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Pnrr, cosa vuole fare il governo per non perdere la terza tranche: oggi Fitto in Senato

FITTO Comuni PNRR

Il ministro Fitto spiega i ritardi nell’erogazione della terza rata del Pnrr da 19 milioni per i rilievi della Commissioni su concessioni portuali, teleriscaldamento e stadi di Firenze e Venezia. All’orizzonte i ritardi del piano asili nido 

Oggi il ministro degli Affari europei, Raffaele Fitto, riferirà in Senato per l’informativa urgente sul Piano nazionale di ripresa e resilienza. Tra i punti all’ordine del giorno, oltre discussione sulla revisione della governance del PNRR, spostata dalla ragioneria generale dello Stato alla Presidenza del Consiglio, ci sarà anche la disamina dei ritardi nell’attuazione del Piano e il mancato sbloccamento del pagamento della terza rata.

I RITARDI DELLA TERZA RATA DEL PNRR: LA POSIZIONE DI FITTO

La terza rata del Pnrr vale 19 miliardi di euro che servono per finanziare 55 obiettivi assegnati all’Italia nel secondo semestre 2022. La Commissione UE ha sollevato obiezioni su tre obiettivi: la costruzione degli stadi di Firenze e di Venezia, il teleriscaldamento e le concessioni portuali. Secondo il ministro Fitto questi tre obiettivi rientrano tra quelli che il governo Draghi aveva già dato per conseguiti quando ci fu il passaggio di consegne con il nuovo governo.

Nel dettaglio il provvedimento sugli stadi di Firenze e di Venezia risale allo scorso aprile, quello sul teleriscaldamento a giugno e quello sulle concessioni portuali a ottobre. Il governo, tra l’altro, starebbe pensando di dirottare i fondi per progetti irrealizzabili su progetti delle società controllate dal Ministero Tesoro già pianificati per i prossimi anni. Le aziende interessate sarebbero Enel e Utilitalia, federazione delle aziende dei servizi pubblici dell’acqua e del gas, che dispongono di un portafoglio di progetti nell’ambito della transizione energetica.

L’ESCLUSIONE DEGLI STADI DI FIRENZE E VENEZIA

La richiesta di escludere gli interventi del Bosco dello Sport di Venezia e dello stadio Franchi di Firenze dal novero dei progetti finanziati con i fondi del Pnrr arriva proprio da Bruxelles. “I servizi della Commissione, infatti, a seguito di un ulteriore approfondimento istruttorio, hanno confermato la non eleggibilità di entrambi gli interventi nell’ambito dei Piani Urbani Integrati (PUI) delle rispettive città metropolitane”, si legge in una nota del ministro.

Uno dei nodi il pagamento della terza rata è proprio lo stralcio di questi due progetti. Il progetto dell’Artemio Franchi è un dossier che il governo Meloni ha ereditato dal precedente, inserito tra quelli candidati a ricevere un contributo proveniente dalle risorse europee destinate a migliorare la vivibilità delle periferie. “Firenze subisce un danno grave – ha detto il sindaco Nardella -, ingiusto e ingiustificabile e perde 55 milioni di euro del Pnrr pur avendo rispettato tutti i tempi imposti dalle regole europee e avendo ricevuto ben 40 autorizzazioni”.

CONCESSIONI PORTUALI E TELERISCALDAMENTO

In materia di concessioni portuali Bruxelles chiede che a vigilare sulla loro assegnazione sia un’autorità indipendente, perché reputa le Autorità portuali enti pubblici ma di natura giuridica privata. Secondo il testo preparato dal governo le concessioni non hanno una durata massima e permette alle Autorità portuali di prorogarle fino a 5 anni per il “recupero degli investimenti” o per mantenere “la funzionalità della concessione”.

L’ultimo punto su cui l’è stato l’altolà di Bruxelles è il teleriscaldamento. Il governo dovrà sostituire i progetti contestati dalla Commissione perché incentivano l’uso del gas attraverso la “cogenerazione ad alto rendimento”. Entro il 30 aprile il governo invierà a Bruxelles il bando nuovo sul teleriscaldamento e il decreto per le concessioni portuali.

I PROBLEMI CON LA QUARTA TRANCHE: FITTO AL DIALOGO CON VALDITARA

Superati questi tre scogli il prossimo attiene ai 27 obiettivi da raggiungere entro fine giugno per ricevere la quarta tranche. Uno di questi è l’attuazione del Piano asili, ragion per cui il ministro Fitto ha incontrato nei giorni scorsi, oltre ai ministri Salvini e Piantedosi, anche il ministro Valditara.

IL NODO DEGLI ASILI NIDO: DALLA DIFFICOLTÀ DI ASSEGNARE I FONDI ALLA DIFFICOLTÀ DI ASSEGNARE I LAVORI

Il Pnrr ha previsto l’allocazione di oltre 30 miliardi nel sistema educativo, 4 miliardi e 60 milioni dei quali destinati al Piano asili nido. L’obiettivo è favorire l’offerta dei servizi alla prima infanzia e permettere alle famiglie di bilanciare al meglio vita familiare e professionale. Il piano prevede più di 260 mila nuovi posti negli asili che dovrebbero portare il nostro paese a raggiungere il target del 33% di copertura dei posti rispetto ai bambini. Al momento siamo fermi al 27,2%. Un piano che ben si sposa con le necessità di rilancio della natalità del nostro paese. Tuttavia, nella fase iniziale dei bandi il ministero dell’Istruzione ha ricevuto molti meno progetti rispetto al previsto ed è stato necessario indire quattro bandi per assegnare tutti i fondi.

Tra l’altro, negli ultimi mesi, sono state presentate 600 richieste di modifica dei progetti per via del rincaro dei materiali e dell’energia che ha costretto i comuni a revisioni al rialzo dei piani economici. Il problema, ora, è che per ricevere i fondi, i Comuni che li hanno richiesti dovranno aver aggiudicato i lavori alle imprese entro il 31 maggio. E a poco più di un mese moltissimi comuni non sembrano in regola con le tempistiche e non hanno colmato le difficoltà burocratiche.

Sul punto si è espresso anche l’Ufficio parlamentare di Bilancio che, in una relazione presentata lo scorso novembre, ha sottolineato la scarsa proattività dei soggetti pubblici coinvolti. “Nonostante le ingenti risorse destinate alla fascia di età 0-3 anni, lo scenario che si delinea mostra che parte delle debolezze strutturali che caratterizzano l’offerta del servizio potrebbero restare irrisolte – si legge nella relazione -. Un numero consistente di comuni con offerta assente o marginale non ha, infatti, partecipato ai bandi”.

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