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Salvini tra sondaggi e Palamara

Salvini

Non una piazza ritrovata, ma Palamara ha rianimato Matteo Salvini. I Graffi di Damato 

Se tanto mi dà tanto, seguendo la logica adottata dal direttore responsabile Pietro Senaldi commentando un sondaggio commissionato da “Cartabianca” e positivo per la Lega di Matteo Salvini, a Libero dovrebbero temere un ritorno più o meno alla grande delle “sardine”. Di cui invece da quelle parti hanno appena festeggiato la fine nelle scatolette a causa delle piazze svuotate dall’emergenza virale.

LA FASE 2 CHE GIOVA A SALVINI

Senaldi ha ritenuto di potere attribuire alla cosiddetta fase 2 concessa dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte riaprendo le piazze al pubblico quello 0.7 per cento, arrotondato al “quasi 1”, che nel sondaggio commissionato a Ixè dalla trasmissione televisiva di Rai 3 condotta da Bianca Berlinguer  la Lega avrebbe recuperato fra il 19 e il 26 maggio scorsi, salendo dal 24,6 al 25,3 per cento delle “intenzioni di voto”.  E ciò, a occhio e croce, a scapito di un Pd sceso nello stesso periodo dal 21,6 al 20,9 dopo avere inseguito il sogno di raggiungere e magari anche sorpassare l’odiato Carroccio. Dove pure Massimo D’Alema, mangiando alici con Umberto Bossi quando il “senatur” si accingeva a rompere la prima alleanza con Silvio Berlusconi, sentì odore di sinistra. Altri tempi, altri uomini, si dirà. In effetti, sono un po’ cambiati sia gli uni che gli altri.

Finita “la clausura” imposta dall’emergenza virale a un Salvini abituato a crescere, e persino a raddoppiare i propri voti in un anno, fra il 2018 e il 2019, la Lega potrebbe ora vantarsi addirittura di avere “invertito la rotta” degli ultimi mesi. O di avere ricevuto quella “boccata d’ossigeno”  limitativamente scappata a Senaldi nel titolo del suo ragionamento sui numeri di “Cartabianca”. Che peraltro non è proprio familiare, diciamo così, ai lettori di Libero, attratti di più dalle imitazioni televisive dell’adorato Vittorio Feltri, direttore non responsabile ma editoriale del loro giornale, da parte di Maurizio Crozza.

LA SCOMPARSA DELLE SARDINE

Le “sardine” argentate fuori e rosse dentro fecero una rapida apparizione nei sondaggi, più virtuale che effettiva, al loro esordio nelle piazze. Poi scomparvero, anch’esse forse per effetto del coronavirus e della desertificazione delle strade. A voler essere tuttavia maliziosi, si potrebbe già sospettare un loro ritorno, nel sondaggio tanto piaciuto a Senali, fra gli “altri”. Che sono saliti quasi quanto la Lega: di poco più di mezzo punto, dal 4,5 per cento del 19 maggio al 5,2 del 23. Né si può pensare che vi abbiano potuto contribuire renziani, boniani, calendiani e altre schegge perché tutti calcolati a parte — costoro — da Ixé con le proprie percentuali non proprio stellari.

D’altronde è proprio di oggi  l’annuncio di Mattia Santori, sui giornali del gruppo Monti Riffeser, che le sue “sardine”  torneranno “in campo” nelle elezioni regionali in cantiere per settembre. Preparatevi, dunque, amici di Libero.

A prescindere comunque dalle “sardine”, diversamente da Senaldi penso che le piazze, peraltro perdurando i divieti d’assembramento che impediscono raduni e comizi tradizionali, c’entrino poco nella “boccata d’ossigeno” di Salvini. C’entra forse di più, com’è accaduto anche  fra i senatori della giunta delle autorizzazioni ai processi, la reazione del buon senso a quella “merda” — scusate la parolaccia — gridata nel telefonino dall’invadente, a dir poco, magistrato Luca Palamara contro il leader leghista. Finita sui giornali con tutte le altre intercettazioni che hanno finito per insozzare un po’ troppe toghe,  quella roba lì ha fatto recuperare a Salvini qualche solidarietà, a dir poco, perduta o affievolita per stanchezza o dissenso nei mesi precedenti.

 

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

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