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Piano vaccini anti Covid. Arcuri, Rezza e Speranza ai blocchi di partenza

Piano Vaccini Covid

In attesa dell’autorizzazione dell’Ema ad anticipare l’avvio delle vaccinazioni, Arcuri, Rezza e Speranza pensano al piano vaccini anti Covid. Ma le Regioni hanno già dei dubbi sul numero delle dosi che riceveranno (stabilito dalla struttura del Commissario straordinario)

L’Italia non vuole restare indietro e sta facendo di tutto per anticipare al 15 gennaio l’avvio delle vaccinazioni anti Covid, fino a pochi giorni fa previsto invece per la fine dello stesso mese. Dipenderà dall’Ema (European Medicines Agency, in italiano Agenzia europea per i medicinali) se il 29 dicembre autorizzerà Pfizer. Ad ogni modo, in Italia, sono quasi 6,5 milioni le persone che rientrano nelle categorie prioritarie. I primi a essere vaccinati saranno il personale sanitario, gli operatori delle Rsa e gli anziani nelle residenze.

CHI SI OCCUPA DEL PIANO DI DISTRIBUZIONE DEL VACCINO

Il commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri, si occupa della logistica; Gianni Rezza, responsabile della Prevenzione del ministero alla Salute, della parte strategica. Arcuri ha già presentato il piano vaccinale alle Regioni nella riunione convocata dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia e il ministro Roberto Speranza il progetto di Rezza in Parlamento. Il responsabile della Prevenzione ha dichiarato che l’obiettivo è iniziare la campagna per lo meno in contemporanea con Germania, Francia e Spagna.

I NUMERI DELLE REGIONI NON QUADRANO

Arcuri, predisposta la suddivisione delle dosi tra le varie Regioni, sembra non aver soddisfatto nessuno. Per esempio, come riporta Repubblica, “il Lazio riceverà più fiale della Lombardia, malgrado abbia più o meno la metà degli abitanti”, il Lazio avrebbe infatti 356 mila (con 5,8 milioni di residenti) contro le 308 mila (10,1 milioni) della Lombardia. Bisogna ricordare che, per il vaccino Pfizer è necessario un richiamo e che quindi 356 mila dosi sono in realtà sufficienti per 178 mila persone. Gli altri numeri riportati dal quotidiano sono “51 mila dosi per la Toscana (3,7 milioni di abitanti) e 177 mila per l’Emilia (4,4 milioni di abitanti). Altra proporzione che non torna. La Provincia di Bolzano (500 mila abitanti), avrà la metà delle dosi della Toscana, cioè 26 mila”.

L’OBIETTIVO FINALE

L’obiettivo del piano vaccini anti Covid è riuscire a vaccinare in sette mesi 30 milioni di persone. Sono previsti circa 1.500 punti di somministrazione, aperti 7 giorni su 7 che faranno 6 iniezioni all’ora. In settimana ci saranno inoltre ‘squadre’ che si occuperanno delle persone che non possono muoversi andando a domicilio.

IL RECLUTAMENTO DEL PERSONALE

Arcuri prevede che sarà necessario contrattualizzare circa 16 mila addetti e ha dichiarato che nei prossimi giorni aprirà due bandi per la selezione del personale e delle società di somministrazione. Il piano, infatti, vorrebbe che ogni équipe addetta alle vaccinazioni avesse 1 medico e 4 infermieri che possano contare su 1 amministrativo e 2 operatori sociosanitari. Verranno coinvolti medici di medicina generale, pediatri e, più avanti, anche le farmacie. Ma i bandi – prosegue Repubblica – riguarderanno inoltre i laureati in medicina, gli infermieri e gli assistenti sanitari – anche in pensione.

COSA HANNO CHIESTO LE REGIONI AD ARCURI

Le Regioni, per far fronte alla gestione del piano vaccinale, hanno chiesto al Commissario straordinario l’integrazione dei sistemi informatici del Ministero con quelli regionali, l’istituzione di un’anagrafe sanitaria, il coinvolgimento delle farmacie e ricordato la necessità di alleggerire il personale regionale. Secondo Il Sole 24 Ore, “Arcuri si è detto sostanzialmente d’accordo, ipotizzando appunto l’utilizzo di pensionati e specializzandi per vaccinare gli italiani”.

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