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Il soccorso del Papa al Governo Meloni

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La strage di Stato sta alla realtà come uno sbarco di marziani sulle coste calabresi in quella maledetta notte di due domeniche fa

La presidente del Consiglio sarà pure “arrivata tardi”, come le ha rimproverato sulla Stampa Alessandro De Angelis riferendo della sua decisione di riunire il Consiglio dei Ministri a Cutro, in Calabria, per discutere d’immigrazione dopo la strage avvenuta nella notte del 26 febbraio. Una strage definita “di Stato” dai soliti giornali sostituitisi ai tribunali nelle indagini, nel processo e nella sentenza per direttissima. Ma vi è arrivata con le spalle coperte addirittura dal Papa insorto in Piazza San Pietro non contro lo Stato, o il governo, ma contro “i trafficanti” di povera carne umana imbarcata a caro prezzo su miserabili carrette che si sfasciano su una secca a 50 metri dalla costa. E su rotte neppure coperte dal traffico delle navi dei soccorsi volontari che proteggono o prevengono, come preferite, nefandezze di altri scafisti: non turchi ma libici e affini. “Farò mie queste parole”, ha immediatamente commentato quelle del Papa la Meloni, riportata doverosamente in prima pagina dal Corriere della Sera.

Coi tempi che corrono in questa Italia un pò troppo imbastardita -ammettiamolo- dall’odio di   un bipolarismo bislacco -o tripolarismo, se vogliamo considerare i pur podesti  numeri di Carlo Calenda, Matteo Renzi, Letizia Moratti eccetera- è già un miracolo che non si siano levate voci da giornali di tradizione laica contro una presunta interferenza della Chiesa, e del suo Pontefice in persona, nella politica interna italiana. La Repubblica e La Stampa, i due quotidiani fra i maggiori del paese, hanno soltanto censurato il Papa ignorandolo sulle loro prime pagine. E ciò a vantaggio della notizia, vera o presunta che sia, di un sostanziale, polemico  stop della Meloni al suo ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella lotta appunto ai trafficanti di carne umana, o “scafisti” come riduttivamente ci siamo abituati a chiamarli nelle cronache e nei commenti.

Trafficanti di carne umana in mare e di notizie in terra, direi. Piantedosi, un prefetto imprudentemente promosso politico come ministro dell’Interno al pari di qualche altro, avrà fatto i suoi errori di parole, fatti o omissioni, come dice una preghiera all’inizio di ogni messa; avrà pure messo a disagio la Meloni per prima, ma mi sembra alquanto esagerato o prematuro immaginarlo e tanto meno presentarlo come ripudiato, sconfessato e quant’altro dalla premier. E neppure dal sindaco di Cutro, che forse conosce i fatti meglio di tanti giornalisti e inquirenti per averli visti e vissuti sul posto. La strage di Stato sta alla realtà come uno sbarco di marziani sulle coste calabresi in quella maledetta notte di due domeniche fa. E pazienza, per gli interessati, “se il Vaticano aiuta Giorgia e non la sinistra”, come ha scritto Antonio Socci su Libero commentando “il messaggio di Bergoglio”.

Comincia bene la prima settimana di lavoro del mio amico ed ex direttore Mario Sechi a Palazzo Chigi come portavoce del governo.

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