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Alemanno snobbato da Elena Basile e Moni Ovadia prende le distanze

Alemanno Basile

Tra malintesi (Basile), prese di distanza (Moni Ovadia) e polemiche (Granata), l’evento promosso da Gianni Alemanno per costruire un’alternativa alla destra di Meloni sta già facendo discutere il web e i social

Chi l’ha ribattezzata “spina rossobruna”, chi un’ammucchiata, chi la strana coppia. Sta di fatto che tra obiettivi veri e malintesi presunti, l’ex sindaco Gianni Alemanno un primo risultato lo porta a casa: sta facendo parlare il web e i social di sé e dell’assemblea fondativa del ‘Forum per l’indipendenza’ che si svolgerà a fine mese a Roma e che vede come co-protagonista il segretario del partito comunista, Marco Rizzo. Per la più facile delle battute: insieme il rosso e il nero.

Alemanno ha lanciato l’iniziativa con grande enfasi, gettando forse il cuore ben oltre l’ostacolo. Nella locandina che promuove l’assemblea si leggono, come partecipanti, i nomi dell’ex ambasciatrice Elena Basile, Francesco Toscano, Moni Ovadia e Fabio Granata. La moderazione affidata al vicedirettore de La Verità Francesco Borgonovo.

Le parole usate dall’ex sindaco per la presentazione dell’evento non lasciano spazi a dubbi: per Alemanno, la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein “dicono le stesse cose, sulla guerra, sull’appartenenza alla Nato, sull’appartenenza all’Europa” e quindi l’assemblea di fondazione del Forum per l’indipendenza “deve essere un’occasione per liberarsi dalle vecchie sudditanze e guardare verso il futuro”.

Tant’è che sui media hanno dato tutti per scontato che di questo nuovo incubatore elettorale, di questo tentativo di costruire un’“alternativa politica e sociale” – al governo Meloni – caratterizzata da anti globalismo, anti americanismo, sovranisti e ultra pacifisti, facessero parte tutte le personalità citate.

IL MALINTESO CON ELENA BASILE, CONVINTA DI PARTECIPARE A UNA TAVOLA ROTONDA CON MONI OVADIA

Che qualche difetto di comunicazione c’è stato lo conferma il fatto che – neppure partito il progetto – si è registrata già la prima defezione.

L’ex ambasciatrice Elena Basile su X ha annunciato la rinuncia all’evento: “Malinteso! Ho accettato di partecipare a una tavola rotonda con #moniovadia proposta dall’ex sindaco Alemanno. Non a un evento fondativo di un partito. Non potrò quindi partecipare”.

In effetti nella locandina si fa riferimento alla tavola rotonda, sulla quale i promotori avranno sicuramente un po’ giocato sull’equivoco. Basile, comunque, per rendere ancora più chiaro il concetto, nello stesso tweet ha rilanciato un suo intervento a una iniziativa social promossa da Alessandro Di Battista.

MONI OVADIA PRENDE LE DISTANZE DALL’IPOTESI DI UN PARTITO CON GIANNI ALEMANNO

Chi sarà all’evento ma ha già preso le distanze dal costruire un partito con Alemanno è pure Moni Ovadia, che ha derubricato l’iniziativa a “solo un confronto, parleremo di Medio Oriente. Io sono marxista e sono comunista e tale resto, non mi sposto di un virgola”. L’ex sindaco, ha detto l’artista a Fanpage, “ha mostrato delle posizioni molto intelligenti sul Medio Oriente. Non è che io faccio un partito con Alemanno, ma stiamo scherzando…”. Per poi aggiungere: “Io non ho paura di discutere neanche con il diavolo, come diceva Lenin. Sono in una posizione leninista direi: abbiamo bisogno di tenere la questione del popolo palestinese, a cui sono molto vicino, al centro. (…) Mi ha chiamato Marco Rizzo, che non sentivo da una vita. Mi ha invitato anche alla manifestazione del suo movimento a Milano dove interverrò. Io rimango però un cane sciolto, non voto neanche tanto i partiti fanno quello che vogliono loro!”.

LE POLEMICHE SU FABIO GRANATA, TRA I PARTECIPANTI E VICINO AD ALEMANNO

Nel frattempo un altro dei partecipanti all’iniziativa, Fabio Granata, attuale assessore alla Cultura di Siracusa e volto storico di Alleanza nazionale prima e del partito di Fini dopo, è stato al centro di vivaci polemiche e imbarazzi nelle ultime ore. In particolare il riferimento è a un’iniziativa sulla guerra in Medio Oriente svoltasi nel weekend e alla quale hanno preso parte proprio Granata e Alemanno.

L’assessore ha dovuto replicare per rigettare l’accusa di aver usato parole di odio contro Israele: “Le nostre e le mie parole, pronunciate sabato, sono state le stesse di Papa Francesco: fermare il massacro in atto e liberare contestualmente tutti gli ostaggi, promuovendo, come l’Onu e il Vaticano richiedono, un immediato “cessate il fuoco”. “Il riferimento al genocidio e alla soluzione finale nei confronti della popolazione palestinese – ha spiegato – nel corso della manifestazione, sono state utilizzate come ‘rischio da stroncare sul nascere’, riportando il pensiero folle dei settori più estremi del governo israeliano”.

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