Ancora polemiche sul servizio di Report che ha diffuso la conversazione privata tra l’ex ministro…
Onorevoli arraffoni?
I Graffi di Damato sui 5 deputati col bonus partite Iva
Piove sul bagnato della Lega di Matteo Salvini, visto che risultano tre leghisti, per quanto ancora ignoti, fra i cinque deputati segnalati dal servizio antifrode dell’Inps per avere chiesto e percepito, con tutto quello che prendono d’indennità parlamentare, 2.200 euro ciascuno di “bonus” come lavoratori autonomi o titolari di partita Iva danneggiati dall’epidemia virale. Gli altri due deputati sono del movimento grillino e del partito di Matteo Renzi.
“Un passo avanti”, ha reclamato con involontaria ironia l’indignatissimo presidente grillino della Camera Roberto Fico sfidando gli interessati ad autodenunciarsi e dimenticando di chiederne anche le dimissioni con due passi indietro. Ma di una ironia maggiore e di minore involontarietà è stata la reazione di Salvini, che ha consentito ai responsabili – o irresponsabili – del suo partito di invitare, peraltro inutilmente sino a questo momento, i “suoi” tre “onorevoli accattoni”, secondo la definizione del Giornale, a venire allo scoperto con tanto di autogiustificazione incorporata. “Vi chiediamo – dice il messaggio ai parlamentari partito con l’incredibile approvazione dell’ex ministro dell’Interno e capo ancora dell’opposizione di centrodestra a trazione leghista, appunto – di verificare se per un disguido i vostri commercialisti ne hanno fatto richiesta e conseguentemente vi sono stati accreditati” due bonus da 600 euro e uno da 1000.
Non meno infelice, a mio avviso, è stata quella specie di attenuante che Salvini, ma questa volta non da solo, ha cercato di applicare agli ancora ignoti deputati furbi, accattoni, disonesti e quant’altro prendendosela col governo per non avere scritto bene la norma del decreto legge di cui essi hanno potuto avvalersi, non impedendo preventivamente con la necessaria chiarezza gli abusi. Che peraltro a livello di amministratori locali sono stati ben più numerosi: non meno di duemila.
Deplorevole, a mio avviso, è stato anche l’uso che alcuni hanno tentato di questa letterale porcata per sostenere la causa un po’ traballante – con gli ultimi sviluppi del dibattito politico – della riduzione dei 345 seggi parlamentari disposta con una riforma costituzionale fortemente voluta dai grillini, senza i compensativi cambiamenti dei regolamenti parlamentari, della legge elettorale ed altro ancora. Essa è sotto procedura referendaria: sarà votata dai cittadini il 20 settembre, in coincidenza con un grosso turno di elezioni regionali e comunali.
Sulla prima pagina del Fatto Quotidiano “la cattiveria” di giornata indica con sarcasmo proprio “il taglio dei parlamentari” come “giustificazione” del sostanziale furto compiuto dai cinque deputati incassando il bonus virale, chiamiamolo così.
Dal canto suo, ospite con la fidanzata Olivia Paladino del Comune pugliese di Ceglie Messapica, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha voluto dare il suo contributo alla campagna referendaria annunciando in un convegno che voterà, naturalmente convintissimo e in sintonia con i grillini che lo hanno mandato a Palazzo Chigi, per il sì al taglio dei seggi parlamentari, per quanto monco di tutti i necessari aggiornamenti della Costituzione. Fra i quali dovrà esserci anche la riduzione dei delegati regionali partecipi, col Parlamento, dell’elezione del presidente della Repubblica.