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Mattarella macroniano, Schlein prudente: cosa dicono sul rapporto Ue-Usa

Mattarella Schlein Usa Ue

Quel Mattarella un pò macronizzato – fra i due presidenti, del resto, i rapporti sono notoriamente eccellenti, serviti più volte a comporre conflitti o superare equivoci fra i governi di Roma e Parigi

Potrebbe compromettere, suo malgrado, l’arrivo di un italiano al vertice della Nato il Mattarella a sorpresa giunto dalla Polonia, per quanto sfuggito ai radar dei giornaloni italiani, intercettato solo dalla Verità di Maurizio Belpietro e dal Dubbio di Davide Varì. Che hanno titolato su una sua sortita alla Macron, contrario ad un’agenda europea “dettata da altri”, cioè dagli americani -si potrebbe presumere- di fronte alla guerra in Ucraina scatenata e condotta con ferocia crescente dalla Russia.

MATTARELLA MACRONIANO?

Del discorso del presidente della Repubblica in territorio polacco, in una visita pur di sostegno dichiarato alla resistenza ad oltranza degli ucraini con l’aiuto degli occidentali, i giornaloni -ripeto- hanno preferito valorizzare di più, o soltanto, il monito a non considerare l’Unione Europea una semplice “somma di interessi nazionali mutevoli”. Come sono quelli, per esempio, sul fronte sempre più caldo dell’immigrazione clandestina, affidata a regole giustamente definite “preistoriche” dal capo dello Stato.

Come è già accaduto per le parole di Macron, dopo una sua visita in Cina, contro un presunto “vassallaggio” americano dell’Europa, oltre Oceano potrebbero non gradire neppure quelle pur non così amplificate di Mattarella in Polonia. E ciò mentre- stando ai retroscena e quant’altro di Repubblica, come grida un titolo in prima pagina sulla Nato- un presunto “ no di Draghi apre la strada alla guida militare di Cavo Dragone”. E’ l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in particolare, 66 anni compiuti a febbraio, capo di Stato Maggiore della Difesa italiana dal 2021.

LA PRUDENZA (O L’INDECISIONISMO) DI SCHLEIN

Quel Mattarella un pò macronizzato – fra i due presidenti, del resto, i rapporti sono notoriamente eccellenti, serviti più volte a comporre conflitti o superare equivoci fra i governi di Roma e Parigi- ha finito per trovarsi, con quell’agenda europea dettata da altri, come la nuova segretaria del Pd Elly Schlein nella sua prima conferenza stampa commentata sul Corriere della Sera, servendo il caffè quotidiano, da Massimo Gramellini sotto il titolo: “Elly parallele”. Che su Domani, il giornale della “radicalità” indossata da qualche tempo dall’editore Carlo De Benedetti, è diventato “Schlein, radicale ma prudente”.

Tanto prudente, la segretaria del Pd, sui temi -per esempio- della guerra in Ucraina e della monnezza a Roma, dove il sindaco è deciso a mandarla in un termovalorizzatore osteggiatissimo dai grillini, che Il Fatto Quotidiano le ha dedicato questo titolo di apertura in prima pagina: “Schlein, zero svolte. Conte per conto suo”. E ciò alla faccia della vittoria appena cantata dai due nelle elezioni comunali di Udine.

“La verità è -ha notato Gramellini- che la politica non è mestiere per opinionisti ma per mediatori, perché il suo compito consiste nel decidere senza sfasciare…..Il colore della politica è il grigio, perciò non ci emoziona…Ogni nuovo leader ci illude e poi sempre ci delude”.

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