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Nomine, fisco, ponte sullo stretto: tutte le frizioni (vere o presunte) tra Meloni e Salvini

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“Palazzo Chigi ha deciso di annullare la conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri che ha approvato anche la riforma del fisco per evitare che Salvini rovinasse “la prima volta”di oggi della premier al congresso della Cgil a Rimini”

“Sulle nomine è scontro tra la premier e Salvini”, ha annunciato Repubblica nel titolo di apertura in prima pagina, pur  relegando la notizia nel sommario, come si dice in gergo tecnico. Ad amplificarla ha provveduto il solito Fatto Quotidiano attribuendo vistosamente, sempre in prima pagina, ad una trattativa fra la Meloni e i Berlusconi -Silvio padre e Marina figlia- “il patto delle 600 nomine” in arrivo per il cosiddetto sottogoverno. Salvini quindi sarebbe escluso, o sacrificato, per quanto gli venga attribuito un boccone non secondario come quello di Leonardo, che produce di tutto nel settore della difesa, sicurezza e dintorni.

Per rappresentare meglio la sua realtà il giornale di Travaglio ha accompagnato la notizia dell’asse privilegiato fra Meloni e la famiglia Berlusconi col solito fotomontaggio. E in un’altra parte del giornale ha raccontato così i rapporti fra la premier e il suo vice presidente leghista: “Palazzo Chigi ha deciso di annullare la conferenza stampa dopo il Consiglio dei Ministri che ha approvato anche la riforma del fisco per evitare che Salvini rovinasse “la prima volta”di oggi della premier al congresso della Cgil a Rimini”. L’avrebbe rovinata, in particolare, appropriandosi politicamente del disegno di legge alle cui sole anticipazioni il segretario del maggiore sindacato italiano ha opposto un muro altissimo cercando di portarsi appresso anche la Cisl e la Uil in una mobilitazione contro il governo.

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Opposta è la rappresentazione di altri giornali dei rapporti fra la Meloni e Salvini. “Ponte sullo Stretto, passa la linea Salvini: rinasce la società”, ha annunciato La Stampa. Non parliamo poi delle foto nelle quali Salvini si è fatto riprendere con i presidenti delle regioni Calabria e Sicilia davanti al plastico del ponte sullo stretto, appunto, di Messina mentre Berlusconi cercava di rivendicare in altre sedi il merito del progetto che sembra arrivato alla realizzazione. Ma “sembra”, ripeto, perché quelli di Repubblicaed altri hanno sottolineato che il via libero dato dal Consiglio dei Ministri ha la formula per niente liberatoria del “salvo intese”.

In piena linea invece col video del famoso karaoke di Meloni e Salvini alla festa di compleanno del secondo, al Dubbio sono convinti che sia ormai in corso una completa “salvinizazzione” della premier. Che ha evitato, per esempio, la presenza del vice leghista all’incontro con i trenta fra superstiti e familiari delle vittime della strage di Cutro, preferendo la compagnia del vice berlusconiano Antonio Tajani, ma ha rivolto agli ospiti domande di stile leghista, come quella sul tipo di informazioni e garanzie chieste o ottenute dagli scafisti sul viaggio che avrebbe portato non meno di cento persone alla morte.

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“Salvinizzazione” o “salvinite”: ecco il nome di una nuova malattia, vera o immaginaria che sia, attorno alla quale si sono messi a lavorare medici, infermieri, ricercatori e quant’altri dell’informazione politica.

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