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Lo sciopero è generale ma i sindacati sono divisi
Lo sciopero generale di oggi, 29 novembre, ha trovato un fronte sindacale diviso al suo interno. L’agitazione è stata convocata solo da Cgil e Uil con l’astensione della Cisl. Il sindacato di Sbarra, però, è diviso anche al suo interno. Sono 103 gli ex sindacalisti Cisl firmatari di una lettera appella dell’ex segretario Pezzotta contro l’attuale linea di via Po.
Quello che appresta a concludersi è stato un mese costellato da numerose agitazioni sindacali. Almeno nove appuntamenti, e altrettante revoche, come riporta il sito del Ministero dei Trasporti, che hanno reso il mese di novembre uno dei più difficili per i cittadini.
UN NOVEMBRE IN SCIOPERO: IN UN MESE NOVE AGITAZIONI
Lo sciopero generale odierno, però, ha qualcosa di diverso rispetto alle precedenti manifestazioni: il fronte sindacale si è spaccato. Lo sciopero è stato convocato da CGIL e Uil e a fermarsi sono stati i lavoratori di tutti i settori, pubblico e privato, ad eccezione delle ferrovie causando lo stop, o il rallentamento, per tutto il giorno fabbriche, scuole, sanità, poste, uffici pubblici, giustizia e negozi.
Lo sciopero è stato preceduto da una richiesta di precettazione, per i lavoratori dei trasporti, da parte del Ministero dei trasporti. Richiesta accolta dal Tar che ha causato la riduzione dello sciopero a quattro ore ma solo per le seguenti sigle: FLAI TRASPORTI E SERVIZI, OSR FAISA-CISAL, OST CUB TRASPORTI e ADL VARESE.
SCIOPERO GENERALE, LANDINI: “LE PIAZZE NON SI PRECETTANO”
“La risposta è che le piazze non si precettano e qui si vede la partecipazione – ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, prima dell’inizio del corteo a Bologna nella giornata dello sciopero indetto da Cgil e Uil – Abbiamo già dati di adesione agli scioperi altissimi, quindi è una giornata importantissima e la miglior risposta che ci può essere ed è il segno che la maggioranza di questo Paese chiede di cambiare delle leggi balorde e che il lavoro e la dignità delle persone torni a essere al centro. Ed è un messaggio fortissimo per continuare, andare avanti: piazze così piene dicono che siamo sulla strada giusta”. Al centro delle rivendicazioni c’è il tema dei salari. “Le persone normali che vivono di stipendio e pensioni – ha detto il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a Napoli – arrivano con difficoltà alla fine del mese. Questo deve essere un problema centrale nel confronto con il Governo”. Bombardieri ha ricordato che “avevamo chiesto di detassare gli aumenti contrattuali, parlare di competitività – ha aggiunto – e poi parlare di sanità e garantire servizi pubblici dignitosi. Il Governo dovrebbe fare una riflessione rispetto alle persone che oggi sono in piazza e chiedono cambiamenti”.
SCIOPERO GENERALE SENZA UNITÀ SINDACALE
Ma, al di là delle dichiarazioni, da questa nuova giornata di agitazioni emerge che l’unità sindacala sta scricchiolando. “Lo sciopero è uno strumento serio. Ma va utilizzato per fini sindacali, non per indebolire governi o maggioranze sgradite”, ha detto il leader della Cisl Luigi Sbarra a margine del Consiglio Generale della Cisl Emilia-Romagna replicando al segretario generale della Cgil Maurizio Landini che aveva affermato che saranno i lavoratori il 29 novembre con lo sciopero a rispondere a Sbarra. “Rassicuro Landini che migliaia di lavoratori e pensionati ci stanno rispondendo e chiamando in queste settimane per iscriversi alla Cisl. Anche quest’anno gli associati alla nostra organizzazione aumentano, con nostra grande soddisfazione, in tutte le categorie. Segno che le persone chiedono concretezza e assunzione di responsabilità dal sindacato e non proteste dal sapore politico utili solo a scaricare costi e sacrifici su di loro”.
LA CISL È DIVISA ANCHE AL SUO INTERNO
A dividersi, però, non è stata solo “la triplice” Cgil, Cils e Uil. Anche all’interno del sindaco di Sbarra qualcosa si muove. È la carica degli ex, 103 sindacalisti delle passate gestioni che hanno criticato apertamente la posizione assunta dal leader del sindacato di via Po. “La Cisl non è la Cgil, ma non può essere nemmeno la nemica della Cgil”, ha scritto in una lettera aperta l’ex segretario della Cisl, Savino Pezzotta, da tempo in disaccordo con la linea dell’attuale leader Luigi Sbarra. “L’autonomia del mio sindacato non si misura nell’essere contro la Cgil, ma nell’autonomia dalla politica e io invece vedo un continuo avvicinarsi a questo governo di destra che non mi pare utile ai lavoratori”, ha aggiunto Pezzotta. Alla sua lettera aperta, nella quale esprime una posizione critica sulla legge di bilancio 2025, hanno aderito 103 firme, in parte di ex dirigenti della Cisl, territoriali e di categoria, contro la posizione di Sbarra nella sostanza favorevole alla manovra.
A SOTTOSCRIVERE L’APPELLO DI PEZZOTTA 103 EX SINDACALISTI CISL
A sottoscrivere l’appello promosso dall’associazione fondata da Pezzotta “Prendere parola”, ci sono: Giorgio Caprioli e Gianni Italia, ex segretari generali della federazione dei metalmeccanici Fim, Sergio Betti e Giovanni Guerisoli, ex segretari confederali. L’opinione sostanzialmente positiva della Legge di Bilancio è alla base della decisione di non aderire allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. La manovra, secondo i firmatari dell’appello di Pezzotta “è ben lontana dagli obiettivi qualificanti che la Cisl ha indicato nei suoi congressi”. Nel testo non manca un affondo diretto a Sbarra. “Ci dissociamo – si legge – da quanto affermato da Luigi Sbarra nelle ultime interviste. Sulla manovra sono state dette troppe mezze verità che si trasformano in piccole o grandi bugie tali da rendere credibile né l’ottimismo narrativo del governo, né la soddisfazione della Cisl”. Luigi Sbarra terminerà il suo mandato il 20 febbraio prossimo, al suo posto dovrebbe andare l’attuale segretaria generale aggiunta, Daniela Fumarola.