Che cosa scrive oggi su La Stampa Giovanni Orsina sui leader politici italiani, dominati e dominanti. I Graffi di Damato
Giovanni Orsina, professore universitario di storia contemporanea, scrive oggi in prima pagina sulla Stampa: “Sono trent’anni che il sistema politico italiano si struttura intorno a una personalità dominante. Dal 1994 al 2011 è stato Berlusconi, dal 2014 al 2016 Renzi, nel 2018-2019 Salvini, adesso è Meloni. Nei periodi di interregno ha regnato il caos”.
Probabilmente non ne sarà convinto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per non parlare del predecessore Giorgio Napolitano dall’al di là, convinti l’uno con Mario Draghi e l’altro con Mario Monti di avere cercato di risparmiare proprio il caos al Paese ricorrendo ai loro governi. Che nacquero dalla incapacità o impossibilità dei partiti di assicurare una soluzione ordinaria, diciamo così, alle loro crisi e dalla impraticabilità, avvertita al Quirinale, di un ricorso anticipato alle urne.
E’ tuttavia degna di una riflessione, quanto meno, l’impressione scientifica di un esperto come il professore Orsina che questo periodo in cui è “doninante” Giorgia Meloni non debba o non possa essere catalogato in quello del caos. Che è invece sospettato o denunciato, in concorrenza fra di loro, dalla segretaria del Pd Elly Schlein, dall’ex premier grillino Giuseppe Conte, da Matteo Renzi, da Carlo Calenda e dall’unica e modestissima componente dichiaratamente di sinistra dello schieramento contrario al governo. “Questa destra” -come la Stampa ha voluto titolare l’analisi del suo editorialista- sarà pure “divisa” e “aggrappata a Giorgia”, ma non nel caos. Non a caso, del resto, la premier, e con lei il Paese che rappresenta, gode di una certa credibilità all’estero: da Washington a Bruxelles, da Londra a Istanbul, dove è sbarcata ieri per colloqui e intese con Erdogan anche sul versante, importantissimo per l’Italia, dell’emigrazione diretta verso le nostre coste, confini meridionali dell’Europa, da paesi africani come la Libia. Dove la Turchia ha un certo peso in una situazione pur caotica.
Su un giornale gemello dello Stampa come Il Secolo XIX il pur bravo Stefano Rolli ha voluto scherzare pesantemente nella sua vignetta sul lavoro della Meloni a Istanbul, attendendosi “cose curde” -cioè tragedie- da un “accordo con la Turchia per fermare i migranti”. Speriamo naturalmente di no, a meno che non si voglia preferire e praticare il masochismo.
Dal carattere caotico dei periodi diversi da quelli “dominati”, secondo Orsina, da Berlusconi, Renzi e Salvini alleato -per poco più di un anno- con i grillini si può dissentire pensando ai passaggi straordinari già ricordati di Monti e di Draghi. Non certo per quello di Conte, soprattutto del suo secondo governo. Non a caso si è dovuto ricorrere ad un giurì d’onore alla Camera per stabilire se Conte, appunto, avesse nelle sue disponibilità la sottoscrizione del trattato europeo sul Mes che poi, una volta all’opposizione, egli ha contribuito a bocciare nella votazione parlamentare di ratifica.