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Missione Meloni… 2032
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Durate e prospettive del governo Meloni al centro delle riflessioni dei giornali, in particolare di area di destra. Sullo sfondo i rapporti con Musk, i primi giorni a casa di Cecilia Sala e gli attriti interni al centrodestra. Le prime pagine
Dice che non ha ancora deciso se ricandidarsi. Ma il suo ex portavoce a Palazzo Chigi nonché direttore di Libero quotidiano, Mario Sechi, guarda oltre e lancia già il brand in apertura sul giornale: “Meloni 2032”. Un po’ nello stile di Steve Bannon, l’ideologo del movimento americano Maga, che provocatoriamente ha già lanciato “Trump 2028”.
NO AL RIMPASTO, IL GOVERNO MELONI PUNTA A SALIRE SUL PODIO DEI PIU’ LONGEVI
Durata del governo e prospettive di Giorgia Meloni, sono tra i principali temi che emergono sui quotidiani, in gran parte monopolizzati dalla conferenza stampa di tre ore della premier sottoposta a domande soprattutto di stretta attualità, dal rientro di Cecilia Sala a Musk, fino a Trump.
Per Libero la premier “ha spiegato il piano per chiudere la legislatura e tornare a vincere le elezioni”. Forse, al momento, il traguardo più abbordabile è quello sottolineato dal Giornale, con una data cerchiata in rosso. “Tra meno di tre mesi il governo guidato da Giorgia Meloni supererà il Moro III e il Prodi I, piazzandosi al quinto posto di sempre. Ma, soprattutto, arrivando al 20 ottobre toccherebbe quota 1.094 giorni a Palazzo Chigi con lo stesso governo, scavalcando Matteo Renzi e il Craxi I e salendo sul terzo gradino del podio dopo il Berlusconi II (1.412 giorni in carica) e il Berlusconi IV (1.287 giorni)”. Anche per questo, la stessa premier non vuole sentir parlare in nessun modo di ipotesi di rimpasto.
LA “DONNA SOLA AL COMANDO”.. E “L’AVVISO AI NAVIGANTI” (ALLEATI)
La Stampa passa dalla definizione di ieri di Marcello Sorgi di Meloni “comandante in capo” al commento odierno di Francesca Schianchi, “più che mai la donna sola al comando all’indomani del suo più grande successo, la liberazione di Cecilia Sala”.
Una fotografia che si lega, in parte, all’editoriale di Alessandro Sallusti (il quale, ricordiamo, ha anche firmato una biografia della stessa premier). Per il direttore del Giornale “si è sempre detto che le riforme dovrebbero essere condivise tra maggioranza e opposizione. Per quel che si è intuito ieri, Giorgia Meloni è ancora disposta a condividerle, a patto che ciò non significhi affossarle – come già successo in passato – in un estenuante gioco delle parti. Proverà, altrimenti, ad andare avanti da sola con i suoi alleati. Ma se anche questa strada dovesse rivelarsi impercorribile non sarà lei a incatenarsi alla poltrona, a tirare a campare. Non è un ultimatum, ma un avviso ai naviganti di ogni genere e grado. (…) A oggi, onestamente, è difficile immaginare un centrodestra competitivo senza di lei. Un campanello di allarme, niente di più. Ma anche niente di meno”.
DA MUSK A SOROS, I QUOTIDIANI DI DESTRA VANNO… IN ORBITA
Il convitato a tutti gli effetti della rassegna stampa è senza dubbio Elon Musk. E’ il suo il nome che campeggia di più nei titoli d apertura. Per la premier “l’amico”, ceo di SpaceX, “non è un pericolo”. Anzi, “Soros è più pericoloso”. Paragone che manda in orbita i giornali di area di destra, dal Tempo (“Salutame a Soros”) a La Verità.
CECILIA SALA, IL RACCONTO DELLA GIORNALISTA
Sono anche i giorni in cui Cecilia Sala sta tornando alla normalità, dopo la prigionia in Iran. Giorni raccontati in lungo e in largo anche oggi sui quotidiani. Sul Foglio, giornale per il quale collabora la giornalista, il racconto della stessa Cecilia, a firma di Paola Peduzzi: “I libri che non arrivano, quello che arriva, la ritualità delle giornate, la notizia ricevuta dal mondo, quella su Carter, e i dettagli di tre settimane di terrore passate in due metri per tre. Un pomeriggio di chiacchiere a casa di Cecilia”.
E IL GOVERNO SI SPACCA SUL TERZO MANDATO
E poi ci sono le dinamiche della politica italiana, che costringono la premier Meloni, anche in quanto leader di Fratelli d’Italia, a distoglierla dai successi internazionali. E’ il caso dello stop del Consiglio dei ministri alla legge campana sul terzo mandato al governatore. Uno stop a Vincenzo De Luca e uno schiaffo a Zaia e alla Lega. Non a caso in Cdm il Carroccio si è opposto e ha preso tempo. Mentre il presidente della Campania ha convocato per oggi una conferenza stampa e prepara il colpo di scena. “Il governo si spacca sul terzo mandato”, titola La Stampa. E per Meloni si ricomincia daccapo.