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Le prime pagine di mercoledì 21 dicembre 2022

Israele

Manovra e Qatargate dominano le aperture dei quotidiani italiani oggi in edicola. La rassegna stampa 

CORRIERE DELLA SERA

Il quotidiano di via Solferino titola sulla Manovra: “Manovra, volata nel caos”. I partiti sono ancora distanti su diversi emendamenti. “Niente scudo penale per i reati fiscali”. Su quanto successo nella tarda serata di ieri scrive Francesco Verderami, che parla di “un percorso a ostacoli”.

Paola Di Caro intervista il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi: “Siamo al primo passo, sì a riforme strutturali”, commenta riguardo alla Manovra. Su queste, aggiunge, “Forza Italia si batterà senza fare sconti e considerandosi ancora l’asse centrale della coalizione”, malgrado il risultato del 25 settembre e la forza elettorale accresciuta di Fratelli d’Italia anche dopo il voto politico.

Il fondo del giorno è a firma di Sabino Cassese: “L’Europa spinta dalle crisi”, è il titolo. Il costituzionalista affronta il caso Qatargate, scrivendo che ci sono almeno due lezioni da imparare. “La prima lezione che si trae dalla vicenda in corso è che il Parlamento europeo conta molto di più di quanto si creda, conta tanto da mobilitare nazioni straniere e ingenti quantità di denaro per influenzarne l’attività”. La seconda, invece, riguarda la reazione del Parlamento europeo.

La vignetta di Giannelli ritrae i leader della maggioranza: Berlusconi e Salvini sollevano Giorgia Meloni e il capo del Carroccio esclama: “La nostra Coppa”, con alle spalle Messi a interrogarsi e con il trofeo appena vinto in braccio.

Negli esteri torna il tema dell’Afghanistan, con la notizia del divieto per le donne di andare all’università. Zelensky oggi vuole negli Usa nel primo viaggio dallo scoppio della guerra russa.

Infine, nel caffè di Gramellini si commenta il caso Valditara e il divieto di utilizzare i cellulari in classe: “Lo smartphone è come l’ascensore. Possiamo vietarlo ai ragazzi quando sono gli adulti i primi a farne un uso scriteriato?”.

LA REPUBBLICA

Repubblica apre con lo “Stop al salva-evasori”. Nel sommario: “La minaccia delle opposizioni di ostruzionismo a oltranza fa saltare il colpo di spugna sui reati fiscali chiesto da Forza Italia”. Entro Natale serve un voto di fiducia che allontani il rischio di esercizio provvisorio.

Il commento alle ultime vicende sulla Manovra è dell’ex candidato premier e presidente dell’OCPI Carlo Cottarelli. “Legge frettolosa all’ombra dei No Tax”. In Senato, la manovra ci andrà dopo Natale.

Cultura: dalla 18app alla carta Giovani. “Il bonus diciottenni si sdoppia: Isee o massimo dei voti alla maturità”.

Nella Lega, intanto, aumenta la tensione Bossi-Salvini. Il Senatur: “Un bambino, non un uomo”. Dal Qatargate, invece: “Panzeri collabora e accusa Cozzolino. Doha all’attacco: Fuori le prove”. La foto al centro della prima pagina è, anche per il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, sulla stretta dei talebani alle donne in Università.

LA STAMPA

Il giornale diretto da Massimo Giannini titola così sulla Manovra: “Manovra, rissa nel governo. Salta lo scudo salva-evasori”. Renzi: “Solo marchette, la stampella delle destre è Conte”. ll commento sui fatti economici è di Stefano Lepri: “Questa finanziaria non pensa al futuro”.

Nella sezione Commenti e Idee, Massimo Cacciari scrive che “in questi anni di disordine globale riemerge nei discorsi di chi dovrebbe guidarci (…) quella parola chiave in forza della quale vorremmo distinguerci da altre culture e civiltà”. E’ la libertà. “La straordinaria novità di quest’epoca sta però nel fatto (…) che lo sviluppo di quella Tecnica e la mobilitazione universale di risorse umane ed economiche che essa esige possono aver luogo anche in quei Paesi in cui l’idea di libertà (…) non riesce ad affermarsi o viene apertamente contrastata dai loro regimi”.

L’analisi di Paul Krugman, invece, indaga sulla “Web-democracy e nuovi oligarchi”. Nel suo Buongiorno, Mattia Feltri commenta la scelta della destra di candidare Francesco Rocca alle regionali nel Lazio. “Né omonima né errore: è proprio Francesco Rocca, presidente della Croce rossa (…). E siccome stimo molto Rocca e ho un concetto alto della laicità, potrei votare per lui”.

IL SOLE 24 ORE

“Rush sulla manovra, niente scudo penale. Resta il salva calcio, ultimi ritocchi al Pos”. Il quotidiano di Confindustria analizza le mosse economico-finanziarie del Governo addentrandosi anche sulle altre novità. Il taglio del cuneo fiscale “sale a 493 euro all’anno”. Sulle pensioni: “Opzione donna senza retromarce”, mentre per gli aiuti ai giovani: Bonus cultura con Isee a 35 mila euro”.

Mercati, “Tokyo, prove di rialzo sui tassi: tremano le Borse”. Sulle Big Tech: accordo Amazon-Ue. “Più tutele garantite ai venditori”.

La foto-notizia è invece sullo Spid. “Caos sullo Spid: per ora rimane e il governo prende tempo”.

IL FOGLIO

Il quotidiano fondato da Giuliano Ferrara e diretto da Claudio Cerasa titola sull’Iran. “Lo schermo degli Ayatollah”, scrive Paola Peduzzi. “Il regime iraniano soffoca le proteste (che durano e non si fermano) nelle celle e frugando nelle vite online dei manifestanti. Non esibire la ferocia è una strategia precisa che scommette sulla nostra distrazione”.

Cerasa, invece, scrive nel taglio alto: “Pos, Spid, vaccini, rete. La lotta contro l’innovazione tecnologica diventa la nuova bandierina della destra. Dietro c’è un tic: il luddismo statalista”. Anche Makkox nella vignetta a centro pagina commenta le mosse del Governo. Meloni è raffigurata mentre annuncia: “E dopo lo spidocchiantesi aboliremo il cap, e il cid, e il pin, e la pec, e la tac. La tac? Sì. Stai male? Tiri fuori le palle e te fai le lastre. C.N.V. Come ‘na volta”.

L’Andrea’s Version del giorno: “E così passeremo i prossimi anni di questa lunatica, scoppiettante, bizzarra e imprevedibile vita, a domandarci se il supremo e onnipresente decisore delle nostre sorti fosse un Bar del Lazio o il Tar del Cazzio”.

DOMANI

“Il governo non sa nemmeno come gestire la manovra”, titola il quotidiano diretto da Stefano Feltri. “L’iter della legge di Bilancio procede a rilento tra ripensamenti e pasticci. Manca una regia e nemmeno i parlamentari della maggioranza sanno cosa fare”, analizza Stefano Iannaccone. Nel taglio alto: “Le mani di Meloni sulle intercettazioni”, è il pezzo di Giulia Merlo.

Sul Pd, invece, il fondo del giorno è di Piero Ignazi. “Lasciamo il santino di Berlinguer nel cassetto”, è il titolo dell’articolo. Secondo il politologo, “la moralità di un partito non riguarda tanto e solo il numero di rei che si annidano al suo interno, quanto piuttosto la sua inflessibilità nei confronti di chi delinque. E mentre il Pd va oltre le righe stracciandosi le vesti anche se nessuno dei suoi rappresentanti è inquisito(per ora), a destra condono e perdono vanno a braccetto”.

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