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Laura Castelli: per il settore dei giochi serve una “riconversione”

Laura Castelli

Serve una “riconversione” da parte delle società che gestiscono i giochi e che il governo chiamerà a collaborare. A dirlo è Laura Castelli, sottosegretario al Ministero dell’Economia, in un’intervista a Policy Maker

Il Vicepremier Luigi Di Maio ed il sottosegretario Laura Castelli lo hanno annunciato a giugno 2018, il settore lo aspetta da tempo, eppure ad oggi il riordino del settore dei giochi non sembra presente nell’agenda politica italiana. Nel frattempo, la maggioranza (in particolare il M5S) si dice apertamente contraria al gioco e “ostile” al settore, mentre il Governo ha aumentato le tasse sui giochi (il PREU, Prelievo Erariale Unico) 3 volte in 4 mesi, assicurandosi così anche parte delle coperture necessarie a Quota 100 e Reddito di cittadinanza.

Perché tanta ostilità verso i giochi? La parola d’ordone è “lotta alla ludopatia”. Tuttavia l’obiettivo sembra tutt’altro che raggiunto, visto che, come sottolinea l’osservatorio sui conti pubblici dell’Università Cattolica, guidato da Carlo Cottarelli, l’aumento delle tasse porterà un aumento del gettito fiscale di circa un miliardo di euro, ma non diminuirà il numero dei giocatori né delle somme giocate.

Lo studio dell’osservatorio della Cattolica sottolinea come non c’è evidenza di una diminuzione della domanda all’aumento della tassazione, mentre uno studio presentato a febbraio dall’Istituto per la competitività (I-Com) aveva già evidenziato come le misure restrittive finiscano per favorire il gioco legale, con l’effetto di “espellere” lo Stato da un comparto come quello dei giochi.

Policy Maker ne ha parlato con Laura Castelli, sottosegretario al Ministero dell’Economia.

Il governo aveva annunciato una stretta sui giochi, ma a giudicare dai dati non ci sono stati effetti rilevanti. 

“Lo scorso anno sono state ridotte le macchine di 135 mila unità e il risultato è che il gettito non è cambiato, il minor numero non inficia il gettito dello Stato e quindi non ci sono più alibi per ridurle. Il dato dimostra che il fenomeno non riguarda solo quante macchine e che tipo di impianti e dunque c’è la necessità di lavorare sulla parte sociale del fenomeno che è venuta meno altrimenti avremo visto dei dati diversi”.

In che modo il governo intende intervenire? 

“Bisogna incidere sul giocatore, occorre una politica di prevenzione e tutela delle persone con situazioni particolari che si chiudono nel gioco, come in altre patologie. C’è un tema di riconversione del settore che dovrebbe provare a collaborare con un governo che ritiene il gioco d’azzardo non una politica da sostenere”.

Il governo e anche lei avevate parlato lo scorso anno di un riordino complessivo del settore. Ci sono aggiornamenti?
“Non è una questione di mia competenza, se ne occupa il Ministero dello Sviluppo economico, io seguo la questione dal punto di vista degli Enti locali. Ma sicuramente la linea politica del governo resta questa”.

E a livello territoriale, avete raggiunto dei risultati?
“Riguardo agli enti locali, lo scorso governo in cinque anni non ha chiuso nessun accordo. Adesso i Comuni virtuosi possono agire in piena libertà, ad  esempio Torino lo ha fatto mettendo delle limitazioni, passate positivamente ai giudizi istituzionali. Questa è una strada positiva da percorrere”.

Per la “riconversione” che avete in mente chiamerete a un tavolo di discussione tutte le parti coinvolte?
“Sicuramente si procederà in questa direzione, sarà un lavoro dei prossimi mesi”.

La partita del riordino resta quindi aperta. Il sottosegretario Laura Castelli, che a Giugno 2018 spiegava “Faremo ordine sulla normativa del gioco d’azzardo anche in collaborazione con gli enti locali a cui sta a cuore tutelare le persone che finiscono in questo vortice” oggi spiega che è necessaria una “riconversione”, e chiede la collaborazione degli operatori del settore.

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