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Pd verso le primarie: tutte le (non) differenze tra Bonaccini e Schlein

verso il voto del 26

Stasera alle 20.30 i due candidati alla segreteria saranno protagonisti del dibattito su Sky Tg24, domenica prossima il voto nei gazebo aperto a tutti

Un nuovo capitolo? Forse. Di sicuro, nel futuro prossimo del Partito Democratico c’è un nuovo segretario. Al Nazareno si sono chiuse anche le operazioni di voto per Lazio e Lombardia dedicate agli iscritti.

I dati pubblicati dal sito del partito, ma aggiornati a sabato 18 febbraio, recitavano questi numeri: 132.033 votanti, con Bonaccini sopra il 54% e Schlein quasi al 34%. Come dettaglia Fanpage, “secondo un sondaggio Emg Acqua presentato oggi ad Agorà, su Raitre, il 64% degli elettori del Pd intervistati preferisce Bonaccini, mentre soli il 36% sosterrebbe Schlein. Sondato un campione di 1.412 persone. Secondo un precedente sondaggio Emg però il 31% degli elettori che andranno a votare il prossimo segretario o segretaria del Pd sarebbe ancora indeciso”.

Adesso, la sfida a due tra Stefano Bonaccini e Elly Schlein per le primarie. Si vota domenica 26 febbraio dalle 8 alle 20.

STASERA IL FACCIA A FACCIA SU SKY TG 24

Come da regolamento, potranno votare tutti i cittadini, sia fisicamente (nei famosi gazebo) sia online, all’estero e fuorisede rispetto al proprio comune di residenza.

Ma a tenere banco nelle ultime ore sono, piuttosto che le regole della giornata di domenica prossima, i contenuti dei due sfidanti. Più o meno noti già a chi mastica i temi della politica italiana, ma forse ancora poco chiari per chi ne sa meno. Sì, Bonaccini è stato descritto come nuovo volte dei renziani non passati a Italia Viva ma al contempo lo stesso presidente dell’Emilia Romagna pare non disdegnare un allargamento al M5S. Mentre per Schlein c’è più chiarezza sulla sua linea ben spostata a sinistra.

In ogni caso, stasera alle 20.30 forse si potrà avere un quadro meglio delineato della situazione. Il confronto sarà condotto da Fabio Vitale.

LE NON DIFFERENZE  TRA BONACCINI E SCHLEIN VERSO IL VOTO

Analizzando da vicino le due proposte, provando a giocare d’anticipo la partita del dibattito a Sky Tg24, Bonaccini e Schlein sembrano condividere tante idee, ma si discuterle con due gradi di vigore differenti.

Per esempio sull’idea di lavorare con le forze non di destra su precise questioni politiche, economiche, sociali. “Una proposta di legge di iniziativa popolare per il salario minimo legale, per cancellare la vergogna di salari a 2 o 3 euro all’ora; e la difesa della sanità pubblica, per recuperare le risorse che la destra ha tagliato, per sostenere i servizi del territorio, per formare più medici e infermieri. Su questo terreno il Terzo polo si è detto disponibile, mi pare che anche i Cinque stelle abbiano idee simili. Sarebbe un buon inizio”, ha risposto il presidente della Regione emiliana al Foglio. E anche Schlein pensa che “abbiamo il dovere di coordinarci con le altre forze alternative alla destra per fare alcune battaglie comuni in Parlamento e nel Paese. Dobbiamo farlo a partire da cose concrete. Un esempio? Tutte le forze di opposizione hanno presentato in Parlamento una propria proposta di legge sul salario minimo”.

Anche sulla guerra non sembrano esserci visioni differenti in termini assoluti, con qualche “ma” di troppo da parte della candidata Schlein rispetto al pensiero per cui la guerra cesserà con le armi. Insomma, sul punto bellico l’ex vice di Bonaccini preferisce mettere l’accento sul percorso diplomatico da intraprendere.

Similmente si potrebbe dire sui temi del fisco, dei rapporti con la maggioranza, dell’equilibrio politico a Bruxelles, dell’ambiente, Bonaccini e Schlein non sembrano dare risposte distanti. Il tema dei contenuti non emerge adesso, ovviamente, ma il 26 febbraio si avvicina e andando “a stringere” serve mettere in chiaro cosa differisce tra le due offerte.

LE VERE DISTANZE E I RISCHI

A dicembre, Il Sole 24 Ore scriveva che “mai, da quando il Pd è nato ormai 15 anni fa, la partita congressuale è stata così aperta e dal risultato incerto. Con il rischio, anche, di un risultato diverso al congresso tra gli iscritti e alle primarie aperte agli elettori”.

Sicuramente le differenze tra i due candidati ci sono nei gruppi di supporto interni al partito: Base Riformista e sindaci più vicini al governatore, Franceschini, Orlando, Zingaretti e Bettini sono per Schlein.

Ecco perché, con i rischi di scissione o di divergenze vere che possono venir fuori dopo il voto, la chiarezza è richiesta adesso.

– Leggi anche: “Un Pd formato City Life. Il consenso potrebbe non tornare”. Intervista a Lorenzo Castellani

 

 

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