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L’imbarazzo di De Benedetti, stretto tra il Domani e il passato

Domani

Anche Il Domani coinvolto nell’inchiesta di Perugia. Curioso che un giornale proiettato sul futuro sia costretto a difendersi guardando indietro. I Graffi di Damato

Immagino l’imbarazzo in cui deve sentirsi in questi giorni Carlo De Benedetti, con quell’orgoglio che ostenta nelle sue attività, vedendo quantomeno coinvolto nelle indagini sull’ultima versione del vecchio fenomeno del dossieraggio anche o soprattutto il suo giornale – Domani – tanto costosamente voluto per rifarsi della Repubblica di carta venduta improvvidamente dai figli.

Gli è corso in aiuto il politologo Piero Ignazi con un editoriale – riconosco – molto più efficace di tante astratte invocazioni e difese della libertà di stampa levatesi per mettere al riparo la nuova, e forse ultima testata dell’”ingegnere”, non foss’altro  per ragioni anagrafiche.. Un articolo scritto con grande astuzia e memoria storica e titolato contro la destra che sta cavalcando con forza, reclamando il massimo della severità nelle indagini e di danno alla sinistra. Una destra- è scritto già nel titolo- che “dimentica i suoi (veri) dossieraggi”. Veri, ripeto pur tra le parentesi volute dal titolista, diversamente – sperano da quelle parti – da quelli di oggi. Che sarebbero forzati, fantasiosi e quant’altro, a dispetto della gravità delle cose appena raccontate alla Commissione parlamentare antimafia anche dal capo della Procura di Perugia Raffaele Cantone. Che sembrava originariamente meno convinto del dossieraggio rispetto al Procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo.

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E’ curioso che un giornale orgogliosamente proiettato con quel nome sul futuro, con tre punti rossi sulla i finale che in qualche modo ne segnano l’identità o aspirazione politica, sia costretto a difendersi guardando all’indietro:  neppure a ieri – come potrebbe essere l’epoca di Silvio Berlusconi e della sua cosiddetta seconda Repubblica – ma all’altro ieri, come gli anni Sessanta della destra di Giorgio Almirante. Che la nipote politica Giorgia Meloni è stata invitata da Ignazi a sconfessare per avere ospitato nelle sue liste e portato in Parlamento un generale, Giovanni De Lorenzo, che produsse o lasciò produrre  una quantità industriale di dossier contro gli avversari del centrosinistra.

All’offerta dell’allora presidente del Consiglio Aldo Moro di andare a fare l’ambasciatore nel lontano Brasile, anche se Ignazi non lo ha raccontato, il generale preferì in effetti i banchi di destra del Parlamento. E che dire di quell’al raccoglitore, vero o presunto, di dossier come Pio Pompa? Di cui Ignazi ha impietosamente riportato un passaggio a dir poco imbarazzante di una lettera spedita a Berlusconi per offrirsi ad assecondare “la straordinaria missione che scandisce la Sua esistenza”.

Siamo tuttavia, ripeto, a ieri. Qui si tratta invece di decidere e scegliere cosa fare oggi per il domani, al minuscolo, non solo del quasi novantenne -a novembre- Carlo De Benedetti per evitare che i giornali siano davvero una buca della posta di infedeli servitori dello Stato. E  non l‘espediente cui molti di noi spesso ricorrono per coprire, sotto interrogatorio degli inquirenti, le fonti delle nostre informazioni.

– Leggi qui tutti i Graffi di Damato

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