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L’autonomia differenziata preoccupa il Sud: ecco i sindaci che scrivono a Mattarella

Anci Ripartizione Sud

Al centro della vicenda c’è la ripartizione delle competenze e delle risorse che potrebbero danneggiare il sud

Sono 120 gli amministratori che chiedono al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di intervenire sulla proposta di riforma in materia di autonomia differenziata del ministro Calderoli. Le preoccupazioni riguardano la ripartizione delle competenze e delle risorse che potrebbero danneggiare il sud.

LA RIFORMA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA NELLA SCIA DELLA RIFORMA DEL TITOLO V DEL 2001

Il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli ha preparato, e presentato al governo, un disegno di legge sull’autonomia differenziata, che dovrebbe essere votato in Parlamento entro fine mese. La riforma sull’autonomia differenziata punta a dare attuazione all’articolo 116 della Costituzione e si pone nella scia della riforma costituzionale del Titolo V del 2001. Secondo la riforma del 2001 tutte le regioni a statuto ordinario possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie. “È una riforma che va rivista completamente, è una riforma sbagliata in tutti i settori – aveva detto della riforma del Titolo V il presidente emerito della Consulta Antonio Baldassarre -. A parte qualche principio, come questo dell’autonomia differenziata che, se ben inteso può essere utile e importante, in generale è una riforma sbagliata”.

L’ACCORDO TRA STATO CENTRALE E REGIONI PER LA CONCESSIONE DI AUTONOMIA

Come si Eppure il modo previsto dal ministro Calderoli per l’attuazione dell’autonomia non piace a diversi studiosi, all’opposizione e a molti rappresentanti locali delle regioni del Sud di differenti appartenenze politiche.  Ogni regione, in base ai diversi statuti regionali, può attivare la richiesta di autonomia differenziata, l’intesa tra Stato e regione, invece, dovrebbe essere individuata dal governo e inviata alla regione in questione per essere esaminata e approvata.

I PUNTI CRITICI DELLA RIFORMA SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Una delle critiche mosse dagli amministratori meridionali è il ruolo marginale del Parlamento chiamato solo ad approvare con maggioranza assoluta o respingere l’intesa raggiunta, senza proporre modifiche. Un altro aspetto lacunoso è l’assenza di criteri per chiedere l’autonomia differenziata. “Non è una libera scelta, deve esserci un bilanciamento tra l’autonomia differenziata e l’unità nazionale – ha detto il costituzionalista Baldassarre -. Le competenze date in maniera differenziata alla Regione devono sempre salvaguardare l’unità nazionale”. L’ultimo aspetto critico è la determinazione dei LEP, i “livelli essenziali di prestazione” che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. La proposta di Calderoli dice che entro un anno dall’entrata in vigore della legge devono essere decisi i Lep con un Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm), nel mentre si dovrebbero utilizzare i dati della spesa storica, cosa che, andrebbe a vantaggio delle regioni settentrionali.

LE PREOCCUPAZIONI DELLA RETE DI RECOVERY SUD

La rete di Recovery sud è un’associazione che raccoglie 425 amministratori locali che intendono “dare una “risposta istituzionale alla grave crisi di rappresentanza del Sud. Siamo pronti ad autodenunciarci affermando che sì, l’autonomia differenziata rischia di spaccare l’Italia e noi siamo molto preoccupati“, hanno dichiarato. Al momento 120 aderenti all’associazione hanno scritto, ciascuno di suo pugno, una lettera su carta intestata del comune o una pec al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ringraziandolo di aver ricordato nel discorso di fine anno il divario ancora esistente tra nord e sud e chiedendo un incontro.

I SINDACI SCRIVONO AL PRESIDENTE MATTARELLA

Una protesta che ha il suo cuore pulsante in Puglia. “La ringraziamo per aver fatto riferimento, nel suo discorso di fine anno, alla Costituzione e alle ingiustizie determinate dalle differenze tra i diversi territori del nostro Paese”, ha scritto Davide Del Re, primo cittadino di Cassano delle Murge, in provincia di Bari. “Siamo decisi a promuovere un’azione congiunta per il superamento degli storici divari – scrive il sindaco di Bisceglie Angelantonio Angarano, sindaco di Bisceglie -, affermando il valore della coesione nazionale e proponendo soluzioni a partire da un confronto fondato su un’analisi più puntuale dei bisogni dei nostri territori”. Sarebbe necessario “suggerire alle forze politiche del nostro Paese di prevedere, al primo posto della loro agenda politica, misure che possano ridurre queste distanze – su indicatori come la mortalità infantile, la diversa aspettativa di vita dei bambini del Sud rispetto a quello del Nord (minore di 3,7 anni per un bambino di Caltanissetta rispetto a un coetaneo di Firenze), il ricorso a cure mediche fuori regione, il tasso di disoccupazione, l’emigrazione intellettuale, la dotazione infrastrutturale, l’occupazione femminile, la qualità del sistema scolastico e universitario, eccetera – anziché insistere su un progetto di autonomia differenziata che potrà soltanto acuirle”, ha scritto Angelo Conti, sindaco di Valledolmo, in provincia di Palermo.

I COMUNI CHE HANNO INVIATO LE LETTERE AL QUIRINALE

I comuni che hanno già inviato le lettere al Presidente della Repubblica sono: Prizzi, Ruvo di Puglia, Favara, Bompietro, Lucca Sicula, Castell’Umberto, Castel di Lucio, Acquaviva delle Fonti, San Paolo Albanese, Crispiano, Laterza, Verbicaro, Matera, Bisceglie, Alessandria della Rocca, Irsina, San Severo, Lucera, Isola di Capo Rizzuto, Cassano Murge, Casali del Manco, Santo Stefano Quisquina, Corato, Santeramo in Colle, Salcito, Acquappesa, Firmo, Pozzallo, Tursi, Terlizzi, Buccheri, Noicattaro, Campodipietra, Agrigento, Santa Domenica Talao, Naro, Ribera, Gravina in Puglia, Polizzi Generosa, Trepuzzi, Resuttano, Margherita di Savoia, Casalvecchio di Puglia, Sennariolo, Castrofilippo, Petralia Soprana, Cariati, Petralia Sottana, Roseto Capo Spulico, Serracapriola, Lizzano, Acate, Geraci Siculo, Pollina, Castelpoto, Monterosso Almo, San Paolo di Civitate, Valledolmo, Caprarica di Lecce, Cassano all’Ionio, San Chirico Nuovo.

LE VOCI CRITICHE DELLA MAGGIORANZA

Tra i critici della riforma anche voci interne alla maggioranza. Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto (Forza Italia), pur mostrandosi disponibile nei confronti di Calderoli, ha detto: “Sì all’autonomia differenziata – ma a patto che siano garantiti anche gli obblighi previsti dalla costituzione. Quindi si deve fare insieme ai lep e alla perequazione”, ha dichiarato alla Stampa.

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