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Professionisti, oltre il 55% delle fatture viene saldato in ritardo

Professionisti Partite Iva Covid

Partite IVA troppo spesso costrette a restare a bocca asciutta, in attesa di pagamenti che non arrivano. Le fatture dei professionisti restano lettera morta

In Italia il popolo dei professionisti conta non meno di 4,6 milioni le partite IVA, un numero che, certifica Eurostat, risolta essere il più alto tra tutti gli stati membri dell’Unione Europea, con la Francia e la Spagna che non raggiungono i tre milioni di lavoratori autonomi, e la Germania a 3,5 milioni. Un popolo fin troppo spesso ignorato dagli aiuti del governo in piena pandemia che deve fare fronte a pagamenti in ritardo e a preavvisi di parcella puntualmente ignorati.

QUEI RITARDI CHE IMPOVERISCONO I PROFESSIONISTI

Secondo un sondaggio condotto dal Gruppo IREC, attivo nella gestione e recupero dei crediti commerciali, oltre il 55% delle fatture viene saldato in ritardo, arrivando al 71% in alcuni settori. “Se consideriamo – dicono da IREC – che le partite IVA nel nostro paese rappresentano circa il 17,5% dei cittadini di età compresa tra i 20 e i 64 anni, appare evidente come queste contribuiscano in modo considerevole al mantenimento e allo sviluppo economico nazionale, e quanto le loro difficoltà possano avere conseguenze su tutto il tessuto economico”.

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Insomma, i professionisti hanno chiuso l’ultimo trimestre 2020 con una media di oltre il 55% delle fatture non pagate a scadenza. Questo vuol dire che più di una fattura su 2 non viene incassata correttamente; dato che, purtroppo, appare in costante peggioramento.

LE PARCELLE FANNO LE RAGNATELE

I settori più colpiti sono la ristorazione, il turismo e il settore alberghiero, dove i ritardi nei pagamenti raggiungono addirittura il 71% delle fatture, con differenze importanti anche tra le Regioni. I ritardi più significativi si registrano in Sicilia (fatture pagate in ritardo 78%, il 31% con ritardo maggiore di 90 giorni), Sardegna (fatture pagate in ritardo 74%, il 29% con ritardo maggiore di 90 giorni) e Umbria (fatture pagate in ritardo 73%, il 26% con ritardo maggiore di 90 giorni). “Appare, dunque, evidente come il bonus di 600 euro sia risultato in molti casi del tutto inadeguato e, purtroppo, anche i nuovi strumenti messi a disposizione non bastano”, ha commentato il presidente del Gruppo IREC, Victor Khaireddin.

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