le cui risultanze – ha ricordato Sergio – si avranno a breve, concentrato su due aspetti: il primo, gli eventuali disallineamenti procedurali, e sicuramente ce ne sono stati; secondo, i comportamenti dei singoli su cui sono state chieste relazioni. All’esito, saranno decise azioni migliorative dei processi o interventi nei confronti dei dipendenti”. Per Sergio, la vicenda “ha creato un danno reputazionale all’azienda e a tutti i dipendenti, con un’accusa di censura inesistente”.

SERGIO: “SOLO UN MOTIVO ECONOMICO DIETRO IL CASO SCURATI”

“Nel caso di Scurati non è stato annullato un contratto. Si era d’accordo con il valore economico, ma quando si è scoperto che si trattava di una promozione è stato invitato a titolo gratuito”. “Uno dei casi, oltre Scurati, è Cottarelli – ha fatto sapere – che, con un contratto firmato, non è stato pagato perché c’era una promozione. E’ una prassi quando ci sono elementi di promozione”. “Potrei fare una lista”, ha detto l’Ad, ribadendo che “non c’è un motivo editoriale, ma un motivo economico”.

ROSSI: BORTONE? SOLO ISTRUTTORIE, LETTERA DI PRASSI AZIENDALE

Sollecitato dai giornalisti a commentare la lettera di contestazione inviata dall’azienda alla giornalista Bortone, il dg Giampaolo Rossi ha puntualizzato che “se c’è un’uguaglianza di diritti c’è anche un’uguaglianza di doveri. Si sta cercando di verificare se ci sono state violazioni”, per poi aggiungere dopo qualche ora: “non sono dei provvedimenti. Sono delle lettere che vengono fatte di prassi a tutti i dipendenti, quindi è una prassi aziendale che viene applicata, tutto qua”. E sull’autorizzazione necessaria per rilasciare dichiarazioni Rossi ha sottolineato che “vale per il direttore generale così come per l’ultimo dei dipendenti”.

SOLDI BACCHETTA L’AD RAI: PROCEDIMENTO CONTRO BORTONE NON CREDO FACCIA GIUSTIZIA

A intervenire, come detto, anche la presidente Marinella Soldi, con parole tutt’altro che in linea con quelle dell’ad Sergio, se non con vere e proprie accuse.

“Non credo – ha dichiarato – che il procedimento disciplinare contro Serena Bortone faccia giustizia della vicenda, né tantomeno faccia bene alla Rai”. Intanto la presidente Rai, a differenza di Sergio e Rossi, usa l’espressione “provvedimento disciplinare”, per poi bacchettare: “quanto riferito dall’ad in Commissione di Vigilanza racconta in modo parziale quanto accaduto, non citando aspetti di rilievo. Ferme restando le policy aziendali, il cosiddetto caso Scurati è ancora oggetto di verifiche da parte della direzione Internal Audit aziendale, per la quale la Presidente ha le deleghe. Le risultanze in bozza di tale audit sono state visionate sia da me sia dall’ad ed evidenziano una situazione molto più complessa di quella descritta dall’aD, che richiede un approccio più completo”.

CHI E’ MARINELLA SOLDI, DA DRAGHI ALLA DESTRA (MA ANCHE NO)

Come è possibile che i due massimi vertici Rai siano così distanti su un caso delicato, mediaticamente e politicamente, come quello che ha riguardato lo scrittore Scurati e la giornalista Bortone? Si può rispondere che è il frutto dello spoil system che ovviamente non risparmia neppure la Rai e di nomine legate al passato.

Qui un estratto di un articolo di Stefano Iannaccone sul Domani del 16 maggio 2023, nei giorni del rinnovo dei vertici dell’azienda: “Il cda si è spaccato ed è stato decisivo il voto della presidente Marinella Soldi, che ha rinunciato al suo ruolo super partes per schierarsi apertamente con la maggioranza. È stata lei a blindare a correre in soccorso della destra, che ha trovato così un alleato prezioso nella campagna di riconquista della Rai. (…) È finita tre pari, dunque, visto che l’astensione vale come voto contrario. Ma è proprio nei casi di parità che il voto della presidente vale doppio e così Soldi è risultata decisiva. Sarebbe stata sufficiente la sua astensione per stoppare l’operazione di Giorgia Meloni. Invece la manager prestata al servizio pubblico ha scelto di appoggiare Sergio, nonostante finora non abbia mai avuto legami con il mondo di FdI.

La sua nomina – annotava Iannaccone – risale infatti all’esecutivo presieduto da Mario Draghi, che l’aveva voluta alla presidenza dell’azienda proprio in virtù della sua caratura super partes. Certo, c’era stato un corteggiamento politico da parte di Matteo Renzi, ma Soldi non ha mai ceduto alle lusinghe. Il voto rappresenta uno strappo che potrebbe diventare norma nei prossimi mesi: la destra ha bisogno di una stampella nel cda Rai e Soldi ha di fatto manifestato questa disponibilità”.

Questo capitava esattamente un anno fa. E in dodici mesi cambiano tante cose, tra cui gli equilibri e le prospettive future.

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