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Le ultime fibrillazioni tra i 5 Stelle

M5s

I Graffi di Damato. Italiani in festa, Grillo e Conte un po’ meno nella loro partita politica

Beppe Grillo non festeggia, o festeggia controvoglia, l’arrivo dell’Italia in semifinale ai campionati europei di calcio perché troppo preso da un’altra partita, la sua. Nella quale egli è passato ormai dalla posizione di attacco contro Giuseppe Conte a quella di difesa. Ma Conte, pur sempre all’offensiva tra gli incoraggiamenti dei tifosi, non riesce ancora a segnare. E qualcuno comincia a pensare, anzi a temere nella cerchia degli amici e consiglieri più stretti, un pareggio senza però i tempi supplementari e una vittoria obbligatoria ai rigori.

Fuori dalla metafora calcistica un po’ d’obbligo in queste ore, Grillo ha accettato di trattare, secondo l’annuncio in prima pagina di Repubblica, sullo statuto predisposto dall’ex presidente del Consiglio per un MoVimento 5 Stelle rifondato, secondo la missione affidatagli dallo stesso Grillo in una domenica di febbraio. Ma, a dire il vero, Conte gli aveva spedito le bozze come un pacchetto chiuso, da mettere ai voti e basta, per cui una trattativa comporterebbe un cedimento anche del professore e avvocato pugliese.

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“Grillo inizia a cedere”, ha preferito titolare Il Fatto Quotidiano, il giornale più di casa, diciamo così, sotto le cinque stelle eppure più espostosi a favore di una scissione del MoVimento per liberare Conte, con un nuovo partito, dalle remore di uno scontro duro all’interno della maggioranza di governo con Mario Draghi. Del quale il direttore Marco Travaglio è tornato oggi a lamentare, denunciare e quant’altro una linea più vicina o comunque più utile alle componenti di centrodestra dell’attuale, larga maggioranza di emergenza.

Il Grillo che “inizia a cedere” ricorda un po’ ai cronisti politici più anziani il compianto segretario socialista Francesco De Martino, che alla fine degli anni Sessanta il sindacalista e compagno di partito Ferdinando Santi descriveva sui divani di Montecitorio come l’uomo che nei rapporti di centrosinistra con la Dc resisteva “fino a un momento prima di cedere”. E chiuse praticamente la sua carriera politica portando il Psi al minimo storico dei voti nella cosiddetta prima Repubblica. Anche De Martino, come Grillo tra le sue ville di Genova e di Marina di Bibbona, soleva ogni tanto defilarsi e contemplare il mare: quello però della “sua” Napoli, dove si avventurava anche a pescare.

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Grillo a pescare, almeno sinora, non si è mai visto, mi sembra. Lo si è visto solo nuotare, anche nello stretto di Messina, alla Mao, nei primi anni ruggenti del MoVimento, alla conquista elettorale – a suo modo – della Sicilia. Già allora al comico l’idea di un ponte che collegasse l’isola al continente non piaceva, non foss’altro perché piaceva, al contrario, a quello “psiconano” che era per lui Silvio Berlusconi. Col quale tuttavia avrebbe finito per ritrovarsi in maggioranza, come il Pd, in una delle larghe ed emergenziali maggioranze di emergenza ogni tanto imposte dagli imprevisti alla solitamente rissosa politica italiana.

A sentire i più pessimisti, dal loro punto di vista naturalmente, Grillo e Conte, ancora insieme ma ancor più se separati, entrambi peraltro fuori dal Parlamento, potrebbero trovarsi fra qualche mese a fronteggiare addirittura una candidatura al Quirinale del pur “pregiudicato” Berlusconi, come ricorda sempre Travaglio. Se ne occupa oggi sul Corriere della Sera Francesco Verderami.

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