skip to Main Content

M5S, altri guai per Conte: il tribunale di Napoli gli toglie la leadership

Conte Giugno

A Napoli tre militanti vincono il reclamo in sede civile: per i giudici sono inefficaci le modifiche allo statuto M5s e l’elezione di Conte. Cosa succederà adesso nel Movimento?

Il colmo per “l’avvocato degli italiani”? Perdere la guida del Movimento 5 Stelle per colpa di una sentenza avversa. Che, per di più, arriva nei giorni più difficili della sua leadership, messa in dubbio da Luigi Di Maio e perfino, sottotraccia, da alcuni esponenti del PD, che lo accusano di aver flirtato con Matteo Salvini nella calda settimana in cui si è provato a scegliere un successore al Colle per Sergio Mattarella.

COSA HA DISPOSTO IL TRIBUNALE SU CONTE E LO STATUTO

“Il Tribunale Civile di Napoli, in sede di reclamo, ha disposto la sospensione dell’efficacia delle votazioni con cui nell’agosto 2021 è stato modificato lo statuto del Movimento 5 stelle e anche l’elezione di Giuseppe Conte alla presidenza, carica prevista dallo stesso statuto”.

Mentre il Movimento 5 Stelle, frastornato dalle polemiche interne, provava a capire la direzione da prendere e come dare sostanza allo scontro tra i due ‘capi’ delle fazioni principali, Conte e Di Maio, ovvero se tramite congresso o qualcosa via streaming, dalla Campania la Giustizia ha assestato l’arpata.

CHE SUCCEDE ORA NEL M5S?

Con il loro intervento, che avrà ripercussioni difficilmente immaginabili, i giudici napoletani hanno infatti sospeso le due delibere con cui, nell’agosto del 2021 agosto, il M5S ha modificato lo statuto – nonstatuto e scelto Giuseppe Conte come loro numero 1. Si resetta insomma quanto visto negli ultimi mesi e tutto torna, prevedibilmente, nelle mani di Beppe Grillo che, del resto, non aveva mai apprezzato che fosse proprio Conte a guidare il Movimento.

Non dimentichiamo cosa aveva scritto il comico genovese sul proprio blog un mese prima di quella votazione: “Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco. Vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione”.

Nel mentre di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e, negli ultimi giorni il guru pentastellato pareva più vicino alle posizioni di Conte che non a quelle di Di Maio. Ma probabilmente la sua era stata una scelta tra due mali alla ricerca di quello minore. Adesso, però, la sentenza del Tribunale di Napoli potrebbe dargli modo di rimettere la palla al centro campo nel tentativo di passarla a un esponente più gradito…

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top