skip to Main Content

Ucraina, Mediterraneo e accordi con la Cina, i dossier della Meloni in visita alla Casa Bianca

MELONI BIDEN

Certezze, imbarazzi e una buona dose di equilibrismo: cosa si diranno Meloni e Biden

Una visita in cantiere da mesi e più volte slittata. Finalmente giovedì 27 luglio la premier Meloni riuscirà a varcare l’ingresso della White House a Washington. Non sarà la prima volta con il presidente Biden, i due leader avevano già avuto un bilaterale lo scorso novembre a margine del G20 di Bali oltre a un paio di colloqui telefonici nel corso degli ultimi mesi e hanno partecipato entrambi all’ultimo vertice Nato a Vilnius.

L’APPREZZAMENTO DEGLI USA DI BIDEN PER IL SOSTEGNO DI MELONI ALL’UCRAINA

In quale scenario si inserisce questa visita e cosa porterà in dote Giorgia Meloni? Il pieno e concreto sostegno all’Ucraina nella guerra di aggressione della Russia e l’impegno fattivo per la stabilità del Mediterraneo sono senza dubbio due fiches che la premier italiana farà pesare sul tavolo diplomatico. Sin dall’inizio del mandato, in continuità con la linea tracciata da Draghi e coerentemente con la posizione assunta ai tempi dell’opposizione, Meloni si è schierata senza indugi a fianco di Zelensky, compiacendo l’alleato americano. L’invio a Kiev delle bombe a grappolo statunitensi – che le truppe ucraine hanno già iniziato a usare – sicuramente creerà un certo imbarazzo alla Meloni, la quale lo scorso l’8 luglio era stata costretta, ultima tra i leader europei, a vergare una nota per puntualizzare che l’Italia è contraria alle munizioni a grappolo.
La visita della delegazione italiana avverrà inoltre a distanza di una decina di giorni da un altro importante incontro che c’è stato alla Casa Bianca, quello tra Biden e il cardinal Zuppi – in missione di pace per conto del Papa negli Usa. La premier italiana incalzerà il presidente americano a favore di un impegno più esplicito per la pace? C’è da scommettere che ogni eventuale tentativo di glissare su questi temi sarà soppiantato dalle domande dei giornalisti e dall’eco delle sollecitazioni che arriveranno da Roma dalle opposizioni nostrane.

LA STABILITA’ DEL MEDITERRANEO

Il Mediterraneo è una regione a cui gli Usa guardano con molta attenzione, anche se negli ultimi anni si sono mantenuti a debita distanza. L’attivismo del Governo Meloni in questi mesi, anche in collaborazione con l’Ue e la von der Leyen, per la stabilità del Nord Africa (Libia, Tunisia, Algeria) sarà sicuramente apprezzata dall’amministrazione Biden. Stabilità che rappresenta un deterrente all’espansionismo russo e cinese nell’area. Un riconoscimento esplicito del presidente statunitense al ruolo dell’Italia nel Mediterraneo varrebbe già da solo il prezzo della visita. Sono ben note, infatti, le ambizioni della premier italiana di diventare la nuova Merkel nello scacchiere a Sud dell’Europa, anche attraverso la (difficile) benedizione europea del ‘Piano Mattei’ per l’Africa.
Un’altra decisione del governo italiano che potrebbe essere ben vista a Washington è quella di riaprire entro fine anno le miniere per estrarre le materie prime critiche, tra cui litio, cobalto, ovvero tutti quei metalli e altri materiali considerati fondamentali per la transizione energetica. Una mossa, annunciata dal ministro Urso, finalizzata a rendere l’Italia sempre più indipendente da altri Paesi che spadroneggiano nella produzione e raffinazione di queste materie prime, come la Cina.

MELONI A BIDEN: NO AL MEMORANDUM SULLA BRI

Proprio i rapporti con la Repubblica popolare cinese potrebbero essere invece uno dei nervi scoperti della Meloni nell’incontro con Biden. Al centro ovviamente il futuro del memorandum sulla Via della Seta. Il presidente del Consiglio entro fine anno deve decidere se rinnovare l’accordo o meno. Poche settimane fa, in Parlamento, aveva chiarito che l’Italia può avere ottimi rapporti con la Cina, anche senza far parte dell’iniziativa: “Ci sono valutazioni in corso.

– Leggi anche: L’Italia non rinnoverà il memorandum sulla Bri ma Cdp non molla la Cina

La questione va trattata con attenzione e rispetto, coinvolgendo anche il Parlamento”, aveva affermato. Secondo gli analisti, dal Governo italiano sarebbero già arrivate ampie garanzie agli alleati statunitensi sul rigetto della Belt and Road Initiative. Garanzie che avrebbero contribuito ad aprire alla Meloni le porte della Casa Bianca.

NEL 2024 IL G7 IN ITALIA E LE PRESIDENZIALI USA

E fin qui l’aspetto diplomatico-istituzionale. Ma sul piano politico? Qui si intrecciano i tre appuntamenti più importanti del 2024: il G7 in Italia, le elezioni presidenziali Usa in autunno e le elezioni europee a giugno.
Per Biden sarà fondamentale potersi giocare la riconferma con due successi diplomatici: la fine della guerra in Ucraina e il contenimento dell’avanzata cinese. Anche per questo è importante per l’Amministrazione Usa che il Paese che nel 2024 ospiterà il G7, appunto l’Italia, rescinda l’accordo commerciale con Pechino.
Allo stesso tempo ci si chiede con quali occhi Fratelli d’Italia guarderà alle elezioni americane: con quelli della leader Meloni alla convention dei conservatori Usa a febbraio dello scorso anno oppure con quelli della presidente del Consiglio che incontra e compiace il Presidente democratico Biden? Sarà forse l’occasione per Giorgia Meloni di sfoggiare una buona dose di equilibrismo da prima Repubblica.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top