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Rimini infiamma la maggioranza. Battibecco Letta – Salvini su Lamorgese e Durigon

Salvini Letta

Letta annuncia la mozione di sfiducia indirizzata al sottosegretario leghista, Salvini replica bocciando l’operato di Lamorgese. Simul stabunt simul cadent?

Se il sottosegretario Claudio Durigon (leggi anche: Tutte le sparate di Durigon, ma chi è l’intoccabile fedelissimo di Salvini?) è la spina nel fianco della Lega, facile argomento di polemica elettorale per gli avversari in vista delle amministrative autunnali, Matteo Salvini, non potendolo difendere ancora a lungo (e infatti proprio oggi ha aperto all’ipotesi di rimozione: “Ragioneremo insieme al Governo su cosa è più utile fare per lui”), prova a uscire dall’angolo e a contrattaccare. Il suo obiettivo per tutta la durata della campagna elettorale, ormai lo si è capito, sarà chi gli è succeduto al Viminale, ovvero Luciana Lamorgese, accusata dal leader del Carroccio di eccessivo lassismo rispetto agli sbarchi dell’ultimo periodo.

Quanto andato in scena pochi minuti fa sul palco di Meeting di Rimini è insomma una anticipazione del dibattito che caratterizzerà la prossima stagione: da una parte Enrico Letta, segretario del PD, non ha perso occasione per chiedere la rimozione di Durigon (“L’apologia del fascismo è incompatibile con la Costituzione e con il nostro governo. Credo che la vicenda debba essere risolta. Pronta la mozione di sfiducia su Durigon”), dall’altra Salvini vuole la testa della ministra tecnica.

Per una mozione di sfiducia che il PD intende recapitare al sottosegretario leghista, l’alleato di governo fa infatti intendere di essere pronto a prepararne una per la ministra all’Interno Luciana Lamorgese: “I numeri sui morti nel Mediterraneo nei primi mesi di questo anno sono da soli sufficienti a bocciare l’operato del ministro Lamorgese”, ha scandito il leader della Lega. “Mi domando in questi 8 mesi come abbia occupato il suo tempo. Sarà necessario pensare a un cambio, altrimenti problemi della sicurezza nazionale così non li gestiamo. Deve fare il ministro. Cosa che non ha cominciato a fare”. “Critiche pretestuose”, la secca replica di Letta. Sul palco anche gli altri azionisti della maggioranza: il leader del M5S Giuseppe Conte, il vicepresidente di Fi Antonio Tajani, l’esponente di Iv Ettore Rosato mentre l’opposizione è rappresentata da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, collegata da remoto. Tuttavia, gli altri leader restano sullo sfondo, mentre Letta e Salvini si fronteggiano su Durigon e Lamorgese. Una partita che rischia di finire, salomonicamente, con un passo indietro da parte di entrambi, anche se le dimissioni aprirebbero la porta a pericolosi rimpasti dagli esiti indefinibili. Oppure entrambi potrebbero restare al proprio posto…

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