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Rousseau, ha vinto il Sì al governo Draghi

Rousseau Sì Governo Draghi

Sulla piattaforma Rousseau ha vinto il Sì 60 a 40 sul no al governo Draghi. Movimento 5 Stelle verso la spaccatura?

Questa volta il notaio che certifica la correttezza delle operazioni di voto sottolinea che i risultati sono arrivati secondo gli orari stabiliti, ricordando evidentemente quanto accadde un anno fa, quando i media si stupirono per il gran ritardo con cui furono scrutinati i voti elettronici. Ma poco importa, perché su Rousseau ha vinto il Sì al governo Draghi. E questo è il dato principale della giornata.

COSA CI DICE IL FATTO CHE ROUSSEAU HA DETTO Sì AL GOVERNO DRAGHI

Tante le notizie di contorno. La principale riguarda tutti gli italiani: il Sì al governo Draghi dice infatti che “l’uomo delle banche”, com’è stato soprannominato fino a pochi minuti fa dai duri e puri del Movimento, ha superato il giro di boa, e ora la strada per la composizione di un nuovo esecutivo dovrebbe essere tutta in discesa: i grillini ne faranno parte.

 

La responsabilità è il prezzo della grandezza.
Oggi i nostri iscritti hanno dimostrato ancora una volta grande…

Pubblicato da Luigi Di Maio su Giovedì 11 febbraio 2021

 

Ma il Sì di Rousseau (hanno espresso la propria preferenza 74.537 iscritti su una base di 119.544 iscritti aventi diritto di voto) al governo Draghi dice pure altro: la vittoria è netta – 60 a 40 – così come la spaccatura, quasi a metà, del Movimento 5 Stelle. Mai stato così debole e vicino all’implosione. Ancora ieri sera la fronda di Crucioli, Cabras, Granato, Colletti, Lannutti, Angrisani, Abate, Maniero, Volpi, Giuliodori, Costanzo e Corrado (gli stessi 12 che solo 24 ore prima avevano organizzato il Vaffa Night contro il nuovo governo), aveva rimarcato il solco tra loro e i governisti.

PER I FRONDISTI M5S ANTI DRAGHI LA DOMANDA È SBAGLIATA

Nel documento i maldipancisti avevano avanzato dubbi non solo sulla formulazione del quesito, ma anche sulla gestione della democrazia interna: “Fatto ancor più grave, il quesito su cui votare, pubblicato oggi, è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del m5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza: dati i numeri abbondanti della maggioranza che sosterrà il Governo Draghi il moVimento non potrà condizionarlo neppure facendone parte, ed anzi perderà parte della forza con cui potrebbe denunciarne l’operato standone all’opposizione. Inoltre il quesito pone particolare rilevanza spacciando come risolutiva la “creazione” di un Ministero della transizione ecologica, che in realtà altro non è che la mera ridenominazione del già esistente Dipartimento per la transizione ecologica, che peraltro avrebbe comunque avuto particolare importanza per espressa previsione del Recovery plan.”

Quindi l’attacco frontale, che potrebbe avere strascichi che non si assopiranno nonostante il sì della base su Rousseau al governo Draghi: “Tutto ciò getta dubbi sull’utilizzo imparziale dello strumento di democrazia diretta da parte dei vertici del moVimento. Per tali motivi, riteniamo che la votazione indetta con le predette modalità sia tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del m5s al Governo Draghi”.

DI BATTISTA GUIDERÀ LA SCISSIONE?

«Da Dell’Utri a Bontate: il curriculum di Berlusconi ci impone di dire No al nuovo governo». È questo il titolo del nuovo articolo di Alessandro Di Battista su Tpi. «Non è accettabile dividere questioni economiche da questioni morali. Perché nella nostra Italia vi sono stati esempi virtuosi: imprenditori che hanno chiuso, non solo per scelte politiche sbagliate, ma perché assassinati per essersi opposti al pizzo. E l’hanno fatto mentre un imprenditore che oggi viene ricevuto con tutti gli onori nelle stanze del potere romano non ha fatto altro che pagare, pagare e ancora pagare. Ed oggi rischia di tornare al governo del Paese», si legge nell’articolo. E potrebbe essere proprio Alessandro Di Battista a guidare una eventuale scissione.

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