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Pensioni: cosa promette Salvini e cosa può fare Giorgetti
Il Governo è alle prese con la prossima legge di Bilancio. Tra promesse elettorali (da mantenere) e richieste europee di rigore (da rispettare), sono numerose le richieste alle quali il ministro dell’economia Giorgetti deve rispondere. Tra queste il ministro Salvini chiede di alzare le pensioni minime.
Le pensioni, come tutte le altre “voci di spesa” saranno all’interno della Legge di Bilancio. È una precisazione forse figlia di un eccesso di zelo da parte del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti ma utile a capire il livello dell’attenzione che c’è sul tema.
A ‘tirare per la giacchetta’ il ministro dell’economia, durante le settimane di scrittura della legge di Bilancio, sono tutti i ministri a caccia di risorse per i propri ministeri. Questa volta a strattonare il ministro leghista ci ha pensato il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini.
MATTEO SALVINI CHIEDE PENSIONI MINIME PIÙ RICCHE
Quello delle pensioni è un tema elettoralmente caro al ministro Salvini che, anche dal dicastero delle infrastrutture, non smette di presidiare. “Vogliamo continuare a sostenere i pensionati con gli assegni bassi cercando di allargarne il più possibile la platea, per esempio ripetendo il meccanismo di redistribuzione dell’adeguamento all’inflazione – ha detto il ministro in un’intervista al Messaggero -. E vogliamo evitare ogni possibile peggioramento della situazione attuale, con pensioni più ritardate o penalizzazioni”. Propositi onorevoli, il problema, come sempre, sono le coperture. Ma anche per questo il vicepremier sembra avere una soluzione. “La Lega ha un’idea ben chiara su come intervenire’ a sostegno delle del ceto medio – aggiunge Salvini -, ad esempio studiando la possibilità di estendere la flat tax al 15% fino ai 100mila euro”.
DOPO IL 20 SETTEMBRE SARÀ PRESENTATO IL PIANO STRUTTURALE CHIESTO DALL’UE
Giorgetti ha provato a mettere un freno alle indiscrezioni che, come da tradizione, si susseguono sui contenuti della legge di Bilancio. Ma prima ci sarà il Piano settennale richiesto dalle nuove regole europee. “A metà mese approviamo il Piano strutturale e le presentiamo in Parlamento” ha riferito il ministro, intercettato alla Camera all’uscita del vertice della Lega. Il Piano, che finirà sulla scrivania della Ue dopo il 20 settembre, servirà a tracciare il percorso della “spesa primaria netta”, capace di permettere al nostro paese di raggiungere l’obiettivo di riduzione del deficit strutturale, dello 0,5-0,6 l’anno durante la procedura di infrazione, poi dello 0,25, fino ad un livello del deficit dell’1,5% del Pil, e del debito di un punto l’anno.
LE PENSIONI CORRISPONDONO AL 43% DELLA SPESA PRIMARIA NETTA
Le pensioni sono un argomento più che centrale della spesa primaria netta. Corrispondono, infatti, al 43% del totale (circa mille miliardi). Questa centralità richiede un approccio prudente condiviso dalla Premier Meloni e dal ministro dell’economia.
RITOCCHI SOLO ALLE PENSIONI PIÙ BASSE
Nell’ultima finanziaria era stata introdotta una rivalutazione per l’inflazione piena solo per le pensioni fino a quattro volte l’assegno minimo. Nel prossimo anno l’adeguamento all’inflazione sarà più basso, con costi inferiori. La Premier, consapevole della necessità di imboccare la via del rigore nella finanza pubblica, ha aperto solo a un ritocco solo degli assegni previdenziali più poveri.
ALESSANDRO CATTANEO: PENSIONI MINIME A 618 EURO, COME VOLEVA BERLUSCONI
Una prudenza che non può fare a meno di guardare alla base elettorale. “Questa è la terza manovra del governo Meloni e non sono state di lacrime e sangue – ha detto Alessandro Cattaneo, deputato di Forza Italia e Responsabile nazionale dei Dipartimenti del partito azzurro, ospite a L’Aria Che Tira su La7 – Cinque anni fa avevamo cinque aliquote Irpef, oggi ne abbiamo tre e nell’ultima Finanziaria ci sono 4 miliardi e mezzo di tagli all’Irpef, che significa 650 euro l’anno in più, oltre al taglio del cuneo fiscale di circa 100 euro al mese, che insieme significano 2000 euro in più in un anno per le famiglie con redditi medio-bassi. Abbiamo abolito il Rdc, risparmiando 10 miliardi e investendoli nel taglio delle tasse, abbiamo alzato le pensioni minime a 618 euro, così come ha sempre voluto il presidente Berlusconi e, dentro la traiettoria di questa legislatura, vogliamo continuare su questa strada, sempre con attenzione ai conti dello Stato”.