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Nomine Rai: l’assist (finto) del centrodestra per sbloccare l’impasse

Nomine Rai

I leader del centrodestra prendono l’impegno a discutere del Media freedom act e nel frattempo andare avanti con la legge vigente e procedere con le nomine Rai, ma per il M5S non basta

Sul rinnovo del cda Rai il centrodestra batte un colpo per provare a scongelare una situazione che negli ultimi mesi si è letteralmente freezata. I quattro leader, Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi, hanno preso carta e penna e vergato una nota attraverso la quale forniscono un assist alle opposizioni per sbloccare l’impasse sulle nomine.

IL MEDIA FREEDOM ACT PRIMA O DOPO LE NOMINE RAI?

Il grimaldello potrebbe essere rappresentato da tre parole: Media Freedom Act, la legge europea per la libertà dei media pensata per proteggere i giornalisti e la stampa da ingerenze politiche o economiche. Le opposizioni infatti chiedono da tempo l’adozione delle nuove regole sulla governance della tv pubblica derivanti dal nuovo regolamento europeo (che prevede una serie di clausole per i vari ruoli) come precondizione per discutere del rinnovo del Cda Rai.

Questo perché si ritiene che usare l’attuale legge per la nuova governance sia in contraddizione con il Media Freedom Act stesso. Per superare questa diversità di vedute e di interpretazione delle norme, le opposizioni hanno più volte sollecitato un tavolo istituzionale per fare la nuova legge o la proroga dell’attuale governance fino all’adozione del Media Freedom Act.

CENTRODESTRA: “APPLICARE NORME VIGENTI SENZA INDUGI”

I leader del centrodestra hanno spiegato senza fraintendimenti il proprio punto di vista: “In attesa di regole che tengano conto, per il sistema nel suo complesso e per il servizio pubblico, delle previsioni che dovranno entrare in vigore entro il 2025″, secondo il Media Freedom Act, “riteniamo che debbano essere applicate le norme vigenti senza indugi, a tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico”.

CENTRODESTRA: “AVVIARE IN PARLAMENTO LA LEGGE SU TV ED EDITORIA”

“Riteniamo opportuno avviare in Parlamento – hanno aggiunto – il confronto per definire una nuova legge di sistema, che tenga conto di tutte le trasformazioni tecnologiche intervenute, per arginare e regolare il dominio di giganti del web e piattaforme, per fermare il saccheggio digitale e tutelare il diritto d’autore nel mondo dell’editoria e dell’audiovisivo, a garanzia di ogni espressione della cultura, del sapere e dell’informazione”. Meloni, Salvini, Tajani e Lupi nella nota congiunta sulla Rai hanno puntualizzato che il Media Freedom Act, approvato dal Parlamento europeo, entro il 2025 andrà recepito. “In Italia – hanno concluso – poi la Corte Costituzionale ha indicato nel tempo, con varie sentenze e ordinanze, il ruolo del servizio pubblico televisivo e la fondamentale funzione del Parlamento”.

PRESIDENTE VIGILANZA RAI: “ORA STATI GENERALI E INTESA SU RIFORMA GOVERNANCE”

Non ha tardato a commentare la presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia. “Finalmente – ha sottolineato – i leader di centrodestra si dicono pronti al dibattito sulla riforma del servizio pubblico nel solco del Media Freedom Act europeo. È il momento di passare ai fatti attraverso Stati Generali del servizio pubblico che gettino le basi per una riforma condivisa che possa procedere spedita in Parlamento. Già domani ho convocato una riunione con i capigruppo in commissione di vigilanza di tutti i partiti in cui definire lo schema di lavoro e condividere metodo e merito per giungere a questo appuntamento il prima possibile”.

“Abbiamo tutti il dovere di dare il Paese una legge in linea con i principi del Media Freedom Act europeo e capace di slegare definitivamente la Rai dal rapporto asfissiante con il governo di turno – ha aggiunto Floridia -. È una grande responsabilità che grava su tutte le forze politiche. Mi aspetto da Giorgia Meloni e da tutti i partiti l’impegno formale a condividere una data certa entro cui tenere questo appuntamento”.

M5S: “PRIMA GLI STATI GENERALI E STOP LEGGE RENZI, POI LE NOMINE RAI”

A cogliere l’assist della grillina Floridia ci hanno pensato gli stessi colleghi del M5S in commissione di Vigilanza Rai. “Se a Giorgia Meloni e agli altri leader di destra stanno davvero a cuore la tutela delle prerogative del Parlamento, del pluralismo e della funzionalità del servizio pubblico – hanno precisato -, mettano gli Stati Generali per la riforma della legge sulla governance – contraria ai principi del Media Freedom Act europeo – prima dei nomi. Noi come M5S non siamo disponibili ad aiutare la maggioranza a risolvere i suoi problemi interni.

Chiediamo prima la certezza sugli Stati Generali, necessari ad aprire un dibattito pubblico per procedere spediti in Parlamento con un accordo per superare definitivamente la legge voluta dal Pd di Renzi e slegare la Rai dal governo di turno. Solo dopo si può pensare ai nomi”.

IL 26 SETTEMBRE SI O NO ALLE NOMINE RAI?

Nel frattempo le votazioni del Parlamento in seduta comune per i componenti dei quattro componenti del cda della Rai, previste il 26 settembre, restano confermate. “C’è un calendario preciso, personalmente non ho alcun dubbio”. A dirlo è il capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, il quale ha espresso apprezzamento per la nota congiunta diffusa dai leader della coalizione di centrodestra in cui “nessuna parola è detta a caso” e che dice che “la maggioranza è favorevole a discutere di una nuova legge di sistema, che non è solo la Rai – ha continuato Gasparri – Esistono le piattaforme, il saccheggio digitale del lavoro dei giornalisti, va regolato il sistema”. E ha concluso: “Nell’attesa che si discuta la nuova legge, cosa che richiederà un suo tempo, si applica la legge vigente”.

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