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Sala, Trump, Piano Mattei, Dis e riforme: la conferenza della Premier Meloni
Dalla liberazione di Cecilia Sala, al rapporto con Donal Trump ed Elon Musk, passando per le relazioni europee e le intemperanze degli alleati di Governo (Matteo Salvini in testa). Tutti i temi della conferenza stampa della Premier Giorgia Meloni
Politica estera e politica interna, senza dimenticare le questioni economiche ed europee. La Premier Meloni affronta tanti temi dell’attualità nel corso della sua conferenza stampa stampa di inizio anno nell’aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio
LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA: L’EMOZIONE Più GRANDE DI QUESTI DUE ANNI
La telefonata con la quale la Premier Meloni ha annunciato la liberazione di Cecilia Sala alla madre è stata “l’emozione più grande di questi due anni”. Così la Presidente del consiglio ha iniziato il suo intervento in merito alla liberazione della giornalista italiana che ieri è riuscita a tornare a casa dopo 20 giorni di prigionia nel carcere di Evin.
Conferenza stampa dall’aula dei gruppi parlamentari. Seguitemi in diretta. https://t.co/eQuafP1i1z
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) January 9, 2025
IL DIS CAMBIA VERTICE: ARRIVA RIZZI
La Premier dà una notizia nel corso della conferenza stampa: al Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, arriva l’attuale vicedirettore Aisi ed ex vicecapo della Polizia Vittorio Rizzi. La Premier risponde anche a una domanda sulle dimissioni di Elisabetta Belloni proprio dal vertice del Dis. “Ho letto sulle dimissioni di Elisabetta Belloni molte ricostruzioni che non corrispondono a verità, tanto che la stessa ambasciatrice Belloni ha deciso di rilasciare un’intervista per chiarire la sua posizione – ha spiegato Meloni -. E quello che ha detto l’ambasciatrice Belloni corrisponde a verità, ovvero ha deciso di anticipare di qualche mese la scadenza naturale del suo incarico per evitare di finire nel tritacarne che di solito accompagna nomine così importanti. Ho una stima e un rispetto enormi per Elisabetta Belloni che ringrazio ancora per il lavoro straordinario che insieme a tutto lo staff e al mio consigliere diplomatico ha fatto per la presidenza del G7″.
STARLINK “MAI PARLATO CON MUSK”
Nessuna relazione, quindi, tra le dimissioni della direttrice del Dis e i casi Cecilia Sala o SpaceX. E su quest’ultimo punto la Premier precisa: “Valuto gli investimenti stranieri solo con la lente dell’interesse nazionale, non delle amicizie”. E rimanda al mittente le accuse di “ingerenze” di Musk nelle attività governative. “Dobbiamo ricondurre le cose nel loro alveo – spiega Meloni -. Elon Musk è una persona molto nota e facoltosa che esprime sue posizioni. Ma quando di fronte a questo mi si dice che è un pericolo per la democrazia, devo dire che non è vero. Di persone note e facoltose che esprimono opinioni ne ho viste e spesso le esprimono contro di me, e non mi pare che nessuno si sia scandalizzato. Il problema è quando quelle persone usano le loro risorse per finanziare esponenti politici in giro per il mondo per condizionare le politiche di altri Paesi, e non mi pare che Musk lo faccia. Lo fa George Soros, e questo io lo considero un pericolo e un’ingerenza, mentre altri parlano di filantropia. Il problema allora qual è? Che Musk è ricco o che non è di sinistra? In passato è accaduto che alcuni miliardari censurassero la gente sulle loro piattaforme, come accaduto a Trump, e quella sì è un’ingerenza, ma lì andava bene. Se una persona esprime le sue idee senza finanziare partiti o associazioni, come fa Musk, perché io non ho avuto soldi da Musk, va bene. Altri li ricevevano da Soros, e lì andava bene? L’ingerenza c’è solo quando non si è d’accordo?”.
TRUMP PARLA AL CANADA E ALLA GROENLANDIA MA HA NEL MIRINO LA CINA
La Premier Meloni sente di rassicurarci sul fatto che non dovremo aspettarci un intervento militare degli Usa in Canada. “Su Groenlandia e Panama, mi sento di escludere che gli Stati Uniti nei prossimi anni si metteranno a tentare di annettere con la forza territori – ha detto la Premier Meloni -. Noi abbiamo già visto Trump presidente degli Usa, siamo di fronte a una persona che quando fa una cosa la fa per una ragione. Penso che le sue dichiarazioni siano più un messaggio ad alcuni altri grandi player globali, piuttosto che rivendicazioni ostili nei confronti di quei Paesi”. Nel mirino di Donald Trump ci sarebbe dunque la Cina. “Il canale di Panama fu costruito a inizi del ‘900 dagli Stati Uniti, ed è fondamentale per il mercato mondiale e per gli Usa. La Groenladia – ha continuato – è un territorio particolarmente strategico, ricco di materie prime strategiche: sono territori su cui negli ultimi anni abbiamo assistito a un crescente protagonismo cinese. Per il Canada si potrebbe fare un ragionamento simile. La mia idea è che queste dichiarazioni rientrino nel dibattito a distanza fra grandi potenze. Un modo energico – ha osservato – per dire che gli Usa non rimarranno a guardare di fronte alla previsione che altri grandi player globali muovano in zone di interesse strategiche per gli Stati Uniti e, aggiungo io, per l’Occidente. Mi confronterò anche con i miei omologhi dell’Unione europee nelle prossimi ore, ma questa a me pare la questione”.
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I DAZI NON SONO LA SOLUZIONE GIUSTA
Quello dei dazi è uno dei temi che intreccia la politica estera, quella interna ed economica. Il presidente eletto Donald Trump ha minacciato di rivedere, ampliando, il perimetro dei dazi. “I dazi per noi sarebbero un problema, ma non è una novità che le amministrazioni americane pongano la questione dell’avanzo commerciale. Il protezionismo non è un approccio che riguarda solo l’amministrazione di Trump – spiega Meloni -. Io ricordo che noi in Europa abbiamo iniziato a parlare di competitività europea dopo l’Ira, cioè il piano da 400 miliardi di dollari con il quale il presidente Biden e la sua amministrazione proteggevano le aziende americane creando uno squilibrio competitivo con l’Ue. Un tema che c’è da sempre sul tavolo, io penso che si debba discutere su come affrontarlo e penso che quella dei dazi non è la soluzione giusta, però faremo quello che dobbiamo fare per proteggere il nostro parlando con i nostri partner europei e americani. Delle soluzioni si possono trovare”, conclude Meloni.
#StatiUniti Affondo di #Trump. Promette un’età dell’oro per l’America, prefigura l’annessione di Groenlandia e Panama, anche con l’uso della forza militare e dazi al Canada. Agli alleati #Nato: “versino il 5% del pil”. Avverte Hamas “rilascino gli ostaggi o sarà l’inferno” pic.twitter.com/YVXfQpO5Y8
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) January 8, 2025
PREMIERATO E FISCO PRIORITÀ PER IL GOVERNO
Passando dai temi di politica estera a quelli interni la Premier ricorda che “premierato e fisco sono le riforme prioritarie del Governo”. A queste si aggiunge quella sull’autonomia e sulla giustizia. “Sono riforme – ha detto la Premier – che noi abbiamo fatto, ci abbiamo messo la faccia, ovviamente, le consegniamo, quando arrivano al referendum, ai cittadini. Poi, chiaramente, io dirò quello che penso di queste riforme, ma in questo senso, diciamo fare campagna elettorale, cercare di spiegare ancora meglio i cittadini perché riteniamo che siano riforme positive per loro. Questo penso che sarà l’impegno che possiamo che possiamo garantire”. Meloni ha rimandato ogni valutazione sulla possibilità che il Governo si opponga all’ammissibilità del referendum sulla riforma dell’autonomia alla prossima seduta del Consiglio dei ministri, “prima voglio sentire il parere dei ministri”, ha detto. “E credo – ha proseguito – che il Governo debba, comunque, andare avanti a fare le sue modifiche per adeguarsi alle prescrizioni facendo della Corte costituzionale”.
MELONI: SALVINI SAREBBE OTTIMO MINISTRO DELL’INTERNO MA NON SONO FAVOREVOLE A RIMPASTI
Un passaggio anche sul ministro delle infrastrutture Matteo Salvini che ha più volte espresso il desiderio di tornare al vertice del Viminale e che spesso si esprime sui temi di interesse del Viminale. “Non sono tendenzialmente favorevole alla parola rimpasto – ha detto Giorgia Meloni -. Salvini sarebbe un ottimo ministro dell’Interno ma anche Piantedosi è un ottimo ministro dell’interno”.
Bene così, nessuno spazio in Italia per questi delinquenti! pic.twitter.com/jaJWcJHxpv
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 7, 2025
PIANO MATTEI: NE ENTRERANNO A FARE PARTE ANCHE GHANA, ANGOLA, MAURITANIA, TANZANIA E SENEGAL”
Un passaggio anche sul Piano Mattei. “Sono fiera del fatto che il nostro piano Mattei e in generale la nostra strategia su Africa e Mediterraneo sta raccogliendo sempre maggiore interesse, sempre maggiore consenso, credo che sia nell’interesse non solamente italiano, avere un approccio diverso al continente africano – ha detto Giorgia Meloni -. Sono fiera della concretezza che il piano Mattei sta dimostrando, secondo me la concretezza è la chiave di volta di una cooperazione diversa”. La Premier ha aggiunto che gli obiettivi per il 2025 sono “l’internazionalizzare ed europeizzare il piano, che è il lavoro che l’Italia ha cominciato a fare con il G7” e la seconda “è ampliare il piano Mattei e quindi individuare nuovi paesi nei quali portare le nostre iniziative, i nostri progetti. Attualmente i paesi che noi abbiamo individuato per allargare il Piano Mattei sono Angola, Ghana, Mauritania, Tanzania e Senegal”.
CONDIVIDO LA NORMA ANTI RENZI
La cosiddetta “norma anti – Renzi” è “una iniziativa parlamentare, che condivido”. La Premier Meloni non usa mezzi termini per commentare la norma inserita in Legge di Bilancio che prevede che i membri del parlamento, i membri del governo, gli europarlamentari eletti in Italia e i presidenti di Regione non possano svolgere incarichi di lavoro retribuiti per conto di società che hanno sede fuori dall’Unione Europea. “Io penso che sia assolutamente normale che si vieti a chi ricopre incarichi di governo ma anche a chi rappresenta gli italiani in Parlamento di prendere soldi da stati esteri, segnatamente esterni alla Ue. La notizia non mi sembra questa ma semmai che serva una legge per dire quello che il buon senso, la coscienza, il buon gusto avrebbero richiesto naturalmente. Dopodichè – ha aggiunto la Premier – il senatore Renzi dice che non è l’unico, che ci sono diversi primi ministri che fanno queste attività all’estero: vero, corretto (tutti di sinistra peraltro) però c’è una differenza fondamentale, che tutti gli altri hanno avuto la buona creanza di lasciare il Parlamento”. Per la premier l’urgenza di una norma è data dal fatto che quello che fa Renzi “coinvolge l’Italia e per questo nessuno altro in passato che facesse un lavoro di questo genere è rimasto parlamentare della Repubblica italiana e a me francamente sembra folle doverlo specificare nella legge ma è stato necessario perché è stato un caso unico. E il senatore Renzi lo sa bene perché non è un caso che il 24 febbraio del 2022 si è dimesso dal Cda di una società di car sharing che aveva sede a Mosca, presumo che capisca la difficoltà di fare troppe cose insieme”.
Non si è fatta attendere la replica del senatore Matteo Renzi.
Parlando di me Giorgia Meloni in conferenza stampa ha detto una verità e una bugia.
Ha detto la verità quando ha finalmente ammesso che la norma ad personam è stata fatta contro di me, all’improvviso, per farmi smettere di fare il parlamentare.
Ha detto una bugia quando ha detto…— Matteo Renzi (@matteorenzi) January 9, 2025
ELEZIONI GIUDICI DELLA CONSULTA: L’OPPOSIZIONE HA FATTO L’AVENTINO
Restano serrate le trattative tra i partiti per l’elezione dei quattro giudici mancanti della Corte Costituzionale. “All’inizio non si è arrivati al risultato perché c’era un unico giudice della Corte costituzionale da eleggere, la maggioranza ha provato ad eleggerlo e l’opposizione ha fatto l’Aventino – ironizza la Premier -. Presumo che” il fatto che ora ci siano da eleggere più giudici costituzionali “renderà più facile trovare una soluzione anche con l’opposizione. Cercheremo di procedere spediti, non dipende solo da noi, abbiamo già avviato le interlocuzioni con le opposizioni”.
1 MILIONE DI POSTI DI LAVORO: SILVIO BERLUSCONI SAREBBE FIERO DI NOI
“La disoccupazione è scesa ai minimi storici da quando vengono registrate le serie, al 5,7%, l’occupazione è ai massimi dall’Unità d’Italia, sono dati incoraggianti anche per la qualità di questo Lavoro che è prevalentemente Lavoro stabile, noi parliamo di 883.000 nuove assunzioni in questi due anni, ma se considerassimo solo quelle a tempo indeterminato arriveremmo al milione di posti di Lavoro – ha illustrato la Premier Meloni -. Penso che Silvio Berlusconi possa essere fiero di noi”. Tuttavia la presidente del consiglio ha aggiunto che “non si fa mai abbastanza e il tema del Lavoro giovanile è sicuramente una priorità, che però non si affronta secondo me solamente incidendo sul tema del contratto di Lavoro”. Infatti, per i giovani bisogna puntare sulla “formazione, perché il grande problema che abbiamo noi è il paradosso per cui da una parte abbiamo diversi giovani che non trovano Lavoro e dall’altra abbiamo moltissimi settori produttivi che non trovano professionalità” e anche sulla “informazione seria” relativa “all’orientamento sugli indirizzi formativi da scegliere”. Più complessa, invece, “la questione dei Neet, i giovani che non studia e non lavora su cui sto cercando di capire con il sottosegretario Mantovano se riusciamo a mettere insieme un gruppo di Lavoro ad alto livello per parlare di questo che è il tema delle giovani generazioni in generale”.
INDUSTRIA: BISOGNA AVERE UNA STRATEGIA
Meloni dedica un passaggio della sua conferenza stampa anche al tema della politica industriale. “A me pare che il Governo abbia già dato dei segnali importanti in questo senso, non vuol dire che siano terminati – spiega Meloni -. Intanto per avere un’industria forte bisogna avere una strategia. Penso ad esempio che da alcuni grandi filoni sui quali abbiamo lavorato e stiamo lavorando, dalla vicenda del l’hub per l’approvvigionamento energetico d’Europa, alla questione dell’economia blu, alla tutela del Made in, che questo Governo ha garantito, intanto si possa capire quali sono gli elementi fondamentali della strategia. Dopodiché quello che il Governo può e deve fare è creare un contesto il più possibile favorevole per quelle aziende che producono e delle volte riescono anche a crescere in un contesto oggettivamente complesso. L’Ires premiale è l’ultimo di questi segnali, una richiesta molto convinta dell’industria di questo Paese, ma è uno. Transizione 5.0, i 12 miliardi di euro che abbiamo liberato nella revisione del Pnrr per concentrarci sulle aziende”. Un altro dei grandi temi è quello del costo dell’energia per cui il Governo pensa di “favorire la possibilità per le aziende di produrre energia a costi più ragionevoli”.