skip to Main Content

A che punto è la partita delle elezioni regionali del Lazio

Alessio D'Amato Regionali Lazio

Per le regionali del Lazio, l’unico nome sicuro è Alessio D’Amato del Pd. Il M5S di Conte non vuole fare parte del campo largo. Il centrodestra annuncerà il suo candidato il 15 dicembre

I residenti nel Lazio torneranno alle urne il prossimo 12 febbraio per scegliere il nuovo presidente della Regione. Dopo 10 anni (durante i quali è stato anche segretario del PD) Nicola Zingaretti lascia la Pisana e chiude l’esperienza iniziata battendo alle urne l’allora governatore Francesco Storace.

Se il Pd ha formalizzato la scelta di puntare su Alessio D’Amato (senza l’appoggio del M5S), il centrodestra non è ancora arrivato a una sintesi. Ma andiamo a vedere quali sono tutti i nomi in campo.

IL PD HA SCELTO ALESSIO D’AMATO PER LE REGIONALI DEL LAZIO

Se si escludono le parentesi Storace e Polverini, la Regione è stata sempre governata da coalizioni di centrosinistra. Le ultime elezioni politiche non sembrano però far ben sperare al centrosinistra che, per evitare un’altra sconfitta, sta cercando di aggregare più consenso possibile. Il PD, in una riedizione, rivista e corretta, del campo largo, ha deciso il suo candidato insieme al Terzo polo: la scelta è ricaduta sull’assessore uscente alla Salute Alessio D’Amato. Un nome che non ha trovato il placet della sinistra ecologista (che probabilmente alla fine cederà) e del M5S, intenzionato, al momento, a correre da solo.

D’AMATO, L’UOMO DI SINISTRA CHE PIACE ANCHE AI VERDI

D’Amato, romano classe 1968, con una laurea in sociologia, è stato membro della commissione Sanità e Bilancio del consiglio regionale del Lazio e della commissione Sicurezza sul lavoro dal 2005 al 2010. Arriva da sinistra, è cresciuto politicamente tra Pdci e Rifondazione. Proprio per questo passato la sinistra e i verdi stanno lavorando per provare a limare i veti del M5S sul suo nome e provare a correre tutti insieme, in un campo larghissimo. In ogni caso i Verdi sono determinati a seguire il Pd.

IL M5S VUOLE CORRERE DA SOLO ALLE PROSSIME REGIONALI DEL LAZIO

Al momento, il M5S sembra determinato a correre da solo per le prossime regionali del Lazio. Un’eventualità che metterebbe in serio pericolo l’esito della consultazione popolare, una divisione che favorirebbe il campo avversario. “Noi abbiamo parlato di programmi e contenuti e ci hanno risposto con un candidato che hanno blindato – ha detto Giuseppe Conte parlando di D’Amato -. Bene, se lo tengano stretto. Buona fortuna”. Non meno fredde le parole del candidato del centrosinistra. “Non mi risultano incontri con Conteha detto D’Amato – Stiamo lavorando al programma al cui centro ci sarà il lavoro e lo sviluppo sostenibile, i trasporti pubblici gratuiti per studenti e le altre categorie, e il reddito di formazione, nei prossimi giorni ci sarà l’incontro con la coalizione, con le forze sociali e produttive”. Intanto i pentastellati non hanno ancora fatto trapelare un nome per la Pisana.

IL 15 DICEMBRE L’ANNUNCIO DEL CANDIDATO DI CENTRODESTRA

Non ha ancora scelto un candidato il centrodestra. Il nome, stando a quanto ha detto il consigliere regionale Giancarlo Righini, dovrebbe arrivare poco prima di Natale, tra il 15 e il 17 dicembre. Segnatamente durante le celebrazioni, a Piazza del Popolo, per i primi 10 anni di vita di Fratelli d’Italia alla presenza della premier Giorgia Meloni. “Un momento solenne” – ha detto Righini – “il migliore per una candidatura cosi importante e prestigiosa che ha l’obiettivo di vincere nel Lazio”. I nomi in ballo sono tanti e non sembra che i ritardi nell’annuncio siano da legare solo all’attesa di un “momento solenne”.

REGIONALI LAZIO: CLAUDIO DURIGON (LEGA) CHIEDE A FDI DI FARE PRESTO

Da accordi interni alla maggioranza il candidato alla Regione Lazio spetta a Fratelli d’Italia. Inizialmente il superfavorito sembrava Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei Deputati e amico di lunghissima data della Premier. Ma il suo nome non è andato giù alla Lega per via delle sue posizioni contrarie al termovalorizzatore. Un altro nome che è circolato ma che è stato scartato è quello di Francesco Rocca, candidato civico e presidente nazionale della Croce Rossa Italiana. Nulla da obiettare sul suo profilo ma il centrodestra ha più volte sottolineato l’esigenza che la politica riprenda i suoi spazi. La scelta di un candidato civico non è nell’orizzonte di questa maggioranza. Per altro la Lega scalpita e ha chiesto ai colleghi di maggioranza di fare presto. “Siamo in attesa – ha detto Claudio Durigon, sottosegretario del Lavoro e delle Politiche Sociali e coordinatore regionale della Lega nel Lazio -, spero che arrivi il più presto possibile”.

I NOMI “POLITICI” DEL CAMPO DI CENTRODESTRA: COLOSIMO E TRANCASSINI

Il primo nome, politico, sul tavolo, è quello di Chiara Colosimo, anch’essa amica di lunga data della Premier e responsabile per diverse stagioni di Atreju. Il problema però è che Chiara Colosimo è troppo legata agli ambienti romani, il primo partito d’Italia deve lavorare per garantire rappresentanza anche ai territori meno metropolitani e più lontani da Palazzo Chigi. Per questo negli ultimi giorni sta prendendo corpo la scelta di pescare un candidato che provenga dalla provincia. Un nome valido potrebbe essere quello di Nicola Procaccini, europarlamentare ed ex sindaco di Terracina. In pista anche Paolo Trancassini, che ha sbaragliato il collegio di Rieti doppiando gli avversari e attuale membro della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Per lui farebbe il tifo il cognato di Giorgia Meloni, Francesco Lollobrigida.

IL VOTO DELLE REGIONALI SPALMATO SU DUE GIORNI: LA PROPOSTA DI SALVINI

Il vicepremier Matteo Salvini ha proposto di prolungare di un giorno il voto per le regionali del Lazio e della Lombardia. In tal modo si proverebbe a porre un freno all’astensionismo e a favorire la partecipazione. Anche la Premier Meloni sarebbe d’accordo ma l’ufficialità non è ancora arrivata. “Sarebbe invece opportuno estendere l’apertura dei seggi ad un secondo giorno”, ha detto il consigliere di FdI Giancarlo Righini. “Stabilendo qualche ora in più per votare, si garantirebbe una maggiore partecipazione democratica ai cittadini”.

 

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top