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Pnrr, sì alla quarta rata. Ecco tutte le modifiche accettate da Bruxelles

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L’Ue dice sì alla richiesta di modifica di dieci obiettivi del Pnrr e dà il via libera alla quarta tranche: quali sono gli obiettivi e i prossimi passi

È arrivato il “sì” del Consiglio Ue alle modifiche apportate dall’Italia ai target per il conferimento della quarta rata di finanziamenti del Pnrr. La decisione di Bruxelles non è una sorpresa perché il governo italiano ha lavorato di concerto con le istituzioni europee per trovare una quadra sulle variazioni del piano. “Questo risultato positivo è frutto di un’intensa e proficua collaborazione tra il governo e la Commissione europea” ha detto il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. La decisione positiva del Consiglio UE permette al nostro paese di chiedere l’esborso dei 16,5 miliardi di euro previsti da questa tranche seppur con un ritardo di circa tre mesi sulla tabella di marcia. In ogni caso il costo totale stimato del Pnrr modificato rimane invariato, pari a 191,5 miliardi di euro, di cui 68,8 miliardi di euro in sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro in prestiti.

I NOVE OBIETTIVI DEL PNRR MODIFICATI

Il governo Meloni ha chiesto e ottenuto la modifica di nove dei 27 obiettivi previsti dalla quarta tranche. Le prime tre misure afferiscono al Ministero dell’Interno. Si tratta di: Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni, Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale e Piani urbani integrati – progetti generali. Altre quattro misure riguardano il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Si riferiscono a: Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, Utilizzo dell’idrogeno in settori hard-to-abate, Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano e Promozione impianti innovativi (incluso offshore). Infine, le ultime due, erano di competenza della Presidenza del Consiglio. Riguardano: Aree interne – Potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità e Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie. L’ ammontare complessivo di queste misure arriva a 15,9 miliardi di euro.

IL RAFFORZAMENTO DEGLI ASILI NIDO

Tra i nuovi obiettivi trovano posto anche il potenziamento degli alloggi universitari e il rafforzamento degli asili nido. “Nell’ambito della revisione del piano si prevede inoltre il rafforzamento della misura ‘Asili Nido’, penalizzata dall’incremento dei costi delle materie prime e da criticità emerse nei vari bandi. L’ammontare complessivo è di 900 milioni di euro, necessari per indire un nuovo bando e per conseguire il target finale, in linea con gli orientamenti della Commissione”, si legge sul sito del dipartimento per le politiche europee.

LE PERPLESSITÀ SUGLI OBIETTIVI DEL PNRR MODIFICATI 

I progetti definanziati “in sede di attuazione e rendicontazione hanno scontato rilevanti criticità”. In particolare “la maggiore problematica è rappresentata dal rispetto delle importanti condizionalità imposte dal Piano, che includono quelle specifiche per ciascuna misura nonché quelle relative agli elementi informativi necessari per la rendicontazione e quelle riconducibili al principio del ‘Non Arrecare Danno Significativo’ (Do-No-Significant-Harm, DNSH). Quest’ultimo, in particolare, richiede di impostare i progetti di investimento secondo requisiti stringenti di rispetto dell’ambiente e di sostenibilità”.

LO STUDIO DI OPENPOLICY: PENALIZZATI IL SUD E LE GRANDI CITTÀ

La Fondazione Openpolicy evidenzia che tali variazioni vanno a colpire soprattutto le grandi città. Nello specifico queste sono Roma “perderebbe” risorse per 229,5 milioni di euro, Milano per 168,7, Genova per 146,6 e Napoli per 142,1. Ma non solo. A perderci di più sarà il sud del paese. “Osservando i singoli progetti, i più costosi sono inclusi nell’investimento per i piani urbani integrati. Tra questi, per fare qualche esempio, la realizzazione di un “ecoquartiere” nel comune di Napoli – scrive Openpolicy -. E di 63 poli di sport accessibili a persone con disabilità, in altrettanti comuni della città metropolitana di Roma. Altri interventi invece prevedono l’efficientamento energetico di edifici agricoli nelle colline fuori Firenze o ancora la riqualificazione di aree verdi a Bari”.

I PROSSIMI PASSI DEL PNRR

Non resta, dunque, che attendere l’arrivo delle risorse messe a disposizione attraverso il Recovery Fund. “L’attuazione del Pnrr italiano è in corso, ma con un rischio crescente di ritardi – scrivono da Bruxelles nella Relazione annuale sul Recovery Resilience Facility -. L’Italia ha presentato tre richieste di pagamento, che corrispondono a 151 tappe e obiettivi del piano e che comportano un esborso complessivo di 42 miliardi di euro (riferito alle prime due richieste di pagamento presentate)”. Il governo prevedere di presentare richieste di variazione anche alla quinta rata da 18 miliardi che non potrà essere chiesta prima del 2024.

– Leggi anche: Raffaele Fitto, il ministro ‘uno e trino’ tra equilibri e malumori

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